12° Capitolo

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Aya passò attraverso il foro che aveva creato e si trovò in uno stretto corridoio abbastanza buio. La bambina avanzò lentamente, fino a raggiungere la fine. Era molto piccolo come corridoio, e un vicolo cieco. Non conduceva da nessuna parte. Per terra qualcosa brillò. Aya si chinò e raccolse l'oggetto: era il profumo di sua mamma! Alla fine non era stato così difficile trovarlo, si sarebbe aspettata un nascondiglio più difficile.

-Grazie a Dio...

Aya se lo strinse al petto, più serena, e poi se lo mise in tasca. Sapere di riaverlo con sé le tolse un grande peso dal petto.
Di colpo, Aya fu gettata indietro: di fronte a lei, vi era un altro di quegli zombie, completamente ricoperto di sangue, senza gambe. Aya si rialzò e corse via, oltre la crepa nel muro, ma non si aspettava certo che fosse veloce almeno tanto quanto lei. Il mostro la inseguì perfino nella stanza, non sembrava disposto ad arrendersi. Aya uscì di corsa dalla porta urlando e chiuse la porta. Il mostro dall'interno cercò di colpirla per aprirla, ma Aya la teneva bloccata con tutte le forze che aveva. Dopo un bel po', questo si calmò e sembrò perdere interesse nei confronti della bambina.
Aya si allontanò dalla porta, ancora sulla difensiva. Quella notte doveva aver percorso chilometri, pensando a quanto era scappata. E nonostante tutto, non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che suo padre avesse fatto in modo che venisse costruito tutto quello, metri e metri sottoterra.
Una volta che si fu calmata osservò il corridoio con i topi e ripensò alla ragazzina bionda, al topo che era scappato.
Aya osservò la boccetta.

-Solo un pochino, va bene mamma?

Aya si cosparse di profumo: adesso aveva lo stesso odore che prendeva quando abbracciava stretta sua mamma, e il profumo si spargeva anche su di lei. Un piccolo ma dolce pensiero che le dava speranza in quell'inferno che ormai era casa sua. Rimise il profumo nelle tasche e fece per partire, quando vide una scritta sul muro, sembrava fatta con il sangue.
"Avevi detto che saremmo stati una famiglia... MA HAI MENTITO."
Aya non aveva idea di chi avesse scritto quella frase, e non voleva neanche sapere a cosa o a chi si riferisse. Aveva già abbastanza problemi di per sé...
Aya entrò nel corridoio, e stavolta i topi non si avvicinarono minimamente a lei, anzi la evitavano. La bambina proseguì lungo quel corridoio che sembrava eterno, ma che dopo tutto aveva una fine, come ogni cosa del resto.
Appena uscita Aya si guardò un attimo indietro, osservando il lungo corridoio dei topi, dal quale non voleva più ripassare. Riprese ad avanzare e svoltò l'angolo, per vedere il cadavere di quella che sembrava essere una suora. Non sembrava neanche messa così male, il suo corpo non sembrava essere martoriato, il suo volto era impassibile. Aya provò ad avvicinarsi, ma dalla bocca della donna uscì un fiotto di sangue che fece indietreggiare la bambina per lo spavento. Non voleva sapere altro.
Aya notò di fianco alla donna una porta di metallo, che per sua fortuna si aprì. Aya si trovò in un grande corridoio pieno di altre porte di metallo, tutte vicine le una alle altre. Provò ad aprirle, ma molte di queste erano bloccate. Una di queste invece era completamente senza porta, probabilmente era stata scardinata. Nella stanza gli unici oggetti presenti erano un mobile e un letto. Probabilmente suo padre portava lì coloro che avrebbe voluto usare per i suoi esperimenti...
Un'altra stanza era aperta, ma questa la porta ce l'aveva ancora. L'interno, sempre uguale al precedente. Aya avanzò e sentì un tonfo dietro di sé. La porta si era richiusa da sola. Aya tornò indietro e la riaprì, osservò la stanza, ma dentro non c'era nessuno. Alzò le spalle ed uscì di nuovo. Provò ad aprire l'ultima, ma a questa mancava il pomello, probabilmente si poteva aprire solo dall'interno. Aya svoltò l'angolo e vide un vicolo. Si avvicinò, ma subito sentì un brontolio provenire da quella direzione. Stava arrivando qualcosa, doveva correre via, o per lo meno nascondersi. Fece qualche passo indietro e vide l'essere arrivare: camminava a quattro zampe, ma era molto, molto veloce. Più di lei. Aya, spaventata, corse verso la stanza dalla porta aperta, lo spazio tra lei e quel mostro diminuiva sempre più. Entrò e si richiuse con forza la porta alle spalle, che produsse un forte rumore quando l'essere sbatté la testa contro di essa. Non sarebbe mai riuscito a distruggerla, era troppo resistente. Poteva essere una buona cosa, ma Aya non poteva restare per sempre lì dentro. Probabilmente avrebbe solo dovuto aspettare che se ne andasse. Intanto poteva riposarsi un po'. Si avvicinò al letto e vi si sdraiò sopra. Chiuse gli occhi, cercando di riposare, di capire. Udì tutti i rumori in quel momento, li catalogò: il brontolio del mostro fuori dalla porta, il lieve fruscio delle coperte, uno strano ticchettio, poi un rumore secco. Il letto si spostò di scatto e Aya si alzò in piedi velocemente, spaventata. Si mosse per vedere cosa fosse successo, e vide dietro al muro una crepa. Non era molto grande, ma del resto anche lei era molto minuta. Si mise carponi e vi passò attraverso, trovandosi in un altro strettissimo tunnel. Un pesante vaso bloccava la strada, ma poteva spingerlo in avanti. Lo spinse, e si rese conto che sarebbe stato veramente difficile romperlo. Un'idea le balenò per la mente. Si sarebbe dovuta ingegnare, ma doveva bloccare quel mostro. Dopo aver mosso il vaso vide un'altra crepa, più grande, che portava nella stanza accanto. Vi entrò, corse verso la porta e la aprì, poi tornò indietro più veloce che poté.
Quel mostro non era così stupido come molti altri, la sentì e provò ad inseguirla. Aya doveva fare in fretta. Usando quel poco vantaggio che aveva su di lui, si infilò nel corridoio e cominciò a tirare verso di sé l'enorme vaso. Il mostro stava correndo a perdifiato e sbatté violentemente la testa contro l'oggetto che ormai gli bloccava la strada. Dalla sua bocca uscì un mugolio di dolore, e provò a romperlo di nuovo, ma ogni suo tentativo fu invano. Aya lo osservò un secondo, poi si rimise carponi ed uscì nell'altra stanza. Il letto si rimise a posto da solo, probabilmente azionato da un meccanismo a tempo.
Doveva fare in fretta. Corse fuori dalla stanza verso quella accanto. Come aveva sospettato il mostro stava correndo verso di lei, aveva capito che non poteva proseguire nel senso opposto. Aya gli sbatté la porta in faccia, sentendo un altro mugolio lamentoso da parte sua. Si stava sicuramente facendo odiare da quel povero mostro, che alla fine era solo stato una vittima, come tutti gli altri, come lei. Ma doveva proseguire, doveva andare avanti.
Svoltò l'angolo ed entrò nella stanza che quel mostro sembrava aver voluto proteggere.
Era una grande stanza rettangolare, al centro della quale vi era un grande tappeto rosso con una sedia al centro e una bambola su di essa. Aya si avvicinò e la osservò: era una bambola molto bella, dai lineamenti delicati di porcellana rosata, molto chiara. Gli occhi di vetro erano di colore azzurro, i fili biondi che fungevano da capelli ben acconciati sulla spalla sinistra della bambola. Il vestito era di colore chiaro, lilla. La bocca sottile a forma di cuore, poco più scura del resto della pelle, tendente al rosso. Aya le accarezzò piano i capelli, mettendo a posto i pochi fili che erano sfuggiti. Era perfetta. Aya proseguì e si diresse verso l'enorme porta in fondo al corridoio. La aprì e fece per entrare, quando fu rispedita violentemente indietro, cadendo rovinosamente a terra qualche metro più indietro. Le ante della porta si chiusero di scatto, lasciandola a terra.

