Trentaduesimo capitolo: di nuovo tu

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Mi è sempre piaciuto guardare il mondo dall'alto, stare sospesa in mezzo alle nuvole e sentire che se questo è possibile, allora tutto lo è. L'unica cosa che detesto del volare sono le turbolenze, mi fanno sentire impotente e mi fanno salire un'ansia assurda. Alex è silenzioso accanto a me, ascolta musica con una sola cuffia e scruta nervoso il finestrino.
-Tutto bene?
Chiedo mentre cerco le cuffie dentro la borsa, dove diavolo sono finite?
-Mmh si, cioè diciamo, non mi piacciono molto gli aerei.
Lo guardo meglio e noto una leggero velo di sudore che imperla il suo viso.
-Vuoi che ti prendo una medicina contro la nausea?
-Stai tranquilla e rilassati, tra poco inizia l'atterraggio.
Sorrido e indosso le cuffie che finalmente ho trovato. Imposto la playlist casuale e guardo fuori, i miei pensieri sono un caos, un intreccio di sentimenti che non riesco a interpretare. Non so bene come mi sento, triste, felice, speranzosa, arresa, su di giri, impaziente, paurosa.. E anche egoista. Perché provo ancora dei sentimenti per lui, nonostante adesso ci sia Alex. Vorrei nascondere quella parte di me, la persona che ero quando stavo con lui, in una cassaforte e lanciarla lontano. Vorrei dimenticare ma allo stesso tempo vorrei risentire tutto. La pelle d'oca ogni volta che mi sfiorava, il cuore furioso che sbatteva energetico dentro la gabbia toracica, le gambe molli, le farfalle che svolazzavano imperterrite. Non si può dimenticare tutto questo, non si possono dimenticare gli attimi che hanno cambiato la tua vita, quei momenti dove pensavi che era impossibile essere così felice. La vita mi ha preso in giro, mi ha fatto credere all'amore e me l'ha tolto subito dopo. Mi ha fatto vedere il miglior tramonto in cima alla montagna e poi mi ha buttata giù. Qua sotto non si sta bene e non si sta male, sono intrappolata in un limbo di empatia che mi ha risucchiata. Provo soltanto lo stimolo di dover sopravvivere e non so più cosa significhi vivere. Questo è quello che succede quando perdi qualcuno che hai amato sul serio, perdi te stesso e non sai più dove trovarti.

Venti minuti esatti e finalmente i miei piedi toccano terra, tiro un sospiro di sollievo e guardo il cielo sopra di me. Bruxelles mi accoglie con le nubi che imbruniscono il cielo e una leggera pioggerella che mi bagna subito i capelli. Corriamo subito dentro e andiamo al ritiro bagagli; le valigie si fanno aspettare e l'ansia cresce nel petto. Voglio uscire di qui, è l'unica cosa che riesco a pensare. Non voglio ricordare, non voglio che tutto riaffiori. Alex si accorge del mio stato d'animo, lui però non sa che io ero presente quel giorno, non sa come la mia vita si sia stravolta in un nano secondo. Mi stringe la mano e mi sorride, forse pensa che io sia agitata perché rivedrò Joseph.. Joseph, che adesso non è più così lontano. Me lo immagino vestito elegante, con la camicia con le maniche arrotolate e i suoi tatuaggi in bella vista. Mi immagino i suoi occhi limpidi che guardano i miei, che mi leggono dentro come mai nessuno è riuscito a farlo. Finalmente vedo le valigie uscire una dopo l'altra e cerco di reprimere ogni pensiero, ogni singolo ricordo che parli di lui. Alex prende la mia che pesa tantissimo e successivamente si sporge per prendere la sua. Usciamo veloci dalla porta principale e finalmente ricomincio a respirare, stavo soffocando lì dentro. Prendiamo un taxi e do le indicazioni per l'hotel che i miei genitori hanno prenotato, non ho voluto chiedere a Nathalie di ospitarci anche perché sarebbe stato troppo imbarazzante e non volevo stare di nuovo nella stanza accanto a quella di Joseph. Quella casa nasconde ogni minimo ricordo che ho legato a lui, ogni singola cosa parla di noi. E non so se il mio cuore avrebbe retto alla vista della casa sull'albero, dove ha avuto inizio tutto. Il taxi si ferma davanti all'hotel Lune, nettamente diverso all'Hilton dove ho passato una delle notti migliori della mia vita. Ci dirigiamo subito alla reception e dopo vari minuti ci vengono date le chiavi della nostra stanza. Dobbiamo sbrigarci perché il matrimonio è tra due ore e Bruges dista un'ora e un quarto da qui. Vado in bagno a cambiarmi e indosso l'abito blu lungo con il corpetto a cuore tempestato di diamanti. Abbino dei tacchi argentati e una porchette dello stesso colore. Passo la piastra su tutti i capelli e faccio due boccoli sui ciuffi davanti; un trucco leggero e sono pronta. Mi guardo allo specchio e quello che vedo per la prima volta mi piace, non sono più la ragazzina insicura di una volta, sto diventando donna.. Incasinata, pazza, incontrollabile ma donna. Esco e vedo Alex guardarsi allo specchio, il completo blu notte e i capelli perfettamente in ordine. Elegante e bello che mi guarda come ogni ragazza vorrebbe essere guardata e mi sento più bella di prima, perché nei suoi occhi vedo il desiderio e la passione che bruciano.
-Wow..
Dice e mi guarda da cima a fondo, senza saltare nessun particolare. Poi sorride e viene verso di me. Mi stringe tra le sue forti braccia e mi sento ancora più egoista perché vorrei sentire quello che prova lui, vorrei volerlo allo stesso modo. Forse ci vuole tempo, forse il mio cuore deve prima risanare del tutto le ferite.
-Andiamo?
Chiede e sorrido anch'io.

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