Capitolo 4

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«Non provarci nemmeno!»
Strillo correndo sul prato nel tentativo di schivare il palloncino d'acqua che Scott tiene in mano ed è pronto a lanciarmi addosso vincendo così una battaglia che dura da circa un'ora.
In una giornata calda e di sole come questa, sotto gli alberi, all'aria aperta, abbiamo deciso di fare un picnic nelle vicinanze del parco acquatico e botanico e con noi ci sono anche Sasha e il suo bambino. Settanta centimetri di allegria, due occhietti vispi quasi neri, sguardo dolce, simpatico e vocina stridula ma divertente. Non somiglia molto a Sasha. Deduco abbia preso tutti i caratteri ereditari dal padre. Un ragazzo ignoto.
A Scott piace molto scherzare con lui. Vanno d'accordo e si conoscono solo da poche ore. Si sa che i bambini hanno sempre la capacità di adattarsi a tutto, ma quei due scherzano come se si conoscessero da una vita.
Non riesco ancora a credere che usciamo insieme da più di due settimane io e Scott. Ci siamo visti ogni giorno al lavoro mentre nei weekend abbiamo organizzato delle uscite per stare da soli. Beh, tranne oggi, visto che Sasha ha deciso di auto invitarsi dopo una serie di domande e insistenze. Credo che abbia anche fatto pressioni a Scott perché ogni tanto noto qualche sguardo complice tra loro. Non so, si capiscono al volo. La cosa da un lato mi destabilizza mentre dall'altro mi trovo bene con lui e a poco a poco sto iniziando a sciogliermi e a fidarmi allontanando ogni paranoia dettata dalla mia gelosia.
In parte si sta proprio dimostrando il ragazzo che pensavo: solare, intelligente, gentile e premuroso. Tutti pregi che apprezzo in una persona. So che ha anche dei lati negativi ma li accetterò perché è questo quello che si fa quando c'è interesse: si accetta l'altro così com'è. Non posso ancora dire di esserne innamorata perché per quello ci vuole del tempo ma siamo sulla giusta strada per costruire le basi di una storia.
L'aria è calda e il posto circondato da coppie, amici degli animali, alberi, teli sparsi ovunque e musica, tanta musica. Questa si sprigiona dalle casse di un gruppo di ragazzi entusiasti e forse anche un po' fatti.
Sasha è andata a prendere del gelato con il bambino dopo avere fatto una gara ed esserci inzuppati da capo a piedi, ma Scott tiene ancora in mano l'ultimo e non ha intenzione di cederlo.
«NO!»
Strillo quando mi ricorre e noto di non avere spazio a disposizione per scappare. Sono braccata dalla moltitudine di persone e oggetti sparsi qua e là ad impedirmi la fuga.
«Non farlo!»
Alzo le mani per proteggermi.
«Non mi convinci così, signorina», ridacchia.
Metto il finto broncio guardandolo con gli occhioni nel tentativo di distrarlo. So di avere almeno una possibilità. Solo in questo modo posso salvarmi e vincere.
Lui abbassa subito il palloncino avvicinandosi. L'istinto mi dice di correre ma rimango impalata.
«Sei scorretta lo sai?» brontola divertito.
Ridacchio «Ah si?» Inarco un sopracciglio e quando fa un altro passo avanti con sguardo serio, mi viene l'istinto di strillare come una ragazzina ma cerco di trattenermi mordendo il labbro e continuo a tenere il broncio.
«Uhm, uhm», annuisce e siamo a pochi centimetri di distanza. Alzo lo sguardo e lui abbassa il suo.
Gli sorrido perfida riuscendo a rubargli il palloncino che scoppio lanciandolo contro un albero. Scott inizia a ridere poi afferrandomi per i fianchi mi trascina sul prato proprio su di sé. Trattengo il fiato. Non è mai stato così diretto. Ci ritroviamo vicinissimi. Lui rotola e finisco sotto il suo peso. Inizio a ridere, non una risata breve ma una spensierata e piena di gioia sincera. Non ridevo così da tempo. Metto la mano davanti e lui la blocca sulla mia testa.
«Non nascondere il tuo meraviglioso sorriso.»
Arrossisco guardandolo negli occhi, due sfere verdi che alla luce diventano chiarissime. Mi ci perdo per un momento mentre le sue labbra si avvicinano alle mie. Il mio cuore ha un sussulto. Questo suo gesto mi coglie impreparata.
Voglio baciarlo?
Cerco di non riflettere troppo. Sfioro le mie labbra con le sue. Sentiamo una presenza vicina e ci scostiamo. Quasi lo spingo notando due occhi penetranti e chiari come il mare in tempesta posarmisi addosso come una cascata gelida. Trattengo il fiato sentendo il mio cuore protestare battendo più forte del previsto. Le mie guance si incendiano quando alzando lo sguardo noto Ethan a poca distanza. Se ne sta impalato, un sacchetto tra le mani. Il suo petto si alza e si abbassa lentamente mentre i suoi tatuaggi in bella mostra sembrano muoversi e prendere vita ad ogni respiro. Mi si mozza letteralmente il fiato. Non so che cosa fare. Perché mi coglie alla sprovvista?
Sasha mi si para davanti interrompendo il nostro breve, intenso, scambio visivo.
Che tempismo perfetto, penso. Forse è destino!
«La granita», ripete mettendomi davanti un bicchiere pieno al limone con una cannuccia e una fetta d'ananas sul bordo. Prendo ciò che mi offre ringraziandola distrattamente, tornando con lo sguardo sulla sagoma alle sue spalle. Nessuno lo nota? Sto avendo una visione?
Sento la voce di Scott attutita mentre dialoga con Sasha che si lamenta della lunga fila e dei capricci del figlio. Scott ride interagendo con loro mentre io mi perdo. Mi perdo di nuovo. Ci si può perdere negli occhi di una persona così tanto da non riuscire più ad uscirne?
Credo di essermi appena persa nell'intensità oscura del suo sguardo. Non trovo più la via d'uscita.
Ha questa cosa lui che non so cosa sia. Continua ad attrarmi con una forza magnetica tale da farmi male. Mi sento come una falena attratta dalla luce.
La magia si spezza con l'arrivo di Tara. Prendendolo a braccetto gli sorride ammaliandolo.
Distolgo lo sguardo bevendo un sorso di granita per placare l'incendio che divampa dentro al petto.
Saetto con gli occhi ovunque. Ciò che vedo però mi turba. Non so, forse Scott sta flirtando con Sasha. Quei due stanno di nuovo comunicando in quel modo silenzioso.
Non riesco proprio a capirlo. Su certi aspetti è ancora una scatola chiusa per me. Nel profondo sono consapevole che è un tipo ambito ed attraente. Piace molto a Sasha, glielo leggo negli occhi quando lo guarda.
Ho sempre avuto paura di affezionarmi alle persone o peggio: innamorarmi. Inizia a mettermi ansia il pensiero di essere presa in giro da un tipo come lui. Non voglio dipendere da qualcuno come fanno tutte le persone. Io voglio dipendere solo da me stessa. Magari è egoista pensarlo ma se c'è una cosa che ho imparato nella vita è quella di non aggrapparsi mai a qualcuno senza prima avere inserito le dovute misure di sicurezza.
Ho improvvisamente paura di essere delusa ma so che Sasha non mi farebbe mai stare male. La ritengo un'amica e non riesco a capire perché penso a tutto questo, forse perchè mi rendo conto di iniziare a tenerci a lui e ad avere paura che da un momento all'altro, tutto possa cambiare e distruggermi.
Oppure stai solo cercando di non pensare a quegli occhi che continuano a rapirti e poi ferirti, suggerisce la vocina dentro la mia testa.
«Ehi?» Scott mi sfiora una guancia prima di pizzicarla.
Lo guardo persa per un momento poi mi riscuoto e sorrido. Che imbarazzo!
«Dove eri?» domanda Sasha intenta a ripulire il visetto del suo bambino sporco di gelato al cioccolato. Non credo voglia saperlo davvero. La granita tra le mie mani invece si è sciolta e al posto della soffice nuvola bianca adesso c'è solo un piccolo pezzo di ghiaccio in mezzo all'acqua che sa di limone.
Mi vergogno immediatamente. A volte dimentico dove mi trovo, con chi sono richiudendomi nella mia bolla e non faccio altro che pensare, mi spappolo il cervello in inutili punti interrogativi quando la soluzione è semplice: dovrei solo vivere il momento.
«Oggi ci voleva proprio un pò di relax.» Sasha lancia il tipico sguardo malizioso a Scott.
Perché continua a guardarlo così? Mi irrita.
Mi alzo andando a gettare il bicchiere quasi con rabbia. Sento dei passi di corsa, mi volto e sbianco. No, non una seconda volta mi dico.
Ethan si avvicina gettando qualcosa. Basta l'odore persistente della sua colonia firmata D&G a confondermi.
Lo sguardo che mi rivolge mi fa tremare le gambe. Non un ciao, non un 'come va'. Solo un semplice sguardo in grado di tormentarmi. Scuoto la testa e superandolo ritorno indietro.
«Tutto bene?» Scott corruga la fronte mettendo un braccio sulle mie spalle. Mi volto quel tanto che basta per notarlo ancora a poca distanza: sguardo duro, pugni stretti, vene in evidenza.
«Si», sorrido dandogli le spalle.

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