Una linea sottile tra star fermi e subire.

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"Mi serve un carico di Brown" mi prende in giro stringendomi forte prima di aprire la porta ed uscire. "Dai.. Dobbiamo star lontani per un pranzo intero, muoviti Brown" e mi bacia forte, mi tocca. Resta immobile e dopo due secondi ride "È già tardi Shavy ci ammazza." Mi stampa un bacio, mi da una pacca sul sedere e mi spinge fuori da casa. "Ma la smetti scemo!" E rido scendendo le scale di corsa.. "E muoviti veloce, che poi ci ammazza davvero e non è cosa!".

Siamo seduti al tavolo ed è tutto normale, tutto quello che amo di più è qui con me, la mia quotidianità, siamo nel nostro solito locale, con il nostro tavolo riservato nascosto agli altri. Dove possiamo essere noi tranquillamente. Stiamo scherzando e capisco che il momento "no" di questa mattina è fortunatamente passato, ora è tranquillo.
"Shavy sicuro che non posso venire con voi a Verona? Guido io e tu riposi un pó" guardavo Francesca facendo una faccia da cucciolo per farle un minimo di tenerezza. "Dai su, Shavy come si fa a dire di no a questa faccia, guardala!" Ed eravamo due complici. Francesca sbuffa e esasperata risponde alzandosi dal tavolo. "Santo cielo Si, basta che la smettete di corrompermi! Siete assurdi. Basta vado a pagare e vi aspetto fuori."
"No Fra offro io oggi, vai a fumare e ti raggiungiamo subito!" Lei annuisce ed esce fuori.

"Tu paghi e io vado un attimo in bagno. Aspettami fuori con Fra!" Lo bacio e mi allontano.

Al mio ritorno trovo sulla porta solo Francesca che alla mia domanda su dove fosse finito indica alla sua destra e "è lì che bestemmia al telefono da 5 minuti!" Lo guardo preoccupata e capisco che a breve ci sarebbe stato un capovolgimento di umori.
Continua a parlare al telefono per tutto il tragitto in auto fino a casa. Ogni tanto mi guardava, poi sentivo un "ma è strettamente necessario?" Alternato ad un "ma per forza, cioè non si può fare proprio a meno?".

Entrati in casa lui continuava il suo dibattito al telefono. Avevo intuito fosse il suo agente, che in quanto rompimento di coglioni non lo batteva nessuno. Le nostre peggiori litigate son sempre scaturite da lui.
Ero sul balcone a fumare, non volevo sentire nulla. Lui mi raggiunge e mi ruba automaticamente una sigaretta dal pacchetto. Non lo guardo neanche, aspetto che mi dia la notizia del giorno.

"Devo prendere il treno per Roma entro un'ora."

SBAM. "Perché? Che è successo?"
Sbuffa e inspira. "Niente, ecco il punto. Un cazzo di niente. Devo tornare a Roma, questa l'unica spiegazione. Manco fosse mio padre quando avevo 12 anni e dovevo tornare a casa. Dice che ho delle faccende da sbrigare!"

Resto zitta e lo lascio stare. Fuma in pace, e continua a sfogarsi così. Guardò l'orologio: 14.40, alle 16 ho il treno per Verona. Mi accorgo di essere osservata nei miei movimenti quando mi solleva il mento in cerca dei miei occhi.

"Emma che c'è? Per favore parla." E resta in attesa. Ma cosa dovrei dire...

"In mezz'ora di chiamata ti ha detto solo questo? Possibile tu non abbia mai una voce in capitolo? Quando dovresti essere tu a tenere in pugno il tuo lavoro? Quando cambierà questa situazione, Mattia?" Si allontana, forse sto per piangere. Sono piena, da quando lui è nella mia vita ogni mio sentimento è amplificato, ogni emozione. Se c'è una cosa certa è che per entrambi è la stessa cosa. Sentiamo la pressione entrambi e non possiamo far nulla.

Siamo sulla luna e un secondo dopo siamo calpestati come tappetini.

"Comunque stai tranquillo. Adesso andiamo in stazione, io vado a Verona, tu a Roma" provo a sorridere.

"Sto pensando di non andarci comunque, ma venire con te e al diavolo Roma" appoggia la sua fronte contro la mia. Sta cercando di calmarmi, calmarsi, di trattenere il nervoso che sale.
"No non se ne parla. Tu vai e fai quel che devi fare, noi ci sentiamo per telefono!"
"Quando scendi a Roma?" Vorrei rispondergli Mai, perché resterei a Milano per sempre pur di star lontano da quella casa vuota. Lui in giro per lavoro, Francesca in giro per il suo lavoro.
"Scendo domani mattina. Ma ora sbrighiamoci che è tardi, dobbiamo andare a prendere il treno." Mi bacia.

Lascia un senso di vuoto allo stomaco anche il solo vederlo preparare il suo borsone ed uscire da questa casa. Lungo il tragitto verso la stazione ha trovato un treno delle 15.40 e quindi mi ha obbligato ad aspettare sulla porta finché non sarebbe partito.

"Ci sentiamo per telefono Matti! Avvisami quando arrivi, io poi provo a chiamarti."
L'annuncio della partenza del treno.

"Certo, stai tranquilla. Ti chiamo stasera, non mi scordo! E ci vediamo domani!" Restiamo in silenzio a guardarci. Questo è sempre stato uno dei momenti che ho odiato di più. Veder partire la persona che ami, e non poter andare con lui. Un altro annuncio pre partenza.

"Emma" lo sguardo fisso. "Allora baciami prima che parte il treno."

Un bacio e la porta si chiude.

Al destino che ci ha fatti incontrare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora