Capitolo 3

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Capitolo 3


Non riesco in nessun modo a prendere sonno. Questa tenda sembra voglia soffocarmi, mi manca l'aria. Ho gli occhi sbarrati ed il respiro affannato. Così nonostante sia in top e pantaloncini esco di lì. Barcollo per qualche istante e poi mi ricompongo. Raggiungo la battigia, mi siedo ed osservo il mare respirando a pieno l'aria mischiata alla salsedine.
Socchiudo le palpebre e scrocchio il collo.

«Dovresti dormire» la voce di Brian è alle mie spalle. Non perde un secondo per sedersi al mio fianco.
Porto le ginocchia al petto e mi volto a fissarlo. «Non ho sonno» mormoro.
«Tu credi che si potrebbe recuperare il tempo perduto a litigare?» La sua voce è rauca.
Mi volto sconvolta a guardarlo fisso negli occhi.
«Sì... insomma ci siamo urlati contro, abbiamo fatto di tutto per odiarci» aggiunge.
Boccheggio. «Io non ti ho mai odiato» sospiro e rivolgo nuovamente gli occhi verso il mare, poi osservo la luna, è piena. «Brian il fatto che tu sia diventato così come sei... non ti autorizza a fare l'innocente» borbotto. «Vi ho guardati negli occhi l'ultima volta che vi ho visti insieme. Tu eri il diavolo in persona e lui avrebbe voluto solo spaccarti la faccia...» balbetto, «non puoi comportarti da Gesù Cristo Redentore» sbotto.
«Tu non accetti il fatto che l'attenzione non è più spostata su di te» il suo tono diventa più aggressivo. Eccolo, il vero Brian.
Rido amaramente. «Forza basta fare la parte della pecora buona, dimmi quello che pensi... dimmelo.» Lo osservo minacciosa.
Lui serra la mascella. «Vuoi sapere che penso?» Fa una pausa. «Penso che io sia la persona più orribile del mondo e tu sia lo stesso.» Parla cauto.
«Perché? Perché amo due persone?» Sbraito mettendomi in piedi.
Lui si alza e mi si para davanti. «Mi ami? Lo ami? Scordaci!» Sputa veleno con occhi pieni di rabbia.
Arriccio il naso e socchiudo le palpebre. «Non sarai tu a dirmi come gestire le mie emozioni, ma stai certo che sarà il mio obiettivo per tutta l'estate» annuisco convinta.
«Perfetto» ringhia, mentre si volta per andare via.
Lo acchiappo da un braccio, attanagliandolo. «Che patto di merda avete fatto?»
Mi guarda di sottecchi. «Non sono affari tuoi, Grace» prende un lungo respiro.
«Diventare pastori?» Ironizzo antipatica.
«Quando ti chiamavo bambina non ho mai sbagliato.» Accenna una risata amara.
Gli lancio uno schiaffo, il suo volto si sposta di pochi millimetri e le sue palpebre si chiudono lentamente. «Non ti permettere mai più» mi guarda attentamente.
«Non sei cambiato per niente, Brian Turner» scandisco perfettamente ogni sillaba.
«Non cambierò mai per te, Grace Elizabeth Stewart» assottiglia lo sguardo e si dilegua, rientrando in tenda.

Prendo dei lunghi respiri e poi getto un urlo di disperazione, stringendo i pugni. Vorrei spaccare tutto.

La mattina dopo sto sistemando i bambini sul bus per ripartire. Chad decide di sedersi al mio fianco, sta sgranocchiando una mela, mentre gli altri stanno cantando.
Sarà Brian a guidare stavolta. Dylan mi passa affianco, abbassa il busto e mi fissa.
«La notte è fatta per riposare» sussurra.
«Ti ci metti anche tu?» Sbotto, ma mi ricompongo ricordandomi da chi sono circondata.
Dylan mi rivolge un'ultima occhiata e poi si pone accanto a Brian.
Siamo partiti.

Per l'intero tragitto Brian non proferisce parola, sembra esser incazzato. Dylan, invece, è più rilassato del solito e con i suoi Ray-Ban osserva il panorama di fuori.
«Tu lo ami» Chad mi richiama con una gomitata, «diglielo» m'intima.
«Chad, lo stavo solo guardando» sorrido accarezzandogli il capo.
«Facciamo un patto» si sistema meglio sul sedile, «quando ti deciderai ti dirò cosa mi ha detto Dylan ieri sera» annuisce.
Il cuore mi scoppia dal petto. Deglutisco. «Piccolo furbetto... ora parli» lo fisso minacciosa.
Abbozza un sorriso malvagio e scuote il capo. «E' un patto» alza nuovamente la testa.
Lo fisso di sbieco, «e va bene, brutto gnomo cattivo» dico sarcastica. «Quanti anni hai?» Domando curiosa.
«Sette» sorride entusiasta.
Mi ricorda me a quell'età, forse ero dispettosa quasi quanto lui. Ne capivo di più di Emily e Brady, sapevo che tra quei due avrebbe funzionato alla fine, molto alla fine. Chi sa che pensa lui. Magari potrebbe darmi una mano o magari dovrei semplicemente capirlo da sola.

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