-Perché non posso passare lì attraverso?...

-Tu non passerai.

Aya si voltò di scatto, ma dietro di lei non c'era nessuno. Si rialzò e controllò meglio che poté, ma la stanza era completamente vuota. C'erano solo lei e la bambola, ma possibile che quest'ultima avesse parlato? Bé, ormai non si sarebbe più dovuta stupire di nulla, quella notte erano successe ormai troppe cose... Aya le si avvicinò.

-Tu devi permettermi di andare avanti.

-Tu non passerai.

Stavolta la bambola parlò di fronte ad Aya, che la guardò stupita.

-Perché continui a bloccarmi strada?!

-Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai. Tu non passerai.

Aya indietreggiò, quella bambola la inquietava parecchio.

-Devi distruggere quella bambola se vuoi proseguire.

Aya si voltò di scatto e rivide di nuovo la ragazzina che le aveva rubato il profumo, con il suo solito sorrisino sul viso. La ragazzina le corse intorno e la prese per le braccia, come se dovesse dirle qualcosa di urgente.

-Bruciala bene e anche lo spirito all'interno di essa brucerà, altrettanto bene. E poi anche la barriera invisibile oltre quella porta scomparirà!

-Basta!

La ragazzina si voltò preoccupata verso la bambola, poi sul suo viso ricomparve il sorriso e corse fuori dalla stanza ridacchiando.
Aya osservò la bambola. Era vero, la ragazzina le aveva fatto un grande torto rubandole quel profumo. Avrebbe dovuto fidarsi? Non sapeva, ma le era sembrata sincera questa volta. E poi non aveva molte altre possibilità. Si avvicinò alla bambola sulla sedia.

-Credi davvero a quella ragazzaccia?

Aya non le rispose e la prese. Non era molto grande come bambola, ma restava sempre inquietante.
Doveva trovare il modo di bruciarla, di distruggerla. Doveva tornare indietro, doveva trovare del fuoco. Tornò nel corridoio con le stanze e sentì ancora il rumore di quel mostro che si muoveva, chiuso il quel piccolo posto, senza nulla da fare. Sospirò e tornò nel corridoio dove si trovava la suora, che stavolta era scomparsa. Al suo posto, per terra, si trovava una grande chiazza di sangue. Aya rabbrividì e vide a terra delle impronte di piedi nudi di colore rosso. Le seguì per un po', fino ad arrivare ad una porta. Provò ad aprirla ma era chiusa. Stava per riprovare, quando questa si aprì da sola. Aya osservò le impronte dietro di sé: potevano essere quelle della ragazzina. Sembrava che stesse cercando di aiutarla, di indicarle la strada. Quella porta che si era mossa da sola sembrava un invito ad entrare.

Mad Father - Il Padre FuriosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora