Capitolo 22

14.2K 598 79
                                    

Le sue labbra sono morbide, proprio come avevo immaginato sin dal primo istante rimanendo spiazzata dalla sua bellezza brutale che, come una sferzata mi ha colpita nel profondo smuovendomi dentro qualcosa di incredibilmente folle.
Le mie gambe rischiano di cedere, di liquefarsi. La mia pelle formicola. Il mio corpo si tende e fremo spingendomi verso di lui quando percepisco forte la presenza delle sue dita sulla mia pelle nuda ed esposta sul fianco destro. Le mie mani scattano muovendosi in automatico, come se conoscessero la strada, il giusto percorso che conduce all'orlo della sua canottiera posandosi sulla sua spalla.
Mi lascio travolgere da lui. Dalle sue labbra, dai suoi baci al gusto di nicotina, menta e alcol.
Ethan è come uno tsunami improvviso. È un cavo scoperto, elettricità pura. Ethan è come un mare in tempesta in grado di farti naufragare altrove, lontano. Un incendio che divampa senza freni bruciandoti la pelle, lo stomaco, il cuore. Ethan è come una miccia, una scintilla pronta a far esplodere tutto dentro di me.
Mi stringe con più forza contro il suo corpo statuario emettendo un gemito sensuale quando mordo le sue labbra spingendomi in sù per non staccarmi completamente da lui.
E non posso ancora credere di poterlo baciare seppur in un momento sbagliato. Non voglio e non provo ad allontanarmi da lui continuando ad assecondarlo, nonostante la coscienza tenti di respingere via ogni cosa di questo momento facendomi essere di nuovo la ragazza razionale e rispettosa. Ma, non ci riesco. Sono bloccata e attanagliata dalla paura che lui potrebbe riprendere il discorso di prima e trattarmi male. Non voglio nemmeno allontanarmi perché potrebbe svanire o peggio, tornare dalla sua bellissima ragazza. Perché lui è ancora impegnato. È fidanzato con... Tara.
Merda!
Il pensiero mi colpisce come un pugno in pieno stomaco. «NO!» Provo a staccarmi da lui. La sua mano ancora una volta mi trattiene premendo sulla schiena e le sue labbra si muovono sulle mie avidamente mentre gli do ancora accesso alla mia bocca permettendo alla sua lingua di toccare la mia.
Non capisco più che cosa diavolo sto facendo quando si preme su di me mandando in fumo ogni mia paranoia, ogni pensiero negativo, ogni traccia di rifiuto. Non riesco a fermarmi.
Affannata, accaldata e persa, in un momento di lucidità lo spingo via scuotendo la testa. Lui, colto alla sprovvista dalla mia brusca reazione, inspira di scatto.
I miei occhi osservano ancora le sue labbra. Sono il paradiso. Sento il suo sapore e questo mi regala un lungo brivido su per la schiena che si propaga ovunque quando elimina ancora la distanza che ci separa.
La sua mano affonda tra i miei capelli facendomi sollevare la testa. Espongo la gola chiudendo gli occhi, stringendo i pugni per non cedere al diavolo tentatore che mi si para davanti.
Il mio cervello non riesce più ad elaborare le cose. Sono letteralmente in tilt. Mi sto lasciando travolgere dalle sensazioni che solo lui è in grado di provocarmi e questo... mi fa paura. Una paura fottuta.
Ancora una volta la sua mano osa toccarmi premendo sulla mia schiena, avvicinandomi a lui. Picchio i palmi sul suo petto e lui ansima sfiorandomi le labbra, guardandomi con bramosia. Non resisto, mi sto sciogliendo come le ali di Icaro. Sono stata avventata e adesso precipiterò nel girone dell'inferno che mi spetta.
Si avventa sulle mie labbra che cercano disperate un suo nuovo bacio. Penso che non ne avrò mai abbastanza adesso che ho assaggiato che sapore ha il paradiso.
Sono baci sensuali, intimi, profondi. Baci che mai nessuno aveva ancora avuto il coraggio di darmi con così tanto impeto da farmi sentire la testa leggera.
Tutto questo è surreale, mi dico circondandogli la nuca intrecciando le dita per avvicinarlo ancora. Le sue mani scivolano sulle mie natiche e il suo corpo provoca il mio.
La sua pelle potrebbe essere paragonata al fuoco a contatto con la mia sempre fresca. I nostri respiri spezzano il silenzio in mezzo a questo parcheggio isolato.
Con straordinaria forza di volontà, riesco a staccarmi abbassando i piedi, sfiorandogli con i polpastrelli le labbra. Disegno i contorti mordendo le mie, cercando di tenere a bada l'istinto perché sto già soffrendo la perdita di contatto.
«Non possiamo», sussurro.
Nega costringendomi ad esporre la gola quando affonda il viso sul mio collo mordendomi la pelle tenendola in più punti tra i denti prima di succhiarla e poi tempestarla di baci regalandomi un'altra forte sferzata di brividi. Non ho mai provato niente di così forte e indomabile dentro. Niente di così eccitante e puro. Mi sento in estasi. Come se avessi appena assaggiato un frutto proibito.
Ad occhi chiusi schiudo le labbra lasciando uscire un gemito che blocco chiudendo la bocca perché me ne vergogno nell'immediato. In fondo lui è impegnato e qualcuno potrebbe sentirci o peggio scoprirci, visto che ci troviamo nel bel mezzo di un parcheggio isolato a poca distanza da una festa piena di alcol, scommesse e musica.
Non ho mai baciato nessuno così, neanche Scott o il ragazzo che mi ha rovinato l'esistenza prima di lui. Nessuno mi aveva regalato così tanti brividi da volerne ancora e ancora. Nessuno che meritasse davvero ogni singolo, rumoroso battito del mio cuore.
«Ethan noi non...»
«Emma», mormora affannato provando ancora a baciarmi.
Succede qualcosa davanti a noi. Scorgo un movimento e riesco a fermare il suo gesto guardando proprio alla sue spalle.
Non ho le allucinazioni. Non sono più ubriaca.
Qualcuno ci sta osservando e qualcosa mi dice che sto per passare dei grossi guai perché quando metto bene a fuoco, davanti mi si para l'immagine della dea della furia pronta a colpire, ad avvelenare un momento speciale ai miei occhi e forse destinato ad essere a senso unico per sempre.
Mi manca il fiato e agitata, in un gesto di protezione verso me stessa, spingo Ethan sentendomi colpevole e stronza. Non ho nessuna scusante. Non ho una giustificazione al mio deplorevole comportamento.
Sono appena stata colta sul fatto proprio da lei, dalla ragazza dagli occhi spalancati, inquinati dalla furia. Puntati su di me. Non sul ragazzo che ha scatenato tutto questo.
Mi guarda con una smorfia di disgusto. Lo farei anch'io al suo posto. E mi piacerebbe tanto ricompormi, ma rimango immobile, in attesa del colpo finale; quello che con ogni probabilità mi ucciderà. In fondo lo so, so come andranno le cose. Non mi aspetto di certo qualcosa di diverso.
Ethan non lascerà mai Tara. Per me non prova di certo ciò che prova per lei. In ogni caso lei mi renderà la vita un inferno e non mi permetterà mai di stare con lui, neanche come amica. Mi farà a pezzi.
La cosa orribile è che tutto questo sta succedendo proprio a causa mia. Sono stata io ad innescare tutto. Ho spinto io Ethan a reagire e forse è giunto il momento di prendermi ogni conseguenza senza fare la vittima perché sono io la stronza della situazione. Sono io quella che ha provocato un ragazzo impegnato. E, so già come mi definirà quando aprirà la bocca.
Quando Tara si avvicina, i pugni stretti in vita e lo sguardo assente, come quello di un killer, mi irrigidisco.
Ha qualcosa in mente. Riesco a leggerlo dal suo sguardo.
Dio, in che cosa mi sono cacciata?
Ethan, fa un passo avanti sbarrandole la strada. Perché farmi da scudo? Crede che io non sappia difendermi?
Tara si ferma. «Ethan, togliti di mezzo», sibila a denti stretti continuando a fissarmi in cagnesco.
Ethan nega scrollando la testa avvicinandosi a lei. Prova a toccarla e lei lo spinge. «Fai sul serio?»
È un po' troppo seria. Io avrei reagito male sin dal primo istante. Lei... appare colta alla sprovvista, infastidita ma non furiosa in senso di gelosa. Non so che cosa pensare, mi sento confusa.
