Capitolo 12

5.3K 285 78
                                    

Capitolo 12

I'm in love with the shape of you
We push and pull like a magnet do
Although my heart is falling too
I'm in love with your body
And last night you were in my room
And now my bedsheets smell like you


Siamo distesi nudi, l'uno sull'altro, sul sedile posteriore dell'auto di Dylan, mentre alla radio passa Shape of you di Ed Sheeran. Mi muovo a ritmo, mentre le sue mani mi sostengono la vita. Dylan ha gli occhi schiusi ed ansima, mi diverte vederlo così, quasi in una sofferenza piacevole. Così abbozzo un mezzo sorrido e quando lui apre gli occhi e lo nota, capovolge la situazione, portando me sotto di lui.
«Ti piace tenere le redini» dice con voce rauca, mentre ondeggia il bacino e si fa sentire sempre più dentro di me.
Inarco la schiena, mordo le labbra e rido. «Taci» faccio ansimando.
Si abbassa per baciarmi, attanaglio il suo viso con entrambe le mani ed avvolgo la mia Quando qualcuno bussa al finestrino dell'auto, sussultiamo entrambi. Dylan corruga la fronte, mentre io rimango esattamente nella stessa posizione, visto che il suo possente corpo riesce a coprirmi quasi del tutto.
Dylan si guarda intorno, mentre continuano a martellare imperterriti, poi si sporge per prendere le sue mutande, indossandole velocemente.
«Dylan sono nuda» sbotto a denti stretti.
«Stai dietro di me.» Ridacchia mentre abbassa il finestrino e finalmente prendiamo aria.
Un anziano signore, con un bastone fra le mani ed una pipa fra i denti ci sta osservando.
«Ehi giovani» borbotta, «questa è proprietà privata» indica intorno a sé. «Ci sono i miei vigneti, gli uliveti, che vi salta in mente?» Continua scuotendo il capo e dando un colpetto a terra con il bastone.
Deglutisco rumorosamente, smorzando una risata.
Dylan schiarisce la voce, «ci dispiace, veniamo dalla città, volevamo passare una giornata in mezzo al verde» spiega.
Poggio il capo sulla schiena, così calda ed umidiccia, poi gli lascio un bacio ed avvolgo le braccia intorno alla sua vita.
L'anziano osserva Dylan incuriosito, «bè, allora che fate ancora lì dentro?» Fa un passo indietro. «Venite, venite... vi faccio vedere quant'è bella la natura.» Alza gli occhi al cielo e respira profondamente.
«Ci-ci può dare un attimo?» Tentenna Dylan.
L'anziano annuisce, «ma certo.»
Rialza il finestrino e si volta a fissarmi, «vestiti» ride. «Fortuna che è un brav'uomo, te l'avevo detto che non potevamo fermarci qui!» Mi scompiglia i capelli.
Indosso la canotta, tralasciando il reggiseno, poi gli slip e la gonna a campana di jeans.
Infilo le mie amate e sgualcite converse, mentre Dylan rimette i bermuda e la maglia.
Apro la portiera ed esco dall'altro lato, mi ricompongo, porto i capelli dietro le spalle ed inspiro profondamente. Dylan scende dalla parte del signore, poi mi porge il braccio ed apre il palmo della mano. Lo raggiungo e l'acchiappo, intrecciando le sue dita alle sue.
Camminiamo accanto all'anziano, mentre io mi perdo ad osservare i colori del fiori, degli alberi, è fantastico come tenga bene tutto ciò.
«Lei vive qui, quindi?» Chiede Dylan.
«Certo che sì, qui c'è la mia fatica, la mia vita» si abbassa e coglie un fiore.
Poi si avvicina a me e lo porge. Sorrido e lo prendo in mano, inalando il profumo.
«Mia moglie sarà contenta di vedere dei giovani come voi» dice avanzando verso un casolare a passo più spedito.
In quel preciso istante la signora fa la sua uscita, con un fazzoletto fra i capelli, l'aria spensierata e felice. Si ripara la fronte dal sole e poi osserva meglio.
«Ma che bellezza!» Esclama entusiasta. Ha la pelle chiara, stanca, gli occhi azzurrissimi ed un corpo piuttosto sinuoso.
«Salve» salutiamo entrambi in coro.
«E' fantastico vedere dei giovani come voi qui» sorride. «George, fai del thè, io porto a spasso queste meravigliose creature.» Scende le scale e ci raggiunge, mentre il marito entra in casa.
«Qui è davvero bello, ci tenete molto» azzardo osservandomi intorno.
«Noi viviamo di questo, abbiamo anche degli animali...» sfila il fazzoletto dal capo, ondeggiando la sua chioma grigia, poi si ricompone.
«Ci siamo trovati qui per caso, non volevamo introdurci per fare chi sa cosa» si difende Dylan. Gli stringo la mano e gli pesto un piede. Potrebbe anche evitare l'argomento !
Lei ci osserva maliziosa, «siete giovani, è piena estate, il sole splende e voi volevate trascorrere del tempo fuori dal caos della città» annuisce, «non vi preoccupate, anche io e mio marito a volte vogliamo allontanarci dai nostri alberi, piante ed animali, per occuparci della nostra intimità» ride compiaciuta.
Ecco. Voglio morire. Osservo il mio fidanzato, che non riesce a trattenere una risata.

La mia albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora