Capitolo 43

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Il giorno arriva troppo in fretta. Passo la mattinata a fare le pulizie e poi sistemo i nuovi indumenti che ho acquistato nell'armadio.
Eric mi ha mandato un messaggio, vorrebbe vedermi nel pomeriggio per svagarci. Evidentemente ha bisogno di parlare ed io di evitare Ethan che si è piazzato in casa e più volte ho rischiato di incrociare il suo sguardo. Ho saltato pure il pranzo pur di non sedermi a tavola e dargliela vinta. Non posso cedere, non posso permettere che mi spezzi ancora una volta il cuore. Mi vesto velocemente ed esco di casa senza avvisare. Non sono una ragazzina, nella vita ho dovuto fare tutto da sola e non posso dipendere da qualcuno così tanto.
Eric mi aspetta su di una decappottabile bianca. «Molto sobria e poco vistosa», è il mio commento sarcastico.
Ridacchia e mi porta a zonzo per la città. Prendiamo un gelato e chiacchieriamo al parco della sua storia. È davvero preso da questo ragazzo e non posso che esserne felice.
Il telefono vibra.

Anya: "Dove sei?"

Emma: "In giro"

Anya: "Un altro appuntamento? :/ Eric?"

Emma: "Niente terzo grado. Sono con Eric, aveva bisogno di parlare. Torno questa sera."

Eric mi guarda curioso e gli spiego che Anya tende ad essere iperprotettiva ma lui non fa storie. In parte conosce i miei amici.
«Per fortuna non gareggi», sorride.
Ho una brutta idea. «E se tu mi insegnassi a guidare?»
Eric si illumina e senza esitazione fa delle telefonate. Aggrotto la fronte e chiedo spiegazioni ma non mi da nessuna risposta, al contrario mi porta in una zona isolata, una sorta di pista. Arriviamo li dopo venti minuti e c'è una piccola auto, un signore che sta sistemando dei birilli sull'asfalto.
Inizio a sentirmi nervosa. Ho avuto una pessima idea. Ora cosa faccio? Mi tiro indietro?
«Manca solo l'istruttore, arriverà a breve»
Quando vedo l'auto di Seth sbianco. «Sai che glielo dirà vero?», brontolo.
«Lo verrà a sapere comunque. Non preoccuparti di Seth l'ho già avvisato ed è un ragazzo che se parla, rischia grosso», ghigna ma la cosa non mi fa sentire sicura.
Seth mi abbraccia e poi mi fanno salire in auto. Sistemo gli specchietti e il sedile poi infilo la cintura. Le mani continuano a tremare e sento l'ansia montare nel petto. Seth mi spiega come avviare il motore e mi incita a provare eccitato.
«No, non ce la faccio. Mi dispiace. Io, io avrei dovuto evitare. Vi ho fatto perdere tempo. Mi dispiace», slaccio la cintura ed esco dall'auto.
Eric mi corre dietro mentre scoppio in lacrime.
«Sono quasi morta e non credo di potercela fare. È come affrontare di nuovo un drago dopo che ti ha mozzato un braccio. La prima volta è coraggio, la seconda, è solo stupidità.» Scuoto la testa e cerco di riprendere fiato e di scrollare le lacrime.
«Ma sei salita più volte su di un'auto e ora devi guidarla. Il coraggio non ti manca per affrontare il tuo drago tesoro.» Mi stringe una mano per incoraggiarmi e torna in auto.
Mi volto e vedo Seth che mi saluta con la mano e un sorriso. Faccio un grosso respiro e asciugo le lacrime. «Ok, posso farcela» continuo a sussurrare.
Seth e Eric non mi giudicano, pazientano e cercando di spiegare cosa devo fare. Riesco ad accendere l'auto ma prima di premere sull'acceleratore e rilasciare la frizione, l'auto si spegne.
«Riprova.»
Riesco ad accendere e a guidare per due metri prima che il panico torni quando nella strada vicina sbuca un tir.
Scendo di corsa dall'auto e mi piego sulle ginocchia. Seth si avvicina e posa una mano sulla mia spalla.
«Non so cosa hai passato e cosa provi ma se non affronti il tuo problema, non riuscirai mai ad andare avanti. Guarda il lato positivo Emma, non avrai più paura, sarai più forte e renderai orgogliosa te stessa. Te lo devi. Stai già provando ed è un gran passo avanti. Adesso basta frignare, alzati e torna a guidare, dobbiamo fare un percorso completo.» Mi porge la mano e mi riporta in auto.
Passiamo circa un'ora a fare avanti e indietro e riesco a reggere la tensione. Alla fine un po' tremante esco fuori dall'auto e torno a respirare. Non pensavo che affrontare la propria paura fosse così estenuante. Mi sento sfiancata e mi serve giusto un momento per riprendermi.
«Sai che questa settimana gareggerà vero?», Seth sorride e raggiunge la sua auto.
«Ti farò il culo a strisce se glielo dirai!», gli urlo contro.

Eric mi porta a cena in un piccolo ristorante italiano. Domanda se sto davvero bene, cosa penso e cosa sento. È molto premuroso e quando mi vede tremare poggia la sua mano sulla mia per rassicurarmi. Mi riaccompagna a casa quando è ormai buio.
Entro e sento le risate di Camille e Anya dal soggiorno. Sembrano su di giri. Saluto e mi dirigo in camera senza soffermarmi troppo.
Anya mi segue subito con le mani sui fianchi. Dal modo in cui mi guarda, capisco che vuole delle risposte. Sbuffo e mentre mi strucco, le spiego cosa ho fatto. Inizialmente non dice niente ma noto che il suo sguardo è cambiato.
«Glielo dirà», storce le labbra.
«Lo so ma non è una decisione sua. Spetta a me decidere cosa fare e con chi stare. Lui ha fatto la sua scelta, io farò la mia. Ormai è finita», getto il batuffolo nel cestino e sciacquo il viso per nascondere le lacrime.
Ad Anya non sfugge e mi abbraccia. «Hai trovato ottime distrazioni dal cinema alla palestra al corso di autodifesa, ora pure questa follia della scuola guida, ma questo non ti farà dimenticare cosa provi. Dovresti venire alla gara. Dopo di che... continuerai per la tua strada e lui per la sua. Però, dovresti venire. Sono sicura che lui vincerà se tu sei al suo fianco».
Rimasta sola, mi siedo sul letto e prendo l'album da disegno dove ho il bozzetto del mio abito per il matrimonio. Dovrò realizzarlo con calma e soprattutto dovrò farlo per non pensare a tutto il resto. La situazione con Ethan, mi destabilizza. È brutto dipendere così tanto da una persona che quando sta al tuo fianco è in grado di farti sentire davvero amata. È brutto affidare il proprio cuore a qualcuno e soprattutto è brutto vedere quel qualcuno andare via dalla tua vita.
Ethan mi manca, non posso negare l'ovvio. Mi fa ammattire il pensiero che si trova in una stanza vicina ed io non sono in grado di affrontarlo a causa del mio orgoglio. Mi destabilizza che non sia stato ancora lui a cercarmi. Forse non vuole più avere a che fare con me, non gliene farei un torto. La mia vita è un completo casino.

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