Ethan volta leggermente il capo. «Emma, puoi lasciarci soli? Trova Anya, vi raggiungo subito.»
Sono troppo scossa per muovermi. Continuo ad osservare Tara e so che vorrebbe solo sfogare la sua rabbia su di me. Come darle torto?
«Emma!» alza il tono della voce ripetendo ancora il suo ordine senza ammettere repliche.
Solo allora muovo un piede dietro l'altro. Giro intorno all'auto confusa.
Sento un certo scompiglio alle mie spalle poi vengo afferrata e sbattuta contro il paraurti di un'auto. La mia spalla fa tremendamente male e dalla mia bocca sfugge un urlo di dolore. Vengo sollevata ma questa volta riesco a liberarmi dalla sua presa.
Tara prova ad artigliarmi la carne solcandola con le sue unghie laccate di rosso, come un toro che non vede altro.
Riesco a spingerla via. Non ho nessuna intenzione di fare a botte con lei.
«Tara, smettila», Ethan prova a dividerci ma lei lo minaccia facendolo indietreggiare forse per non farmi male colpendomi accidentalmente nel tentativo di allontanarla.
«Stai perdendo la testa», prova a parlarle ma lei si rivolge subito a me.
«Sai cosa penso davvero di te sin dal primo istante in cui ti ho vista accanto ad Anya all'Università mentre camminavate prima di fermarvi e poi vederti nascondere per non avvicinarti a lui? Che sei una lurida puttana. Sei una stronza che finge di essere tanto dolce ma nasconde l'anima di una finta santarellina», ringhia spingendomi.
«Tu eri lì?» Ethan riflette sulle parole di Tara.
Annuisco impercettibile. «Non mi aspettavo di vederti e lei...»
«Io sono corsa tra le sue braccia di proposito perché ho il radar per le puttane come te!» ringhia. «Credi che non sappia cosa sia successo alla gara? Le voci girano e anche in fretta», mi spinge abbastanza forte.
Barcollo facendo due passi malfermi all'indietro e per poco non mi ritrovo con il culo a terra, sull'asfalto caldo.
Il parcheggio sta iniziando ad affollarsi. Un gruppo di persone si ferma con la scusa di una sigaretta godendosi nel frattempo lo spettacolo più umiliante della mia vita.
«Non è come dicono. L'ho solo accompagnata a casa», replica con una certa irritazione Ethan.
Tara lo guarda storto. «Ma sentilo. E allora perché quando lei ti ha rivisto è scappata inventando le scuse più assurde per non uscire con noi? Guarda caso vengo a scoprire che è la coinquilina di tua sorella e poi... ah c'è anche quella sera in cui vi ho sorpresi a discutere in cucina. Devo continuare?»
«Adesso smettila. Sei ubriaca», Ethan si mette davanti a me.
Tara non sembra averlo sentito. Lo spinge via come un insetto e ancora una volta prova ad avventarmisi addosso.
«È come dice lui, non è successo niente. E non volevo avere problemi con te, per questo ho fatto finta di avere dimenticato qualcosa e di sentirmi male. Per questa ragione ho discusso con lui in cucina. Volevo evitarlo per non... farti un torto», spiego tranquilla.
«Smettila di mentire. Ho capito che ti piace. Ma non avevo ancora capito quanto», sibila provando a colpirmi.
Stringo il sul polso torcendolo per bloccarla contro lo sportello dell'auto e lei urla.
«Non ho mai detto niente su questo. E non sono riuscita a nasconderlo bene a quanto pare», rispondo a tono non riuscendo a trattenermi.
Ethan contrae la mandibola mentre Tara irrigidendosi, proprio come se l'avessi appena colpita nel profondo smette di dimenarsi.
Non so perché ho appena ammesso che Ethan mi piace e mi è piaciuto sin dall'inizio. Sono stanca di essere trattata male da chi non mi conosce e di nascondere quello che sento per paura di un malinteso.
«Come?» balbetta.
Con la coda dell'occhio scorgo l'arrivo di altre persone e quando guardo, al gruppo di spettatori si sono aggiunti anche Anya e Mark. Penserò all'imbarazzo più tardi, mi dico affrontando una cosa alla volta.
Prendo un respiro. «Vuoi la verità? Non ho mai negato che Ethan mi piace. Non ho mai nascosto l'attrazione che sento. Ma non l'ho mai provocato e ho sempre cercato di rispettare la sua relazione con te. Lui può confermarlo», parlo pacatamente. «Abbiamo avuto molte occasioni ma non è mai successo niente perché lui...» deglutisco a fatica. Non voglio dirlo. «Lui ama solo te.»
«E quello di poco fa come me lo spieghi, eh? Credi che io sia così stupita da crederti?»
«Quello che è successo prima è successo e basta. Siamo tutti ubriachi. Non succederà più», la fisso negli occhi con sincerità. Sono proprio al limite e sto per scoppiare.
«Questa non è una giustificazione», Tara mi dà uno schiaffo abbastanza sonoro da far trasalire chiunque attorno. «Lurida puttana!»
Sfioro la guancia ridendo istericamente. Attorno non vola una mosca, rimbomba solo il suono stridulo della mia risata. «Tutto qui quello che sai dire? Credi che io non lo sappia? Dovrò convivere con il fatto che mi piace un ragazzo fidanzato con cui ho appena avuto un momento di smarrimento. E sai una cosa? Mi è piaciuto baciarlo!» urlo di proposito provocandola. «Mi è piaciuto sentire il suo calore sulla pelle e sentirmi davvero bene tra le sue braccia. Mi è piaciuto e a quanto pare anche a lui, altrimenti non avrebbe mai chiesto il bis.»
Tara diventa paonazza e quando prova a saltarmi addosso scanso il colpo afferrandola e scaraventandola su un parabrezza con una rabbia che non mi appartiene e con una forza in grado di provocarle la rottura di qualche osso.
Ringhia dal dolore ma nessuno prova a fermarci, neanche quando dal suo naso inizia a colare copiosamente il sangue.
È una questione tra donne. Una questione di sentimenti. E nessuno ha il diritto di mettersi in mezzo.
«Devi stare alla larga da lui. Se ti rivedo, ti ammazzo», minaccia provando a divincolarsi. Premo la sua guancia contro il finestrino dell'auto. «Credi che io abbia paura delle tue inutili minacce? Ho passato cose ben peggiori di una ragazzina gelosa, credimi. Poi lascia decidere lui una volta tanto e non asfissiarlo con le tue stronzate da viziata perché se si è eccitato con un bacio io... mi farei qualche domanda sul vostro rapporto», lascio la presa allontanandomi da lei.
Anya staccandosi da Mark dopo avergli lanciando uno sguardo complice e avere notato il mio furioso, mi porta subito in mezzo alla folla prima di fermarsi per valutare i danni.
«Non ho un graffio», esclamo agitata.
«Per fortuna», replica sfiorandomi la guancia che sento pulsare ancora a causa dello schiaffo.
Nonostante la musica e il caos io continuo a sentire le urla di Tara e quelle di Ethan prima di vederlo sollevarla di peso e trascinarla altrove mentre lei scalcia dimenandosi rabbiosa.
Mi sento improvvisamente persa, vuota. Mi manca persino l'aria. Non so che cosa le dirà, so solo che è finita. L'attimo di perdizione, di amore, di passione, è sparito, si è dissolto nel giro di pochi minuti tra me e lui. Siamo bruciati in fretta come una stella. In più dopo quello che ho detto su di lui... dubito che voglia ancora parlarmi.
Gli occhi iniziano a pizzicare ma ricaccio dentro il grosso nodo dicendomi mentalmente di essere forte. Lo devo a me stessa, perché mi sono finalmente liberata lo stomaco dalle vespe assassine che per intere settimane hanno punto le mie viscere avvelenandomi la mente fino ad implodere.
«Ok, adesso mi dici che cosa diavolo sta succedendo tra te e mio fratello e non voglio sentire bugie», Anya inizia la sua raffica di domande.
Ci sediamo sugli spalti, a distanza dal caos. Mi offre subito una birra mentre io svuoto il sacco partendo proprio dall'inizio. Non trattengo neanche i dettagli, le sensazioni. Lei è mia amica e so che capirà mettendo da parte il fatto che Ethan sia suo fratello. So anche che sarà sempre dalla mia parte. Lo vedo attraverso i suoi grandi occhi furbi.
«Ho provato a stare lontana da lui. Dio, mi dispiace», sussurro fissando la punta delle scarpe cercando di controllare il tremore nella voce.
Scendiamo dirigendoci verso uno dei muretti bassi dove vi è una serie di bottiglie pronte per essere distrutte a colpi di fucile a pallini e palle da baseball.
«Ti scusi per avere baciato mio fratello nel parcheggio di un posto isolato e per avere fatto a botte con la sua ex ragazza odiosa? Scherzi? Se me ne avessi parlato prima, ti avrei aiutata», sorride con decisione.
Questo suo commento mi provoca un sorriso. Istintivamente l'abbraccio.
«Grazie», le sussurro.
«Emma, ti voglio bene e non permetterò a nessun'altra di rovinarti questo momento.»
«Ero preoccupata», ammetto.
«Riguardo cosa?» Mark si avvicina cingendomi le spalle con un braccio. Dimostra così il suo affetto. Per lui questo è il gesto della protezione.
«Avevo paura di essere giudicata o additata. Non volevo deludervi», arrossisco. «Insomma, non sono una... "troia"», dico senza mezzi termini.
Mark sorride scuotendo la testa mentre Anya strofina una mano sulla mia spalla. «Ti appoggeremo sempre, perché tu e mio fratello... siete una bomba. E tu non sei una poco di buono. Sei la nostra amica.»
Evidentemente, avevano capito tutti che tra me e Ethan c'era qualcosa ma nessuno aveva il coraggio di dirlo alla diretta interessata. Nemmeno io riesco ancora a capacitarmi. Ho creato davvero un casino ma il danno lo abbiamo fatto in due e ormai è irreparabile.
Guardandomi intorno e non vedendolo arrivare inizio a sentirmi in ansia. Non oso immaginare come mi sentirò quando lo vedrò con Tara e lei farà in modo che lui mi allontani dalla sua vita.
«Emma»
Io Anya e Mark ci voltiamo di scatto mentre i miei nervi si tendono. Anya sorride immediatamente prendendo a braccetto Mark, io invece barcollo leggermente, pronta ad avviarmi verso il patibolo. Sono troppo tesa e basterà un niente a farmi crollare.
«Vi lasciamo soli.» Anya da una pacca al fratello il quale si avvicina con le mani dentro le tasche e un'espressione indecifrabile. Sa essere ermetico e criptico allo stesso tempo. Mi confonde.
Il mio cuore sussulta quando si siede accanto. Non riesco a guardarlo e mentalmente preparo qualche insulto da dirgli. In realtà sono davvero tanti, uno più orribile dell'altro. So che non servirà a niente, ma questa distrazione mi permette di ragionare a mente lucida preparandomi al peggio.
«Non so da dove iniziare...», si gratta il mento guardandomi.
Mi alzo di scatto facendolo sussultare. «Risparmia i discorsi lunghi e vai al sodo, Ethan. Anzi, mi dispiace, sono stanca di sentire stronzate quindi evita pure il discorso perché ho capito benissimo come saranno le cose da adesso. Ti auguro il meglio con lei», mi trema la voce e mi allontano.
Arriva forte la tristezza. E mi sento stanca. Non riesco più a combatterla.
Ho paura di esplodere, devo proprio andarmene da questo posto e prendere le distanze prima di impazzire. Voglio tornare a casa, nascondere la testa sotto il cuscino e lacerarmi dentro fino allo sfinimento per l'umiliante serata; poi rimettermi in sesto e andare avanti come se niente fosse.
Perché non posso. Non posso restare ferma a guardare i pezzi della sua vita incastrarti con quella di un'altra che non sono io. Non lo accetto.
Due mani forti mi strappano dalle mie farneticazioni. Ethan mi spinge contro la sua auto. Spalanco gli occhi colta alla sprovvista.
«Scapperai sempre da me vero?» chiede con un tono basso in grado di trascinarmi a fondo.
Come al solito mi perdo dentro i suoi occhi azzurri come il cielo limpido d'estate. Occhi a tratti stanchi di lottare e pieni di quei vuoti ingigantiti dal niente che ci circonda.
Non mi lascia neanche il tempo di rispondere. Le sue labbra si posano sulle mie con forza.
