Capitolo 14

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Capitolo 14



«Siete due incoscienti» balbetta mia sorella. «Io... io non ci posso credere» aggiunge mentre io ho la testa fra le mani ed il volto pieno di lacrime.
La osservo poi mentre cucina ai fornelli, sembra un'internata uscita da un manicomio, è completamente su di giri.
«Non lo so quale sia la decisione più giusta Grace, non lo so davvero.» Si volta poi a guardarmi, ha gli occhi lucidi anche lei. «Ho sempre saputo che tu ed io eravamo tanto uguali quanto diverse, io così razionale e diligente, tu così casinista e impulsiva.» Scuote il capo. «Adesso... però non me la sento di dirti cosa fare, perché al tuo posto non avrei avuto la più pallida idea di come agire» sospira e si avvicina al divano, nel quale io sono raggomitolata.
«Io lo amo più di quanto chiunque possa immaginare» singhiozzo ed asciugo gli occhi, osservando poi il soffitto. Respiro profondamente. «E non me la sento di frenare il suo futuro per questo bambino» deglutisco.
«Ho ben capito?» Incrocia le braccia al petto e corruga la fronte. «Grace, no.» Decreta.
«Non sto chiedendo il tuo permesso e quello di nessun altro» chiudo gli occhi strizzandoli.
«Non puoi tenere all'oscuro quel ragazzo di questa gravidanza fingendo che tu abortisca, è fuori discussione!»Aumenta gradualmente il tono di voce ed è proprio in quell'istante che Brady entra a casa.
Getta, sfinito, a terra la valigetta da lavoro e ci scruta curioso.
«Dov'è Dylan?» Chiede sbottonando le maniche della camicia e svoltandola fino al gomito.
Massaggio le tempie per il terribile mal di testa, «a casa» sussurro.
Brady morde il labbro e massaggia il mento con una mano. «Allora...» esordisce sedendosi al mio fianco e poggiando una mano sulla mia gamba. «Io ti voglio bene ed oggi a lavoro ho combinato un vero disastro per questa storia, non c'ero con la testa ed era come se tornando alle superiori Kris mi dicesse che fosse incinta» dice cauto, «sei come una sorella minore e questo mi sta facendo mangiare il fegato, posso solo dirti che tenendo distante quel ragazzo non starai meglio... anzi non starete meglio.» Decreta con il suo solito tono deciso. «Mi rendo conto però che le nostre parole per te non valgono niente di fronte ad una scelta del genere... quindi sentiti libera di agire come credi, ma pensa alle conseguenze del futuro... a quello che ti attenderà fra uno o due anni.» Conclude.
Brady mi lascia sempre senza parole, che sia in bene o in male. Tutto ciò però non cambia le cose, sto portando in grembo una creatura, sono incinta e devo accettarlo.
«Dirò a Dylan che abortirò, ma non lo farò davvero» cerco di mandare giù il nodo alla gola.
Osservo le occhiate contrariate dei due di fronte a me. Lo so, loro vorrebbero che per la prima volta facessi le cose come Dio comanda, ma non è questo il momento.
Dylan studierà e avrà la sua vita, mentre io avrò la mia lontano da lui.
E se un giorno dovessi rincontrarlo affronterò anche questa. Se do uno sguardo al passato, mi rendo conto solo adesso di quanto mi sia incasinata la vita e di quanto fosse semplice prima, quando sembrava tutto un gran casino, quando l'unico problema era decidere tra quei due. Adesso invece? Dio mi ha forse ripagata per la mia eterna indecisione? Dio mi ha posto davanti ad una situazione molto più grande di me, dandomi un calcio nel sedere e dicendomi: "Ehi tu, adesso che farai? Ti sembrava un disastro prima e adesso? Come affronterai questa? Sarai abbastanza forte da farcela o lascerai perdere tutto?"
E invece no, giuro che sarò forte.



Per tutta la durata della cena Emily non fiata, allatta i gemelli e poi li mette a dormire, mentre Brady guarda il basket alla televisione, tra una birra e l'altra. E' nervoso, lo so. Vede la moglie soffrire per me, vede me soffrire da sola.
Che guaio che sono.


Dylan mi ha chiamata cinquanta volte, allegando almeno un centinaio di messaggi che non ho il coraggio di leggere. Quanto vorrei che fosse tutto semplice, amarci e stare insieme senza limiti.

Mi siedo affianco a Brady che sonnecchia sul divano, ma quando avverte la vibrazione del mio iPhone accanto al suo sedere butta l'occhio sul display osservando il nome di Dylan.
«Non rispondi?» Mugugna.
Scuoto il capo e giro il telefono al contrario.
«Non avercela con tua sorella, è molto scossa» sospira lui sistemandosi, «lo accetterà vedrai e sarà al tuo fianco.»
Annuisco osservando la tv, mentre mille pensieri attraversano la mia mente.
Dovrò dirlo ai miei, dovrò affrontare questa grande tempesta. Non so neanche se vorranno ancora tenermi a casa loro o se mi spediranno dritta per strada a calci in culo. Magari mi chiederanno o meglio imploreranno di lasciar perdere, abortire, intraprendere la vita che sognavo. Per il momento sanno solo che faccio da balia ai miei nipotini mentre mia sorella e Brady sono fuori a cena. Proprio per questo non chiamano.
Io avrei così tanto bisogno di una doccia fredda, ma ho troppa vergogna e timore a parlare a mia sorella, che al momento è al piano di sopra.


Mi prendo di coraggio ed alzandomi in piedi avanzo verso le scale.
«Faccio una doccia» salgo lentamente e con sguardo basso.
Emily è poggiata allo stipite della porta della camera dei bimbi. Ha le braccia incrociate al petto ed osserva dentro, ma il suo sguardo è perso nel vuoto.
Mi affianco a lei e non fiato.
«Stavo solo guardandoli...» schiarisce la voce.
«Sono due angioletti quando dormono» accenno un lieve sorriso.
C'è un minuto di silenzio.
«Stavo anche immaginando te in questi panni» deglutisce rumorosamente, «e sono sicura che sarai eccezionale in ogni caso» poi scoppia in lacrime.
Ci fissiamo per un istante e ci lasciamo andare in un caldo abbraccio, mentre entrambe singhiozziamo l'una sulla spalla dell'altra.
Lei è la mia unica e vera metà.
«Mi prometti che non mi abbandoni?»
Mi stringe a sé, accarezzandomi il capo, «mai, non potrei mai.»
«Ho così paura» mormoro con voce rauca.
Si distanzia di poco asciugandomi le lacrime e sorride, «non devi averne, non ti lasceremo sola.»
Annuisco e tiro su con il naso. «Potrei fare una doccia?»
«Certo, sai dove trovare biancheria e tutto... io scendo di sotto da Brady.» Mi stringe una mano e poi si allontana.

La mia albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora