Quindicesimo capitolo A cena con Kylia

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Salgo in macchina, Nathalie è appena arrivata. Joseph entra subito dopo, non sembra di buon umore.

-Buongiorno figli, com'è andata?

Chiede premurosa mentre imbocca l'uscita.

-Bene e male.

Dico.

-Come mai?

-Ho un problema alla gamba, pensano sia periostite.

-Mi dispiace, domani prenoto la visita.

Le sorrido, è davvero dolce. In questo mese si è comportata benissimo, nonostante il suo lavoro le occupa quasi tutto il tempo.

-Stasera volete venire a mangiare una pizza?

Chiede con un sorriso a trentadue denti, ricordo l'invito di Kylia e non so cosa dire, a chi dire di no.

-Cassie è già occupata stasera, un appuntamento per precisare.

Dice improvvisamente Joseph e divento subito rossa, non mi piace che si dicano i fatti i miei. Si gira e mi guarda, ed eccolo li, di nuovo quello sguardo. Quello di un mese fa, che esprime solo disprezzo.

-Wow!! E non mi dici niente? Con chi!? Dove?

Chiede Nathalie euforica.

-Con l'educatore, forse è per questo che è sempre felice a scuola.

Risponde Joseph, ha un tono di disprezzo. Vorrei poter dire che sono felice perché posso stare con te nella stessa stanza per otto ore, perché posso guardarti mentre mangiucchi la matita, o quando a volta chiudi gli occhi perché hai sonno e ti concedi giusto qualche minuto di riposo. Che mi piace la tua scrittura alla lavagna, o quando fai quelle battute stupide e fai ridere tutti. Quando usi il telefono di nascosto e fai attenzione a non farti vedere. Quando copi e ridi perché prendi sempre i voti più alti di quello da cui hai copiato. O quando a volte, anche per qualche secondo, ti giri per guardarmi.

-Non credo siano fatti tuoi.

Dico secca e anche infastidita dal tono che sta usando.

-Quanti anni ha?

Chiede Nathalie, facendo emergere il suo senso protettivo.

-Ventiquattro

-È carino??

Chiede curiosissima e con un sorriso stupido stampato in faccia. Guardo Joseph e vedo che sta aspettando la mia risposta.

-Molto.

Dico, facendoglielo apposta. Anche se non sono sicura che sia geloso, in fondo non credo provi qualcosa per me. Questa consapevolezza si fa spazio nel mio cuore e un senso improvviso di tristezza mi travolge; a Joseph non sembra importargliene nulla della mia risposta. Questo mi fa dedurre che ho ragione, devo smetterla di fare sogni inutili su un "noi" che esiste solo nella mia testa.

-Bene, chiedigli se ha un amico.

Scoppia a ridere della sua battuta ( anche se ho come l'impressione che lo vorrebbe sul serio). Rido anche io, ma è una risata triste. Io e Joseph siamo nello stesso abitacolo ma distanti anni luce, l'uno dall'altra.

Mi guardo allo specchio, indosso un vestito blu forever 21 con un cinturino bianco. Zeppe dello stesso colore e una porchette. Ho reso liscissimi i capelli e mi sono truccata molto. Mancano dieci minuti all'arrivo di Klyia, non so perché ma sono agitata, ho paura di combinarne una delle mie. Non so in che stanza sia Joseph, è stato silenzioso tutto il pomeriggio. Sono rimasta un bel po' dietro la sua porta, troppo codarda per farmi avanti. Prendo il giubbino bianco e attendo in salone l'arrivo di Kylia, chissà che cosa avrà in mente. Il campanello suona, mi alzo per andare ad aprire ma qualcuno mi precede,è Joseph, sembra spuntato dal nulla.

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