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Anastasia si svegliò, era ancora avvolta dalle tenebre.
Si alzò a sedere e vide Christian che dormiva beato.
Si alzò , cercando di fare il più piano possibile per non svegliarlo, scostò un pezzo di tenda e vide che il sole stava per sorgere.

Decise di andare in cucina e preparare la colazione , come faceva una volta , quando vivevano ancora tutti insieme.

La cucina era a forma di isola, era di un bianco candido ove i fornelli neri risaltavano.

Apri l'enorme frigo grigio e tirò fuori delle uova e del bacon.

Guardò l'orologio, segnava le 6:15.
Decise di aspettare un po' prima di cucinare, altrimenti si sarebbe raffreddato tutto, per passare tempo decise di fare un giro dell'appartamento.

Nel grande salone, oltre al pianoforte, c'era un divano a L nero , un tavolino piccolo di vetro e dei puf , le pareti erano ricoperti da quadri molto famosi, li avrà pagati un botto.

Arrivò al corridoio e scorse diverse stanze, vide l'ufficio dove lavorava, la scrivania era piena di scartoffie , non toccò nulla per paura di scompigliare le cose.

Si diresse in un'altra stanza dove c'era il bagno , un'enorme vasca incastonata a terra color bianco candido con rifiniture oro attirava tutta l'attenzione .

Così fece tutto il giro delle altre stanze, cerano altre camere ecc , ma la sua attenzione venne catturata da una porta rossa.

Tentò di aprirla ma era chiusa a chiave.

La sua curiosità si spinse oltre, voleva vedere che cosa conteneva.

Andò in camera da letto, e facendo piano sfilò dai pantaloni a terra di Christian un mazzo di chiavi, poi sgattaiolò via in punta di piedi.

Corse di fronte alla porta rossa, e provò le chiavi , le provò tante, ma nessuna la aprì, ne era rimasta una.

Anastasia pregò che fosse quella giusta, e la sua preghiera fu esaudita .

Con uno scatto la aprì, era tutto buio.

Tastò sulle pareti della stanza fino a quando non trovò l'interruttore della luce.

La stanza si illuminò e Anastasia non poteva credere ai suoi occhi.

Era tutta di un rosso sangue, un letto incastonato tra delle pareti , anch'esso color rosso.

Le pareti contenevano diversi aggeggi a lei sconosciuti , riconosceva solo le corde, dei frustini e delle manette.

Sul soffitto cerano delle catene che pendevano verso lei, ne afferrò una e la Tirò, le catene si allungarono verso lei , le osservò e avevano dei polsini enormi in pelle con delle fibbie.

<< Cosa fai qui!?>>

Per lo spavento Anastasia lanciò un urlo strozzato e lasciò la catena che teneva.

<< C-christian io ...>>

<< Hai preso le mie chiavi e sei venuta qui. Cosa cercavi?>>

Anastasia comincio a tremare, il cuore le era balzato in gola, aveva paura che Christian la avrebbe schiaffeggiata.

Si avvicinò a lei e allungò una mano, Anastasia chiuse gli occhi aspettando lo schiaffo ma non successe nulla.

Li riaprì e Christian era lì che le accarezzava la testa.

<< La tua curiosità non ha limiti Ana.>>

<< Lo so, ma... cosa sono queste cose?>>

<< Oggetti di piacere.>>

<< Oggetti di piacere? >>

<< Certo li uso per dare piacere.>>

Anastasia arrossi pensando al fratello che usasse delle manette su lei.
Poi si ricompose e fece alcune domande.

<< Ma non fanno male?>>

<< No, è tutto nella nostra testa. Se tu parti già dall'inizio che sentirai dolore, lo sentirai. Ma se invece ti concentri sul piacere sentirai solo quello.>>

<< Capisco... e quindi tu hai donne che si lasciano picchiare da te?>>

<< Solo donne che acconsentono se no niente.>>

<< Quindi tu le torturi per il tuo piacere?>>

<< Certo, ma il piacere è anche loro.>>

<< E cosa ci guadagnano loro?>>

<< Me.>>

A quella risposta Ana non ne fece altre. Aveva capito tutto.

Prese e si diresse in cucina a preparare la colazione.

Chissà quante donne ha portato li, quante ne ha possedute e quante ancora Ce ne porta.

Queste furono state le domande che per il resto della colazione la assalirono.

Ad un certo punto lui si avvicinò a lei e le strinse le braccia.

<< Ana che succede?>>

Lei alzò lo sguardo e guardò le sue labbra e i suoi occhi.

<< Hai gli occhi lucidi... respiri in modo strano ...>>

Anastasia passò un dito sulle labbra di Christian.

<< Hai le labbra screpolate.. se mi baciassi mi faresti male... se mi baciassi... sarebbe doloroso? ... mi faresti male?...>>

Christian gli si buttò addosso e la bacio con dolcezza..

<< Allora? Come è stato?>>

Anastasia si toccò le labbra e lo guardò.

<< Come immaginavo, è stato come baciare la sabbia arida del deserto.
Anche se fa male... è estremamente calda. Dai fa freddo , dammene un altro....>>

Christian la baciò di nuovo, sempre più feroce...

<< Ora un'altra volta...>>

E lui la sbatté contro il muro bloccandole i polsi sulla testa, carezzandogli la lingua.

<< Un'altra volta...>>

>>

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