Cerco di staccarmi, di dirgli che per me non è più un gioco perché provo molto di più di quanto io voglia lasciargli credere e più di quanto io stessa voglia ammettere, ma lui non me lo permette.
«Ho lasciato Tara, Emma. Gliel'ho detto. È finita con lei. È finita perché voglio solo te!», sussurra sulle mie labbra tenendo fermo il mio viso.
Le mie gambe tremano. Chiudo gli occhi e appoggio la fronte sulla sue labbra. «Dimmi che non stai mentendo», sussurro alzandomi sulle punte posando i palmi sul suo petto.
«Non sto più con lei da quando ti ho conosciuta. Ti prego, devi credermi.»
Le nostre labbra si toccano ma sono ancora troppo spaventata per lasciarmi andare del tutto. Ho paura di cosa succederà domani o tra qualche ora. In fondo, li ho beccati nel nostro appartamento o stavano solo iniziando?
«Baciami», sibila stringendo la presa.
Ansimo ed istintivamente stringo i suoi capelli prima di ricambiare il suo bacio. Stupisco anche me stessa quando gemo ma non me ne importa niente. Voglio questo ragazzo sin dal primo istante in cui l'ho visto. Ero troppo orgogliosa per ammetterlo e troppo spaventata per accettarlo.
Di colpo mi stacco. «Che ore sono?» chiedo affannata cercando di riprendermi.
Inarca un sopracciglio. «Ha importanza adesso?»
«Si, devo fare sparire i vestiti prima che Anya entri nella mia stanza senza permesso», lo guardo preoccupata. «E so che lo farà perché lo fa sempre da un paio di giorni.»
Pensa subito ad una soluzione stringendo le labbra. «Che ne dici di venire da me?»
«Ethan, non ho tempo per...»
«Sto dicendo che puoi lavorarci a casa mia, nessuno ti disturberà», mi dà un altro bacio aprendomi la portiera per farmi salire in auto.
Indugio e lui mi sorride con dolcezza. «È tutto ok, Emma. Respira», sussurra sulle mie labbra.
Chiudo gli occhi spaventata. «Dimmi che non mi sveglierò urlando e che tu ci sarai ancora domani», sussurro agitata.
«Ci sarò. Vuoi che te lo prometta?»
Nego. Lui schiocca un altro bacio veloce. «Andiamo, Anya sta rientrando a casa e abbiamo poco tempo. Se non vuoi che io corra beccandomi una multa...»
«Ok, andiamo», strillo entrando in auto.
Il viaggio dura poco e non me ne accorgo nemmeno perché continuo a sentirmi sulle nuvole. Non sto attenta alle auto che sfrecciano superandoci, al limite di velocità, ai palazzi che scorrono appannati davanti ai miei occhi.
Entrata in casa noto che Anya e Mark non sono ancora arrivati per cui lascio uscire un lungo sospiro.
Raccolgo i disegni, i tessuti che tengo ben conservati nel plastico. Sistemo la macchina da cucire dentro la scatola e come ultima cosa rimetto il tutore perché, durante la breve lotta contro Tara, ho sentito la gamba cedere.
E' sempre un trauma doverlo fare perchè è come rivivere la stessa storia infinite volte e riprovare lo stesso identico ed autentico dolore.
Ethan si appoggia allo stipite con il telefono tra le mani. Mi sorride come un bambino. Ha una strana luce negli occhi.
«Ho avvisato mia sorella che ti rapisco per qualche giorno, sempre se per te va bene e non hai altri impegni.»
Mi blocco guardandolo perplessa. Qualche giorno? Cosa? Credevo fosse per una notte. Batto le palpebre per capire cosa significa.
Sorride avvicinandosi. Sfiora la mia guancia provocandomi un brivido. Mi alzo sulle punte e lo bacio a stampo.
«Ti serviranno dei vestiti e un borsone», fa notare guardandosi attorno.
«Vuoi davvero...»
Annuisce, così, in breve preparo un borsone. Ethan prende gli abiti e tutto il resto caricandoli in auto mentre guardo la mia stanza con una strana nostalgia. Non so, è come se non dovessi vederla mai più.
Per non destabilizzarmi, scrivo un messaggio ad Anya.

UnstoppableDove le storie prendono vita. Scoprilo ora