Capitolo 6.

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Passarono molti giorni, a quanto dicevano le ragazze, perché ormai i giorni per me erano tutti uguali.
Certo, mangiavo e dormivo, non potevo di certo accorgermi del passare del tempo.
Camila a volte cercava di parlarmi(anche se si era ripromessa di non farlo per farmi stare meglio), ma non io non le rispondevo.
Restava con me quando dormivo, quando mangiavo o nei rari momenti in cui ero sveglia, quei momenti in cui lei mi parlava.
Non fraintendetemi, io l'ascoltavo, ma non sapevo che dirle, e in più non avevo le forze sufficienti.
Ricordo solo che un giorno le dissi che doveva andare via, visto che dovevo "guarire"( anche se un cuore spezzato non si può guarire.), ma lei non ne ha voluto sapere. Si è seduta vicino a me nel letto, mi ha abbracciata e si è addormentata con me.
E devo dire che mi sono sentita meglio, ma non mi ci posso abituare. Prima o poi si stancherà di starmi dietro. Se ne andrà, non mi parlerà mai più e forse a quel punto riuscirò a calmarmi e dimenticarla.
Forse.
A volte non vorrei che mi lasciasse, ma poi penso che non mi ama, quindi dovrò soffrire e no, grazie.
Come se avessi sofferto poco per tutto sto tempo.
Anche se allo stesso tempo vorrei che restasse, perché, dio, la amo. E non si può stare lontano da chi ami.
Okay lo so, adesso starete pensando:" Ma se prima hai detto che vorresti che se ne andasse...."
Ecco, appunto.
Vorrei, ma non posso.
(*E ANCORA UN'ALTRA ESTATE  ARRIVERÀ*
okay vado via)

Sospirai, ero stanca di pensare. Così mi alzai per la prima volta dopo giorni, mi andai a lavare, mi cambiai e uscii.
Lascia giusto un bigliettino con scritto:
"Sono uscita a fare due passi. Non preoccupatevi, torno presto. Non chiamatemi, e stasera porto la pizza!
-L"
Quando finalmente uscii di casa, respirai a pieni polmoni l'aria fresca della sera.
Era veramente così tardi? Prima di uscire non avevo visto l'orario.
Ma vabbè, sarei rientrata un po' prima.
Passeggiai per tutto il parco vicino casa, guardando i bambini giocare e gli sguardi delle mamme severe.
Guardai i cani rincorrersi e giocare, restai ad ascoltare il canto degli uccellini sugli alberi, e per la prima volta dopo giorni mi sentii meglio, lontana dai miei pensieri e da Camila.
Già, Camila.
Scossi la testa per scacciare i pensieri e continuai la mia passeggiata, con varie tappe nei negozi. Feci molte compere, tra vestiti, scarpe e libri. Poi andai dall'estetista. Era da un po' che non mi dedicavo a me e alle mie esigenze, quindi passai quelle due ore alle mie esigenze.
Dopo aver finito, passai a prendere la pizza. Aspettai 20 minuti buoni in pizzeria. E indovinate, indovinate..
Camila mi tempestò di telefonate.
Alla ventesima, risposi.
"Camila?"
C-LAUREN MICHELLE JAUREGUI. PERCHÉ NON MI HAI RISPOSTO PRIMA? MI HAI FATTO PREOCCUPARE!-
Camila urlò così forte che non solo dovetti allontanare il telefono dall'orecchio, ma il commesso si girò a guardarmi scandalizzato. Io gli sorrisi imbarazzata e risposi a Camila.
"Scusa, sono in pizzeria e non ho sentito il telefono."
-Mhmh. Quando torni?-
"Fra poco."
-D'accordo. Sta' attenta. Ti voglio bene.-
"Okay, ciao."
E chiusi il telefono prima che potesse rispondermi.
Sospirai. Chiusi del tutto il telefono e andai a pagare le pizze.
Per il ritorno era buio e così presi l'autobus.
Ero sola lì dentro e cominciai seriamente a preoccuparmi quando l'autista non prese la solita strada.
"Mi scusi, ma questa non è la strada che prendiamo di solito..."
"È una scorciatoia, non si preoccupi."
Lo guardai storto e andai a sedermi.

Tornai a casa dopo due ore quando in realtà ci volevano 10 minuti.
10 MINUTI TRASFORMATI IN DUE ORE.
Altro che scorciatoia!
La pizza ormai si era raffreddata e io ero stanchissima. Inoltre, mi avevano fatto rosso il telefono. Lo avevo riacceso per avvertire che avrei fatto ritardo, e Camila di conseguenza mi tempestò di telefonate.
"Ma dove sei? Stai bene? Sei viva? Quando torni? Ho paura! Chiamami se succede qualcosa."
E cose così.
Arrivai a casa distrutta.
A malapena riuscii a chiudere la porta di casa ed andare in cucina, che mi ritrovai tra le braccia di Camila. Mi strinse forte e restammo così per un po', finché non mi staccai.
Mi allontanai un po' e indicai la pizza.
"Ho portato la pizza. È fredda, ma possiamo riscaldarla."
"Faccio io, tu vai a chiamare là altre."
Prese la pizza e la mise nel forno.
Io nel frattempo andai in bagno, mi misi il pigiama e chiamai le ragazze.
"Ragazze, sono tornata! Ho portato la pizza." Urlai dalle scale.
"LOLO!" Normani scese le scale in fretta e furia e mi abbracciò forte.
"Mani!" Ricambiai l'abbraccio.
Poi abbracciai DJ e Ally, e andammo in cucina.
Camila aveva apparecchiato il tavolo e aveva scaldato la pizza.
Mangiammo in silenzio, poi aiutai Camila a sparecchiare.
"Mi fa piacere che ti sei finalmente alzata e che almeno mi rivolgi la parola." Mi sorrise.
"Sì, beh... Ero stanca. Quindi sono uscita."
"Mi piace questa cosa. Senti, volevo dirti che io non volevo ferirti in quel modo."
"Ormai quello che è fatto è fatto. Buonanotte."
Non mi andava di ascoltare le sue scuse.
Già da come ha cominciato, ho capito che sarebbero state tutte cazzate.
E ne avevo abbastanza.
Così andai a dormire, anche se non mi addormentai prima delle 4.

Camila, Camila e Camila.
Ecco cosa diceva la mia mente.
Non ne potevo più, dovevo dimenticarla.
Così mandai un messaggio a Brad, magari mi sarei distratta un po'.
L: Brad! So che è tardi, ma che ne dici se domani usciamo?
B: Non preoccuparti Lauren! Tanto ti stavo pensando. Va bene.

Bloccai il telefono e sospirai.
Mi voleva? Era innamorato di me?
Spero di no.
Non vorrei mai farlo soffrire.
Domani ci avrei pensato.
Sentii bussare alla porta.
"Lauren, posso entrare? So che non stai dormendo."
Era Camila.
"Vieni."
Entrò e si sdraiò nel mio letto, dietro di me.
"Scusa, ma non riuscivo a dormire, così ho pensato di venire da te. Non voglio parlare, solo dormire. Okay?"
"Va bene. Notte Camz."
"Notte Lolo."
E ci addormentammo.

Spazio autrice.
PRIMA DI TUUUUTTO QUELLO CHE HO DA DIRVI, VI CHIEDO DI COMMENTARE.
Sono molto insicura in questo periodo della mia vita e vorrei sapere se la storia vi piace o no. Mi sareste veramente d'aiuto.
Poi, vorrei chiedervi una cosuccia.
Sabato sono uscita con la mia ragazza, ma da quando è venuta fino a quando è andata via volevo andarmene e non volevo che lei ci fosse.
Ora ci siamo quasi lasciate, perché io è come se non la sopporti più.
A voi è mai capitato?
Scusate il piccolo dilemma, spero di non aver commesso errori.
Vi lascio.

You make me strong.|| Camren story.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora