Capitolo 3

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"Chi è quella ragazza?"-domando sottovoce a Christine-"chi?"-chiede di rimando, alzando gli occhi dal foglio su cui stava disegnando cuori e stelle a caso-"la ragazza con i capelli rossi in terza fila"-rispondo, guardando di sottecchi la ragazza del parco.

"Ah, quella? Margot Victoria Smith, antipatica e acida, non ha amici, se ne sta sempre per conto suo, tutti la odiano perché è una maniaca dell'ordine, e quando dico maniaca intendo nel vero senso della parola...credimi, meglio non avvicinarsi. Io la conosco da quando avevamo tre anni, e con il tempo ho capito che con lei meno tempo ci passi e meglio è"-mi spiega sottovoce, cercando di non attirare l'attenzione del professore.

Rimugino sulle parole di Christine, senza coglierne completamente le emozioni. Nella sua voce c'è una punta d'odio, ma anche qualcosa che assomiglia alla paura.
Guardo la ragazza dai capelli rossi di cui adesso so il nome. È l'unica cosa che so di lei, ma all'improvviso sembra non essere abbastanza.
La guardo giocherellare con i lacci della felpa, ma quei lacci sono l'unica cosa che la tiene legata alla realtà. Si capisce perfettamente che la sua testa è altrove. Chissà a cosa pensa.

"Perché me lo chiedi?"-mi domanda Christine con un'espressione perplessa. La sua domanda mi riscuote dallo stato di trance in cui ero entrato-"non lo so, ero curioso"-spiego, distogliendo lo sguardo da Margot e spostandolo su di lei.

"Sul serio Jonathan, lei odia tutti, o almeno così fa credere, dato che chiunque riesce ad infastidirla semplicemente mettendo in disordine il banco...alcuni dicono che abbia avuto un'infanzia complicata, altri dicono che abbia una malattia...ma in realtà nessuno sa niente di lei. Non credo che esista qualcuno che sia mai riuscito a conoscerla davvero"-mi spiega, lanciando un'occhiata piena di sufficienza a Margot-"e poi non vorrai mica fare amicizia con una che si veste così?"-conclude con un sorriso.

"A me sembra simpatica"-dico sovrappensiero.

Christine ha un'espressione indecifrabile disegnata sul volto...mi guarda come se avessi appena affermato che i pinguini conquisteranno il mondo, o un'eresia simile-"stai scherzando? Jonathan, promettimi che non ti avvicinerai mai a lei...credimi non è tipo per te...anche perché non è tipo per nessuno...le persone come Margot stanno bene da sole"-conclude, sorridendomi e accarezzandomi la spalla.

Mi scosto leggermente, cercando di prestare attenzione a quello che sta dicendo Miller-"come dicevo, mi piacerebbe fare un progetto su quest'argomento, magari appena lo completiamo invece di fare un test scritto vi faccio presentare degli elaborati". Fantastico, sono qua da 50 minuti e mi sono già distratto.

"Mi raccomando, prima della prossima lezione documentatevi a dovere sui possibili utilizzi delle nuove biotecnologie...vi voglio preparati"-spiega Miller.

Il suono della campanella riecheggia in tutto il corridoio-"bene ragazzi...ci vediamo venerdì"-ci saluta il professore, raccogliendo le sue cose e uscendo dall'aula.

Margot's pov

Mi alzo, prendo lo zaino e mi affretto ad andar via dall'aula.
Tiro fuori dalla tasca il foglio degli orari per vedere quale lezione ho adesso: storia, aula 7A, primo piano.

Scendo le scale e, facendomi strada tra gli studenti che salgono e scendono, arrivo al primo piano.
Ora devo cercare la classe.
Mi dirigo a passo svelto verso il primo corridoio...aula 1A, aula 2A, 3A, 4A, 5A, 6A...mi affretto a leggere il numero sulla porta successiva alla 6A, ma il cartello RISERVATO AGLI ADDETTI MANUTENZIONE SCOLASTICA mi lascia perplessa.
Torno indietro, cercando la signora Scott, la bidella. Lei sicuramente saprà dove posso trovare la 7A.
Mi guardo intorno, cercandola tra la massa di studenti. La intravedo all'entrata, intenta a parlare con il signor Winkson, il bidello del secondo piano.

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