Capitolo 17
La donna di fronte a me indossa un tailleur grigio, un paio di decolletè nere, borsa firmata, profumo inebriante e collana di perle al collo. Il marito invece è un po' più sobrio.
Parlano raffinatamente ed educatamente, ma non mi piacciono affatto.
Non li sto neanche ascoltando, poiché li ho già esclusi a prescindere. Troppo montati per i miei gusti. Osservo, così, la dottoressa e con un cenno di capo le lascio intendere che sono decisamente un "NO" secco.
Così, dopo un'ora di chiacchiere, ovviamente loro, mi metto in piedi e gli tendo una mano per salutarli.
«Mi dispiace, non sono convinta.» Dichiaro severa.
La signora rimane parecchio delusa, probabilmente, secondo lei, l'apparire così avrebbe fatto la sua parte e le avrebbe fatto guadagnare punti. In realtà è il peggior modo per colpirmi. A me piace l'umiltà e la semplicità.
«Bè, non so che dire...» lamenta la donna, per poi osservare il marito che assottiglia gli occhi.
Incrocio le braccia al petto, «cerco un altro tipo di famiglia» sospiro.
La dottoressa schiarisce la voce, «ci sentiamo signori Byron» li invita ad andare gentilmente.
Così fanno, ma continuando a lanciarmi quelle occhiate minacciose.Quando rimango sola con lei, mi spaparanzo sulla sedia di fronte la scrivania.
«Ci sono altre coppie, chiamerò per fissare degli appuntamenti se sono interessati... sta' tranquilla.» Spiega mentre scrive qualcosa su di un blocchetto.
Mi guardo intorno ed abbasso poi lo sguardo, «erano troppo... troppo.»
La dottoressa mi degna di uno sguardo comprensivo. «Sono particolarmente benestanti, non gli farebbero mancare niente...» dice.
«Forse l'affetto!» Esclamo. «Sembrano così pieni di loro, di soldi e lavoro... lo lascerebbero nelle mani di una tata tutto il giorno... e no.» Sbuffo.
«La tata è molto ricercata di questi tempi, non è una cosa strana... » aggiunge lei.
Stiro il collo e lo rilasso portandolo all'indietro, «sarà... ma non mi hai convinta, quando lo farà qualche coppia lo si capirà dai miei occhi.» Osservo il soffitto.
«Spero che ne troverai qualcuna sempre se tu voglia davvero trovarla, Grace.» Il suo tono è molto severo. «Hai ancora qualche perplessità» commenta fissandomi.
Le porgo lo sguardo, «no, voglio solo una famiglia all'altezza.» Detto ciò mi metto in piedi, indosso il giubbotto di jeans ed acchiappo la mia borsa, portandola in spalla. «Ci sentiamo» le porgo la mano, lei tentenna un po' e poi la stringe.
«Riguardati e salutami la mamma» mi saluta prima che io esca ed io rispondo con uno sguardo ammiccante.Prendo il primo bus, è vuoto e prendo posto in uno dei posti avanti. La giornata è piuttosto cupa, come tutte le altre ultimamente. Le strade, comunque, sono sempre affollate.
Sfilo il telefono dalla borsa e scorgo tra la rubrica il numero di Dylan, così, lo chiamo in anonimo. Metto il cellulare all'orecchio ed attendo.
Prima che risponda lo sento ridere con gusto.
«Pronto?»
Sento il cuore esplodere fuori dal petto. Socchiudo le palpebre.
«Chi è? Pronto?»
Poi avverto delle voci, ma non riesco a decifrare se siano femminili o maschili.
«Avranno sbagliato» riattacca.
Prendo un lungo respiro, abbasso il braccio ed osservo fuori.Improvvisamente arriva un messaggio di Brian. Sorrido istintivamente e leggo sottovoce.
Ti posso passare a prendere? Pranzo e giretto in centro commerciale?
Rispondo:
Sono sul bus verso casa, sono stata dalla ginecologa... sto per arrivare.
La sua risposta non tarda ad arrivare, come sempre.
Cos'è successo? Tutto okay?
Chi sa lui che fatica faccia ad accettare di restare al mio fianco in una situazione del genere, in ogni caso ha imparato a mantenere la calma.
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La mia alba
RomanceSEQUEL BISBETICA VIZIATA. Dal Capitolo 1... "In fondo è l'alba per tutti. E' l'alba di un nuovo inizio. L'alba che porta con sé la notte, schiarendo il cielo, colei che reca luce e spensieratezza. E' questa la mia alba. Guardare avanti e capire che...