Capitolo 18 - parte due

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Sono seduta sul sedile della macchina. Aspetto mia sorella che esca di casa. Ma guarda che mi tocca fare. Non sono più una bambina, cavolo HO 16 ANNI, quasi 17 a Febbraio. È sempre così!
Giro lo sguardo cercando la sua figura, così non vedendola penso che dei giganti brutti,puzzolenti e con le pancia sporgente l'hanno rapita è portata via da qui. Ma purtroppo non è così. Ho pensato troppo presto, eccola lì con il suo vestito nero, tacchi alti del medesimo colore con sopra un giubbotto. Dice sempre che il colore nero la fa più magra e lo usa in occasioni speciali. Guarda come cavolo devo festeggiare il natale. Dopo aver chiuso la porta si avvicina. Sale sulla macchina e l'accende. Dopo la nostra discussione, lei è più dura nei miei confronti, ed io continuo ha essere arrabbiata con lei. Non mi piace continuare in questa situazione. Voglio che ritorni tutto come prima. SOLO IO E LEI. Noi due. Il numero perfetto, per me. Sono nervosa, mi stringo la cintura al petto, come uno scudo. Come sarà questo tizio? L'ultimo ragazzo aveva due brufoli per ogni guancia. Quando lo guardavo mi faceva impressione e mi nascondevo dietro mia sorella per non guardarlo in faccia. Un brivido di disgusto mi attraversa il corpo, facendo un piccolo movimento.

<<Il gatto ti ha mangiato la lingua?>> Cerca di avere un discorso con me, anche se c'è questo muro intorno a noi. Mi guarda con la coda dell'occhio non trovando una mia risposta. Quando passiamo sotto dei lampioni con la macchina, la luce di questi colpisce  gli orecchini d'argento creando un leggero luccichio e attirando la mia attenzione.
<<Quelli non sono gli orecchini della nonna?>> <<Si, perché?>> <<Come perché? Mi AVEVI detto che la nonna gli aveva persi. È quelli lì, sono i miei. Lei meli voleva regalare.>> Perché non mi ha detto che li teneva lei? Me lo poteva semplicemente chiedere. Sbuffa rumorosamente.

<<Vogliamo discutere tutto il giorno, Alyce?>> mi guarda un'attimo per poi voltare strada. Ahhh!! Quando dice il mio CAZZO di nome, sta per perdere la pazienza.
<<Quanto ci vuole per arrivare in questo stupido posto?>> Ines gira di nuovo con la macchina, però stavolta non lo fa delicatamente. Sbatto il braccio con la portiera e per finire frena di colpo. Resta indifferente e non sente pietà per me. Si gira verso di me e indica il posto davanti ha lei <<siamo arrivati IN QUESTO STUPIDO POSTO, come l'hai chiamato tu!>> La guardo cupa per poi voltare lo sguardo e ritrovarmi davanti UN ENORME RISTORANTE TUTTO IN MARMO. Ha delle finestre gigantesche dove si vede l'interno, non tutto ovviamente, però quello che si nota fa capire che non è un ristorante come tutti gli altri. Qui ci vanno solo i ricconi. Nè io e nè mia  sorella abbiamo tutti questi soldi per permetterci un posto come questo.
<<Spero che mi stai prendendo in giro.>> Mi fa un cenno di negazione con il capo. Cazzo!!! Perché non l'ho ascoltata quando mi ha detto di mettermi un vestito. Sicuramente vestita con  dei jeans e una maglietta nera darò nell'occhio, con tutte le persone che ci sono là,  avranno tutti dei vestiti lunghi e eleganti.

Ines tutta euforica esce sbattendo la porta. Un indizio c'è. Questo TIZIO è un riccone sfondato. Me lo immagino seduto sul tavolo aspettandoci con la sua grossa pancia,  con una collana argentata e con dei bracciali in oro. Per farsi notare dalle altre persone. Adesso ha un debole per i ricconi, come lui. Però non è sorpresa dal fatto che stiamo per entrate in un grosso, lussuoso e bellissimo ristorante. NO!! Per niente.
<< Muovi quelle gambe che hai, se non vuoi che ti prendo per i capelli!!>> Mi riporta nel mondo della realtà sbattendo le mani contro il vetro del finestrino.
Esco dalla macchina, credo che il mio entusiasmo di andare dentro a conoscere il suo ragazzo non c'è.  E mai ci sarà per qualche altro ragazzo. Senza che passi altro tempo esco dalla macchina. 

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<<Buona sera signorine.>> Un cameriere viene nella nostra direzione. Vestito con una camicetta bianca e i pantaloni neri come i miei. Avrà circa 22 anni, non gliene do di più. Mi fa un sorrisetto, prima di parlare con mia sorella. Se pensa che con un suo semplice sorriso, gli cado ai suoi piedi si sbaglia di grosso.
<<Avete prenotato il tavolo?>> <<Si, il mio ragazzo.>> Il modo in cui l'ha detto è suonato come se fosse la cosa più importante in questo momento. Ma dai!! Veramente? Mi sta venendo il volta stomaco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 15, 2018 ⏰

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