Capitolo 7

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Capitolo 7




Il mio cuscino credo mi odi. E' terribilmente inzuppato da due giorni, fra non molto anche lui mi manderà a fanculo, ne sono certa. Le mie occhiaie non riescono a nascondere la mia insonnia ed il gonfiore degli occhi lasciano intendere che non trascorro affatto delle belle giornate.

Sono passati due giorni, direi lunghi ed intensi. Beth non mi rivolge più la parola. Il mio soggiorno qui sembra così insignificante che sto valutando l'idea di fare la valigia e tornare a casa. Il lavoro è diventato monotono, seguo i bambini nelle loro attività, ma non ci sono realmente con la testa. Mangio poco e non dormo, insomma è una situazione di merda.

Stamani ho un'attività nel pomeriggio, trascorrerò l'intera mattina sul letto, davanti al ventilatore pensando e ripensando se chiamare o meno mia sorella. Poi mi butto e digito il numero sul display del telefono. Attendo che risponda e quando avverto la sua voce mi si risolleva il morale.
«Peste, ti sei ricordata che esisto» dice sarcastica.
Sospiro. «Come va?» Mi limito a dire con voce rauca.
C'è un attimo di silenzio.
«Scricciolo che succede?» Sembra preoccupata.
"Scricciolo". Sento irrigidirsi ogni muscolo del corpo, la gola stringersi in una morsa e gli occhi pizzicare. Non mi riconosco più.
«Niente, tutto okay» mormoro.
«Grace ti conosco meglio chiunque altro, sputa il rospo» decreta severa.
Massaggio un occhio ed affondo la testa sul cuscino. «E' successo un casino, Emi» singhiozzo.
«Grace calma, dimmi» balbetta lei dall'altra parte.
«Voglio tornare a casa» aggiungo.
«Spiegami» dice.
«Qualche giorno fa ho scoperto Brian mentre se la faceva con la fidanzata di Dylan» esordisco strizzando gli occhi. Lei non fiata. «L'ho tenuto per me, ma ho fatto notare a Brian quanto mi facesse schifo.» Continuo. «Ieri ho provato a beccarli in fragrante, portando con me Dylan... ma non ci sono riuscita. Dylan però...» sospiro e deglutisco.
«Però...?»
«Li ha scoperti qualche ora dopo... e si sono ammazzati di botte. Lui e Beth ce l'hanno con me. Dylan è andato via, Beth non mi parla più...» concludo.
Avverto il respiro di Emily. «Grace questi ragazzi si ammazzano fra di loro solo per te, non per questa tizia» sentenzia. «Mi dispiace dirtelo.»
«Cosa devo fare?» Domando in preda al panico.
«Ritorna a casa.»


Riattacco poco dopo. Mi metto in piedi e raggiungo la finestra. Mi sporgo ed intravedo la figura di Beth, affianco a quella di Ethan. Stanno passando davanti, con una mandria di bambini alle loro spalle, tutti in fila, nessuno scoordinato.
Esco anche io ed attiro la loro attenzione. Beth mi fulmina ed abbassa lo sguardo, Ethan mi sorride.
«Buongiorno» saluta, ma poi s'imbarazza per il clima di tensione. «Noi andiamo a prendere un gelato, ti va?»
Scuoto il capo, scendo le scale e mi incammino in solitudine verso il laghetto. Sono sicura non ci sia nessuno.
Così mi siedo a riva, osservando l'acqua cristallina. Alzo gli occhi al cielo e noto come il cielo si stia annuvolando. Nonostante ciò rimango lì.
E' colpa mia? Perché? Non ho obbligato Brian a tradire Dylan e non ho nessuna colpa se ciò è successo. Eppure, per l'ennesima volta, mi trovo colpevole.
E' vero, in fondo ne ero al corrente ed ho preferito tacere anziché svelare la verità. Questo non potrei mai perdonarmelo.

Improvvisamente delle goccioline ricadono sull'acqua, poi anche sulla mia pelle. Sta iniziando a piovere. Mi metto in piedi e sgattaiolo via di lì.
Sembra sera per quanto si sia fatto cupo il cielo, ma non corro, cammino lenta sotto la pioggia attraversando il vialetto che conduce al mio bungalow, sono sicura che ci sia anche Beth.

«Liz» la voce di Brian alle mie spalle mi costringe a fermarmi.
Inzuppata già da capo a piedi, mi volto. Lui è combinato alla stessa maniera.
«Dimmi quanto ti faccio schifo, ne ho bisogno» decreta.
Socchiudo le palpebre e giro per riprendere il mio cammino. Non ho assolutamente voglia di discutere con lui.
Mi acchiappa repentinamente da un braccio, bloccandomi. Rimango immobile.
«Dimmelo. Dimmi tutto quello che vuoi.» Sembra afflitto.
Sbuffo e non fiato.
«Dimmelo.»
«Mi fai male» dico avvertendo la fitta al braccio.
Lui allenta. «Lo capisci che è colpa tua se io faccio tutte queste cazzate?» Sbotta. «Mi scopavo Alexandra, sì. Solo per farti un dispetto del cazzo, solo per metterti alla prova.» Ammette furibondo.
Lo guardo negli occhi faticosamente. «Adesso come ti senti?» Non lascio trasparire nessuna emozione.
«Vuoto» boccheggia. Intanto continua a piovere incessantemente. «Non mi perdonerai mai vero? Né per come mi sono comportato prima, né per adesso» scuote il capo e mi lascia andare.
Deglutisco e non fiato. Non so cosa dire. Lui si sente vuoto, io mi sento una merda. Non so chi stia peggio tra i due.
«Giusto?» Rincara.
«Giusto» decreto sospirando.
«Io sono così, non riesco ad essere diverso» si giustifica.
«E da me, precisamente, cosa vuoi?» Rispondo acidamente aumentando il tono di voce. «Hai fatto di tutto per farti detestare e ci sei riuscito... mi hai tolto la mia migliore amica, vorrei semplicemente scappare da questo posto e non voglio vederti mai più» stringo i pugni e gli ringhio contro.
Sembra provato, ma rimane immobile. «Se vuoi me ne vado io» sussurra.
Gli punto il dito contro. «Ed invece no! Tu rimani, guardi in faccia il dolore che mi stai recando... ti sbatterò in faccia tutta la merda che sei e che hai fatto, fino a farti sanguinare internamente» sbraito nevrotica, per poi scoppiare in lacrime. «Non meriti di fuggire, meriti di rimanere zitto ad osservare ed inzuppare!» Esclamo concludendo.
Socchiude le palpebre tremanti. «Quello che provo per te non cambierà mai» si permette di dire.
Aggrotto la fronte e con tutta la forza presente in corpo lo spingo, lui indietreggia di pochi passi. «Ma che cazzo provi? Che cazzo? Non sai niente dei sentimenti, sai solo fare male alla gente. Non provi un cazzo!» Sbotto. «Ti permetti pure di dire che provi qualcosa... quando ti sei scopato un'altra, quando hai fatto sempre il possibile per mandare tutto a puttane» aggiungo.
«Non me ne frega un cazzo di Alexandra, Liz!» Esclama agitando le braccia.
Scuoto il capo, «no, non sono più Liz per te. Dimentica.» Ordino severa.
«No. Tu sei sempre la mia Liz» dice presuntuoso. «Se tu non ti fossi invaghita di Dylan io e te... a quest'ora non eravamo così» abbassa il tono di voce.
Rido amaramente. «Allora ringrazierò Dylan per avermi fatto conoscere il vero Brian» scrollo le spalle.
Indietreggio, deglutisco e corro verso il mio bungalow. Entro e chiudo la porta alle mie spalle, ignara di trovarmi di fronte Beth. Ha addosso un' asciugamano e con un'altra sta tamponando i capelli bagnati. Si blocca, mi osserva e sgrana gli occhi. Poi si avvicina al suo letto e si mette a sedere silenziosa.
Io mi spoglio immediatamente degli indumenti bagnati e mi nascondo in bagno.
Nuda mi infilo sotto il getto di acqua calda, consapevole che presto prenderò la febbre. Sciacquo il corpo con il bagnoschiuma e poi i capelli con lo Shampoo al cocco. Lascio scivolare il sapone dal mio corpo ed esco coprendomi con l'accappatoio. Alzo il cappuccio sulla testa umida e ritorno in camera. Beth è già vestita e sta asciugando i capelli. Continua ad osservarmi incuriosita.
Mi getto sul letto a testa in giù, affondo il volto sul cuscino e scoppio a piangere.
Andrò via da qui, deciso.

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