Capitolo 3

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Devo pensare cosa fare. È in fretta!! Prima che Christian si avvicini, il mio cervello mette in funzione ogni neurone del mio corpo e le mie gambe iniziano a correre.
《Scappa, tanto ti prendo.》riesco solo a sentire questo che esco fuori dalla mensa. Corro verso un albero abbastanza grande da coprire la mia sagoma. Mi piego sulle ginocchia per riprendere fiato, mi stiro allungando le braccia. Dopo essermi ripresa mi affaccio, stando attenta a non farmi scoprire. Quando noto che c'è campo libero, esco fuori dall'albero
《beccata!》sento dire, per poi ritrovarmi come un sacco di patate e mi scappa un urletto dalla sorpresa.
《METTIMI GIÙ!!!!》Provo a dimenarmi e tirargli i pugni sulla schiena ma sembra che su questo individuo non li faccia niente.
《SEI UN IMBECILLE DI PRIMA CATEGORIA!! MA SEI NORMALE!? MI VOLEVO SCUSARE MA TU!! (altri pugni da parte mia sulla sua schiena) NON MI HAI DATO IL TEMPO!!! BASTARDO!! STRONZO!! PEZZO DI M...》 non mi da il tempo di finire il mio insulto che vengo buttata in un sgabuzzino. Illuminata da quel poco di luce, che passa sulla piccola finestra.

《Hai finito con gli insulti!?》il viso viene illuminato da quella poca luce, formando delle ombre e i suoi occhi sono cupi. Metto le mani sulle ginocchia per rialzarmi, ma un colpo al fianco mi fa subito accasciare per il dolore. Ed altri successivi calci arrivano dopo il primo《b-basta...b-basta t-ti prego.》 La mia voce è talmente bassa che a malapena riesco a sentirmi.
Lentamente si piega alla mia altezza, mi prende la testa e si avvicina《prima che vada, ci sono delle cose che ti devo dire. Primo stai lontana da mia sorella. Secondo non parlare a nessuno di quello che ti ho fatto e terzo (soffia sulla mia guancia) tutte le volte che poso il mio sguardo su di te, stai sicura che non la passi liscio. Mocciosa, benvenuta nel tuo peggior incubo》non stacco il suo sguardo. La sua voce è tagliente, dura priva di ogni emozione. Tremo sotto la sua presa è lui si accorge. Si alza, si dirige verso la porta, senza dire più niente esce sbattendo con forza la porta. Chiudendo a chiave.

《Noo!!》 Inizio a piangere, urlo, calcio la porta fino a farmi male. Cerco di chiamare Anna, ma non c'è segnale. Il mio stomaco brontola per la fame, mi gira la testa. È arrivata la sera. Mi ranicchio su me stessa, e piano piano chiudo gli occhi.

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Mi sveglio in una camera da letto che non è mia. "Dove sono?" Penso.
Scruto con attenzione la stanza. È molto bella. Le pareti sono di un azzurro cielo. Vicino al letto c'è un comodino, di fronte ci sono delle poltrone.
Mi metto seduta sul letto, appoggio i piedi sul pavimento di legno. I ricordi di ieri, mi mettono in allerta. Mi alzo ma vengo piegata da un dolore sul fianco. 《Come ti senti?》alzo leggermente lo sguardo e vedo un bel ragazzo alto come Christian. Appogiato alla porta con un bicchiere d'acqua in mano. Corpo atletico, capelli neri, leggermente lungi sulle spalle e occhi color verde smeraldo.
Non rispondo e mi concentro sul dolore. Il ragazzo si avvicina, mi porge l'acqua e vedo che nell'altra mano a una pastiglia.

《Prendi questa, diminuisce il dolore》gentilmente mi fa sentire un sorriso, lo guardo un attimo e poi mando giù l'acqua e la pastiglia.
《Grazie》lui appoggia il bicchiere vuoto sul comodino.
《Io sono...》《loso chi sei. Alyce. La ragazza che a fatto impazzire Christian.》《Vedo che le voci corrono》dico con amarezza. 《Non ti preoccupare. Ti abituerai anche tu al suo comportamento. Io ormai lo conosco da bambino.》mi irrigidisco.
《Chi sei?》rimane in silenzio per pochi secondi, e con calma risponde.
《Io sono Alex. Faccio parte degli F4.》si mette difronte, per bloccarmi il passaggio.
《Non ho nessuna intenzione di farti del...》 la paura si impossessa di me.
《Lasciami stare!!》cerco di lo spingerlo ma lui non si sposta. 《Ascolta..》《no!! Non voglio sentire più niente!!》Alex mi lascia passare e io scappo.

