7° Capitolo

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La bambina lo seguì, fino ad arrivare di fronte alla porta degli archivi. Lì, lo spirito scomparve. Aya allungò il braccio per aprire la porta, ma questa si aprì da sola sotto i suoi occhi. La bambina entrò nella stanza e vide il fantasma di fronte alla porta nell'angolo della stanza. Era fermo, immobile. Aya gli si avvicinò e questo scomparve. Provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave. L'unica chiave che aveva a disposizione con sé era quella di Maria. Provò ad inserirla e la girò: probabilmente era camera sua.
La stanza era molto piccola, completamente in legno. In un angolo del soffitto si vedeva una ragnatela. Gli unici oggetti di mobilio erano il letto al centro della stanza, un tavolino con una sedia e una piccolissima libreria piena di libri e con un vaso di fiori sopra. Aya posò il pezzo di scala e si chinò e osservò i titoli dei manuali sugli scaffali e si fermò quando vide un dorso senza nome. Tirò fuori il libro in questione e lo aprì. Era il diario di Maria. Cominciò a leggerlo.

"Dottore, è passato un anno dal giorno in cui sono arrivata in questa dimora. Non dimenticherò mai quel giorno..."

***

Una giovanissima donna era sdraiata in mezzo alla strada, magrissima e sofferente.

-Cibo... Vi prego...

Non aveva vestiti molto spessi indosso, solo un semplice vestito estivo nonostante fosse autunno inoltrato e facesse molto freddo. I capelli sciolti e secchi le ricadevano sul viso, stava rannicchiata su se stessa per scaldarsi. Sembrava non passare nessuno.

-Cibo...

Un singolo uomo, avvolto in un giaccone pesante, stava passando per quella via. Era la sua ultima speranza, non sarebbe resistita ancora a lungo.

-Cibo... Qualcuno...

L'uomo la sentì e si voltò, le si avvicinò e si inginocchiò accanto a lei. La donna voleva alzarsi, ma non ne aveva le forze.

-Una vagabonda?

L'uomo pensò che potesse essere perfetta. Sarebbe stata un ottimo soggetto per i suoi esperimenti.

-Fa così pietà vedere una ragazza così magra... Vieni a casa mia, per favore. Ti darò vestiti e pasti deliziosi.

Ben presto la ragazza si trovò in una grande sala da pranzo a mangiare dopo settimane. Non aveva idea di come aveva fatto a sopravvivere fino ad allora, ma quell'uomo era stato di sicuro una manna dal cielo. Dopo che le aveva permesso di lavarsi l'aveva chiusa in quella che sembrava una prigione, con un uomo ferito che aveva tutta l'aria di essere morto sdraiato su una brandina accanto a lei.

-Stai qui per un po'. Parlerò di te alla mia famiglia.

La donna lo guardò con gli occhi stanchi.

-Famiglia...?

L'uomo annuì.

-Ho una moglie e una bambina di quasi sette anni. Sono sicuro che ti daranno il benvenuto.

-Famiglia...

L'uomo si voltò ed usci dalla stanza mentre la donna corse verso la grata, ma ormai sarebbe stato inutile cercare di chiamarlo. La ragazza fu distratta da alcuni mugolii che provenivano dalla sua destra. L'uomo sulla brandina. Pensò che fosse un'ingiustizia il fatto che fosse in quelle condizioni, doveva stare malissimo. Forse poteva fare qualcosa per lui.
Vide in un angolo un armadietto e vi si avvicinò, cominciando a controllare gli scaffali. L'unica cosa che vide furono medicine su medicine, chiuse in tante boccette diverse. Non sarebbe mai riuscita a distinguerne una dall'altra, e poi non era ciò che stava cercando.
L'uomo si lamentava ancora. La ragazza gli si avvicinò e cominciò a strapparsi la gonna. Sapeva che la stoffa non era abbastanza e non era la migliore, ma era l'unica che aveva. Con molta cura e delicatezza, con le sue mani fini ma forti riuscì a bendare le ferite dell'uomo, che smise di lamentarsi. Poi si sedette contro il muro della cella e aspettò.
L'uomo tornò dopo un tempo che alla ragazza parve interminabile. Si mise di fianco all'uomo sul lettino, senza degnare di uno sguardo la donna, e lo osservò, mostrando un'aria sorpresa: l'uomo stava per morire, ma si era ripreso durante la notte. Osservò le bende, posizionate e avvolte con ottima cura nei punti giusti. Sul suo volto comparve un sorriso.

Mad Father - Il Padre FuriosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora