Capitolo 50

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Ethan tiene le mani sul viso. Non riesco a capire di che umore sia. Come ho sempre detto, a volte è una scatola chiusa.
Il tradimento del suo amico o meglio della persona che credeva fosse il suo amico, ha di sicuro avuto un certo impatto sul suo stato d'animo. Starà provando rabbia, rammarico, frustrazione, dolore, delusione. Credo sia normale. Il problema è che è molto calmo e la sua calma, mi spaventa. Di solito ha una reazione e ora vederlo cosi distante e pensieroso mi preoccupa parecchio.
Mi faccio vicina per quanto sia possibile e poggio il palmo sulla sua schiena. Istintivamente mi abbraccia. Affonda la testa tra il mio collo e la spalla sospirando. Mi stritola nel suo abbraccio ed io non mi lamento. Quando si stacca riprendo fiato accorgendomi di averlo trattenuto per tutto il tempo.
«Torniamo a casa?»
Il suo tono ha una nota di urgenza e capisco che non vuole rovinare la serata a sua sorella. Ha bisogno di allontanarsi dalla folla. Annuisco, salutiamo tutti e torniamo a casa. La passeggiata sembra fare effetto sul suo umore. Vediamo due ragazzi strillarsi contro, ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Man mano che ci avviciniamo all'appartamento però, il suo umore subisce un ulteriore cambiamento di rotta. Inizio a sentirmi in ansia su quello che potrebbe combinare quindi afferro la sua mano. Le sue dita stringono immediatamente le mie.
Mi porta in camera e mi aiuta a sistemarmi sul letto. Mi sporgo e lo abbraccio.
«Non chiuderti», sussurro tra le sue braccia.
«Emma, ti farai male»
«Non mi interessa. Voglio solo che tu stia bene, con me», stampo un bacio sulla sua gola.
Inspira ed espira pesantemente. «Ti prego stenditi. Non...»
Lo trascino con me sul letto. Spalanca gli occhi e cerca di non cadermi addosso. «Emma non puoi fare queste cose. Sei in convalescenza e dovresti stare attenta», sbraita.
Scoppio a ridere e a piangere allo stesso tempo. Allarmato prende il mio viso tra le mani e domanda silenziosamente cosa mi succede, se mi sono fatta male.
«Ho avuto paura», inizio tra i singhiozzi, «l'adrenalina era tanta ma una volta affievolita il dolore si è impossessato di me e ho avuto paura», continuo incapace di trattenere le lacrime. «Non volevo sentire, vedere la realtà e prima di addormentarmi per l'operazione, ho solo pensato a te, non potevo lasciarti solo, non potevo deluderti ancora, non potevo allontanarti ogni volta che qualcosa andava male. Sono una pessima ragazza, non so come comportarmi e so di essere una completa delusione ma quando ho riaperto gli occhi e poi ti ho visto, ho capito che non... non volevo più lasciarti andare. Mi sento egoista ma sei tutto ciò che ho per essere felice.» Tiro su con il naso. Parlo veloce e senza un senso logico ma le parole sono proprio sull'orlo e devono uscire, lui deve ascoltarle.
«Ho avuto paura di perderti, di perdere noi.»
Ethan è sconvolto dal mio crollo e tiene lo sguardo fisso e le mani sul mio viso mentre le lacrime continuano a scendere e le parole ad uscire.
«È stata colpa mia, solo mia. Non voglio che tu ti senta in obbligo di proteggermi o in dovere di affrontare il mondo pur di non farmi soffrire. Non voglio che tu continui a dare a te stesso colpe che non hai. Sono stata io ad accettare e sono stata io a farmi male. Ti prego non... non lasciarmi ancora. Non chiudere quella porta perché ha fatto male, ha fatto tanto male». La disperazione trapela dal mio tono stridulo di voce.
«Emma...», prova a parlare e prende fiato. È sconvolto, lo sono anch'io ma non riesco più a fermarmi. Ho trattenuto a lungo troppe cose e mi sono schiantata al suolo rompendomi in mille pezzi.
«Vuoi lasciarmi vero? Non vuoi più avere a che fare con me? Lo capisco sono un totale disastro e mi dispiace...»
«Si voglio lasciarti!»
Mi blocco e spalanco gli occhi, «dici sul serio? Vuoi lasciarmi?». Il cuore precipita e si ferma per un lungo ed interminabile momento.
«Si, voglio lasciarti senza fiato grazie ai miei baci, voglio lasciarti con i segni sulla pelle come un post-it con su scritto "sei solo mia", voglio lasciarti un segno indelebile sul cuore. Chiedimi ancora se voglio lasciarti e ti risponderò di sì perché voglio lasciarti mentre dormi così sentirai subito la mia mancanza ed il mio odore sul cuscino inebrierà i sensi al tuo risveglio. Se me lo chiedi per questo ti risponderò così ma se ti riferisci ad altro, non chiederlo nemmeno e non avere dubbi su di me. Perché nonostante le cazzate, la merda in cui ci ritroviamo costantemente, io non ho dubbi su quello che provo per te. Ti amo Emma, ti amo da impazzire e hanno capito tutti cosa provo tranne te!»
Mi bacia con passione lasciandomi senza fiato, spiazzata dal suo amore stringo subito le dita sulle sue spalle e prego che questo istante non abbia mai fine. Per un momento sono caduta in mezzo al buio ma subito una scintilla mi ha riafferrata e portata verso la luce.
«Ti amo piccola, non smetterò mai di dimostrarti quanto tu mi renda un ragazzo migliore. Continuerò a fare cazzate ma non smetterò di provare quello che sento per te, quando tu mi stai così vicino e quando tu ti allontani».
Mordo il suo labbro inferiore e lui ansima. Stiamo tremando. I nostri petti scossi dall'affanno, i nostri occhi persi gli uni sugli altri.
Le sue dita sfiorano il mio viso con delicatezza. Cerco ancora le sue labbra, non posso farne a meno. Ho bisogno di lui. È entrato come un uragano nella mia vita ma non c'è giorno in cui io non ringrazi Anya per avermi portata a quella maledetta gara.
La rabbia e la delusione per il tradimento del suo amico, sembra essere passata in secondo piano. So che non rimarrà latente ancora per molto. Toglie la giacca del competo e l'appoggia sul bordo del letto.
Sfioro le sue labbra e mi sposto verso il suo orecchio poi il collo e le clavicole.
Si blocca leggermente. «Emma...», mi allontana delicatamente. «Non possiamo, tu non...», sbuffa frustrato.
«Decido per me stessa e so cosa voglio!», metto il broncio.
Sospira e passa il viso tra le mani. «Non, puoi, farmi, questo».
«Si che posso, lo sto facendo!», mi esce un sorriso perfido e torno a fare il broncio.
«Così mi ammazzi! Cosa vuoi Emma?», si stringe a me facendo attenzione.
«La risposta è semplice: te!»
Morde il mio collo sfiorando sotto l'orecchio. Il mio corpo si incendia immediatamente al suo tocco. «Non voglio farti male», sussurra continuando a tormentare la mia pelle.
«Io non voglio sprecare il completino intimo nuovo», lo stuzzico con un sorrisetto sulle labbra.
Si solleva su un gomito e mi fissa per un momento indeciso e curioso ma soprattutto sorpreso. Non mi sono mai comportata così.
Prendo la sua mano e la sposto sulle cosce. «Se sento male te lo dico subito, promesso», mi sposto lentamente su di lui e sistemo le sue mani sui miei fianchi.
Ethan sembra colto alla sprovvista, stringe leggermente i miei glutei spingendomi in su e ansimando tra le mie labbra.
«Sei sicura?», sposta le mani sulla zip e manda giù la lampo lentamente. I suoi occhi si accendono mentre segue ogni mio movimento e sfila dalla testa il vestitino. Alla vista del completino di pizzo grigio, morde le labbra e deglutisce.
Stringo la sua mandibola con le dita e lo bacio lasciando che mi stringa e si sistemi su di me. «Fermami se ti faccio male... fermami perché non riesco più a trattenermi... sei dannatamente sexy ed io sono ancora stravolto», ansima e infila la mano tra le mie cosce scostando l'intimo.
Mi esce un mugolio e il suo sorriso sulle mie labbra si allarga. Fa una battuta sconcia e si impossessa della mia bocca continuando a tormentarmi con le dita. Poggia la fronte sulla mia senza fiato. Sbottono la sua camicia e lui se la sfila velocemente lanciandola indietro. Fa lo stesso con i pantaloni poi si infila sotto le coperte e mi trascina con sé. Si sporge e spegne la lampada. Dalla finestra entra la luce della luna e delle insegne al neon dei vari negozi. È tutto così intimo e speciale.
Sento il rumore della bustina che si apre e poi le sue dita che slacciano il gancetto del reggiseno e sfilano le mutandine. Le sue dita mi stuzzicano ancora e mi ritrovo ad ansimare e ad irrigidirmi pronta ad esplodere. Perdo per un momento il contatto con il mondo poi lo sento mentre si fa strada dentro me.
Gemo e stringo le dita sulle sue spalle ancora stordita. Sistema le mie gambe con delicatezza attorno alla sua vita e si spinge su e giù ad un ritmo lento, troppo lento. Geme sulle mie labbra tra un bacio e l'altro, tra una spinta attenta e calcolata e un'altra. So che si sta trattenendo ed è frustrante.
«È troppo lento...», mi lamento succhiando le sue labbra. Questo lo fa gemere e aumenta il ritmo eccitato.
Le mie gambe si irrigidiscono e la mia pelle pulsa sotto il suo tocco e il suo calore. Raggiungo il culmine e strillo quando morde la mia spalla e si ferma affannato per riprendere il controllo.
Si scosta e toglie la protezione gettandola nel cestino poi mi afferra e mi sistema su di sé. Ancora scosso dagli spasmi e con gli occhi un po' chiusi, mi avvicina alle sue labbra e carezza la mia schiena.
Il suo cuore batte ad un ritmo forsennato. Ho bisogno di un momento per riprendermi dall'intensità del momento. Poggio la testa sul suo petto e carezzo la sua pelle tinta di nero.
«Stai bene?», continua a carezzare la mia schiena e si ferma per un momento.
Alzo il viso e annuisco ancora intontita. Sto meglio, più di quanto io mi aspettassi. Non avrei mai immaginato di potere amare una persona in questo modo, così tanto. Non avrei mai immaginato di provare molteplici sensazioni piacevoli grazie al suo tocco e alle sue labbra sulla mia pelle. Non avrei mai immaginato che il mio corpo fosse così pronto.
«Tu stai bene?», domando quando riesco a parlare.
«Ho ancora l'istinto di correre da quel coglione e farlo fuori ma tu... tu sei... la mia valvola di sfogo preferita. Non ne avrò mai abbastanza.»
Arrossisco e stampo un bacio sul suo petto prima di sistemarmi sul materasso in una posizione comoda per evitare di affaticare la colonna.
Ethan si sistema su un fianco e con l'indice tocca la mia pelle. Chiudo gli occhi e vengo attraversata da migliaia di volt da capo a piedi. Le sue dita passano dal viso al collo verso il seno poi giù. Mi irrigidisco un momento ma non lo blocco. Sento il suo fiato vicino e poi le sue labbra sulla mia spalla. Si ferma con la mano sotto l'ombelico.
Mugolo. «Continua...», parlo con voce roca. Mordo le labbra. Non ne avrò mai abbastanza neanche io e me ne vergogno.
«Sicura?», mormora sotto l'orecchio. Immagino stia sorridendo.
Gemo e porto la sua mano tra le cosce. Il suo respiro si spezza prima di farsi affannato.
Assecondo il suo tocco, il suo movimento e lo sento ansimare e gemere sulla mia pelle. «Dio, Emma...»
Mi spinge con delicatezza su di sé. Mi ritrovo a strusciarmi su di lui. Sotto il suo sguardo ardente e la sua espressione eccitata.
«Ethan...», mi esce un tono stridulo e urgente. Non riesco più a trattenermi, lo voglio con tutta me stessa. Si può volere qualcuno così tanto?
Si fa strada dentro me senza lasciarmi il tempo di realizzare la situazione. Mi esce un urlo quando passa su di me e si spinge con più forza. «Rifallo...», mormora.
Spinge di nuovo ed io stringo le sue spalle ed emetto un suono acuto e sensuale. «Cazzo... ferma piccola», rallenta ed io mugolo.
«Siamo senza protezione e non posso perdere il controllo... cerca di non... cerca di non stuzzicarmi troppo piccola».
Sento le guance infuocarsi. Sento ogni cosa in modo diverso ed è pazzesco. Inarco leggermente la schiena e dopo altre due spinte, esplodo. Ethan esce subito e sento un qualcosa di caldo sulla pancia. Non me ne curo perché le sue labbra si posano sulle mie.
Mi asciuga la pancia con la sua camicia poi mi fa infilare una sua maglietta pulita e l'intimo così non ha più distrazioni. Questo mi fa ridere. Accende le luci ed ha le guance arrossate e il petto sudato.
«È stato...»
«Rigenerante dopo mesi...», concludo.
Prende la mia mano e bacia le mie nocche. Poggio la testa sulla sua spalla e lo osservo mentre la sua mano gioca con la mia e l'anello. E' tutto mio.
Sentiamo la porta aprirsi e le risate di Camille e Seth, evidentemente ubriachi, riempire l'appartamento. Si sentono anche le voci di Anya e Mark. Dormiranno tutti qui. Ethan si sporge e spegne nuovamente la luce. Mi fa cenno di fare silenzio e mi stampa una bacio sulle labbra.

Credo di essermi appisolata quando dall'altra stanza si sentono dei rumori abbastanza forti. Batto le palpebre e guardo Ethan interdetta. Inizialmente non capisco perché sono intontita poi però mi è tutto chiaro. Quando si sentono degli strilli tappo la bocca ma non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. Ethan fa lo stesso prima di imitare i loro versi. Gli tappo la bocca per farlo smettere ma continua e mi spuntano pure le lacrime e inizia a farmi male la pancia.
Mentre i rumori continuano, si sentono anche dei passi in corridoio.
Anya sbuca dalla porta assonnata e dopo essersi assicurata di non avere interrotto niente, si sdraia sul mio letto. «Non si può dormire di la. Questa è la stanza più lontana.»
Poco dopo entra anche Mark. «Non avete dei tappi?»
Ethan continua a ridere divertito e scuote la testa avvicinandomi a sé per fare spazio sul letto. Non l'ho mai visto così sereno.
«Sembrano impazziti!», strilla Anya apposta.
«Sono senza vergogna! Qui c'è gente che vorrebbe dormire! Trovatevi un Hotel!».
Scoppio di nuovo a ridere incapace di trattenermi. Scrollo le lacrime affannata. Ethan sfiora la mia guancia e trattiene le risate.
«Buona notte!», urla Mark.
Ethan mi guarda, mi stampa una bacio sulla tempia e mi abbraccia. Chiudo gli occhi e mi addormento.

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