Esco fuori dalla casa, anzi mi correggo dalla villa. Perché c'è una piscina enorme è un giardino anche esso grande. Secondo me se ti metti dentro ti perdi in meno di un minuto. perché assomiglia ad un labirinto con quiei cespugli, ben tagliati.
Non mi fermo troppo a guardarla perché corro a più non posso. Vedo il cancello aprirsi e senza voltarmi indietro esco da quella villa.

Dopo 10 minuti sento il telefono che mi squilla. 《P-pronto.》dico con il fiatone.
《Si può sapere, DOVE CAZZO SEI??》ci mancava anche mia sorella. Dal suo tono capisco che è arrabbiata.
《Ecco io..》mi guardo intorno è vedo in lontananza il bar dove lavora lei.
Faccio un colpo di tosse per non piangere e dico 《sono vicino dove lavori 》 Ines ( mia sorella ) mi dice di non muovermi e che arriva subito.
Infatti dopo cinque minuti arriva con la macchina, è una multipla di color marroncino.
Salgo in macchia, capisce subito che c'è qualcosa che non va《cos'è successo stavolta? 》Mi mordo il labbro per non piangere davanti a lei 《quando siamo a casa ti racconto.》
《Ho capito! Qui ci vuole un rimedio per alzarti l'umore...Fammi pensare...ah si! Loso!! STA SERA SI MANGIAA LA PIZZAAAA!!! 》 un sorriso mi spunta dalle labbra e annuisco.
Arrivate a casa, ordiniamo le pizze e mangiamo.
《Allora...mi vuoi dire cos'è successo?》Ines si infila un pezzo di pizza in bocca.
《ecco...sono stata rinchiusa in uno sgabuzzino...perché un ragazzo mi ha preso di mira》 li ho raccontanto una mezza verità. Ho preferito non dirli che mi ha picchiato e che mi sono ritrovata a casa di un ragazzo.

《COSA!? DOMANI ANDIAMO DALLA PRESIDE!》《Ines! Ti prego, per ora non fare niente...peggiori solo la situazione 》la supplico
《Cosa farai? Starai lí a non fare nulla! Scordatelo!》si alza per prendere il telefono. 《Ne ho abbastanza! Chiamo subito la scuola!!》prima che possa fare il numero, lo prendo tra le sue mani e lo lancio da qualche parte.
《VUOI ASCOLTARMI!!! Sono solo stata rinchiusa. Non mi hanno fatto niente.》 Mi posiziono davanti a lei , mi indico per farli capire che non ho nessun livido.
Apparte sotto la maglia, ma non dico niente di quello.
Mia sorella sbuffa《va bene. Cerca di non metterti nei guai. Se vedo un solo graffio chiamo subito la scuola, capito??》 Annuisco《Grazie.》 e ci abbracciamo. Mia sorella è la mia unica famiglia che mi rimane.
I miei genitori sono morti in un incidente in macchina...non mi piace farla preoccupare. Ma da quando sono entrata nella sua vita, pensa solo a me. Per questo ho detto una mezza verità. Per non creare altri problemi.

Tutto il giorno sono rimasta a casa. Ho letto qualche libro, ascoltato un po di musica e cosa più importante sto cercando di dimenticare cosa mi è successo a scuola. Nessun messaggio di Anna. Niente di niente.
Alla sera mi preparo per andare a letto, saluto mia sorella.
《Io vado a letto. Ci sentiamo domani.》《va bene. Appena esci da scuola mandami un messaggio. Così sono sicura che torni a casa》li poso un bacio sulla guancia e mi dirigo in camera mia.
"Spero che la fortuna sia dalla mia parte nei prossimi giorni " penso prima di addormentarmi.

Travolta da te! ( IN REVISIONE )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora