Capitolo 47

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Due colpetti al viso mi risvegliano dall'anestesia. Gordon mi sorride scostando la mascherina e togliendo la cuffia mentre usciamo dalla sala operatoria. Sono molto intontita e non riesco a tenere gli occhi aperti ma sono ancora viva. Dopo ore di intervento, alla fine sembra sia andato tutto per il meglio, credo e spero.
In questi ultimi giorni, sono stata sopraffatta dalle molteplici sensazioni che quasi mi hanno fatto pensare di non procedere con l'intervento. Riesco a sentire anche se poco le gambe quindi credo che questo sia un segno positivo. Riuscirò a rimettermi in piedi, devo farlo, per me stessa. Non posso dipendere dagli altri, non posso farlo ora.
I medici mi sistemano sul letto con cautela e mi riaddormento in fretta.

Sento qualcosa sulla guancia, apro gli occhi. Ethan mi guarda in modo dolce e non riesce a contenere l'emozione. Bacia le mie nocche con delicatezza. Non lo fermo, non servirebbe a niente. Ormai riesce a sopraffarmi continuamente. Mi ha stravolta e non trovo una via d'uscita, a parte che non voglio trovarne una quando si tratta di lui. Vederlo appena sveglia è la cosa più bella e preziosa che possa avere. È il mio piccolo sole nelle giornate grigie e coperte dalle nubi.
Stringo i denti e tento di sistemarmi meglio sul letto. Se ne accorge e mi aiuta con il cuscino.
«Hai sete?»
Faccio cenno di sì e lascio che mi aiuti a bere sistemando la cannuccia. Non perde un movimento ed io mi crogiolo tra le sue amorevoli attenzioni.
Fuori è già buio. In camera ci sono palloncini e piante e anche qualche bigliettino di pronta guarigione. Ethan me li legge tutti poi mi dice che si occuperà lui di ringraziare e di non preoccuparmi di questi dettagli.
Sua madre e i suoi nonni, suo padre, Eric, Max e i miei colleghi del locale. Sono lusingata. Non ho mai avuto così tante persone al mio fianco.
Anya fa capolino nella stanza con un sorriso dolce e rilassato, porge un sacchetto ad Ethan che probabilmente non avrà mangiato.
«Ti porteranno la cena a breve.» Sorride e sembra più serena. Al suo seguito entra anche Camille che mi stampa subito un bacio affettuoso sulla tempia e mi porge un peluche dolcissimo e Mark che mi dà una piccola e lieve pacca sulla gamba.
«È roba forte?», domanda indicando la sacca con la flebo.
Sorrido. «Oh sì! Vuoi provare?»
Legge la cartella dopo avere riso. Dimentico che lavora con il padre e che ha studiato per due anni medicina. Non so perché non abbia continuato.
Kate entra con la mia cena. Non fa problemi perla stanza piena di gente. Li avverte solo che devo riposare e mi chiede dimangiare tutto quanto. Guardo con una smorfia la pastina, vorrei una pizza o una lasagna. Mi costringo ugualmente a mangiare mentre i ragazzi chiacchierano tra loro.
Dalla porta entra Seth con un portatile. «Non puoi mica annoiarti. Ho già inserito i tuoi telefilm preferiti, le ultime puntate per intenderci. Le ha scelte Ethan», si giustifica.
Inizio a sentirmi stanca ma essere circondata da tutte queste persone che mi vogliono bene, mi rincuora.
«Ho saputo che era qui. Gli hanno dato dei punti sul viso credo. Gliele hai suonate eh? Qualcuno dice che tu le abbia spaccato due denti e rovinato il suo bel sorriso.»
Questo fa ridere tutti anche me anche se mi distacco un momento. Ripensare a Scott fa male così come tutta questa storia perché è anche colpa sua se sono ridotta in questo stato. Faccio finta di niente. Ethan se ne accorge e sfiora la mia mano insicuro. Non è mai stato così prima.
Dopo circa dieci minuti, manda tutti a casa con la scusa che io debba dormire e riposare. Chiude la porta e si sistema accanto con la sdraio.
Lancio uno sguardo al comodino e c'è il mio anello. Me lo hanno fatto togliere prima dell'intervento e avevo paura di non rivederlo più. Sporgo il braccio ma non ci arrivo.
«Posso?»
Ritraggo il braccio mentre Ethan prende l'anello e poi la mia mano con delicatezza. Infila il filo argentato attorcigliato sull'anulare e poi fissa la mia mano come incantato.
«Ti piace proprio. Perché?». Il suo sguardo si fa serio e distante per un momento, come se avesse paura della mia risposta.
«Perché mi ricorda un momento felice, anche se non ricordo molto di come lo abbia avuto e poi perché nessuno me ne ha mai regalato uno cosi bello.»
«Lo tieni perché sei legata al ricordo o alla persona che te lo ha regalato?»
Devo sembrargli spaesata perché lui continua,«non devi per forza rispondere».
«Lo tengo perché rappresenta un sentimento.» Sussurro arrossendo.
Spegne la luce e rimaniamo in silenzio per un po''.
«Ethan?»
«Si?»
Non riesco a parlare, non riesco nemmeno a vederlo nella penombra ma so che mi sta guardando. 
«Grazie.» Dico, «grazie per essere qui con me».
Lui non rispose ed io chiudo gli occhi ancora una volta sopraffatta dalla stanchezza.

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