-Dobbiamo dirglielo- sento delle voci di sottofondo, ma non riesco ad aprire gli occhi.
-No, si spaventerebbe soltanto. Troppe informazioni- un'altra voce. Stavolta mi faccio forza e apro gli occhi.
Davanti a me ci sono Cole, Dylan e Sitt che discutono tra loro su cose a me incomprensibili, e Julen che sta attentamente esaminando le mie caviglie.-Cos'è successo?- domando, mettendomi seduta sul letto di quella che deve essere l'infermeria della scuola.
I ragazzi si scambiano sguardi ed io cerco di capire il loro significato.
-Allora?- insisto sulla mia domanda, osservandoli uno ad uno.
-Hai preso una storta alla caviglia- risponde titubante Cole abbassando gli occhi.
-E il sangue?- chiedo scovando la menzogna.
Lui semplicemente alza le spalle: -Non sono un dottore-
Alzo gli occhi al cielo mentre Dylan si tira uno schiaffo sulla fronte. Non posso fare a meno di ridere per il dolore che si è procurato. Dylan scuote la testa, sorridendo ancora dolorante per la botta.
Sento un leggero brivido nella schiena che parte dalle caviglie. Sospettosa, cerco la causa.
Julen è letteralmente ai miei piedi, scorrendo il suo indice sulle mie ferite ormai inesistenti.-Cosa diavolo sta succedendo?- urlo guardando le ferite ormai cicatrizzate -Tutto questo non ha senso- scuoto la testa, sperando di avere le allucinazioni. Ma le ferite non c'erano.
-Spiegatemi- li fulmino con lo sguardo, volendo ricevere delle risposte. Continua ad esserci uno scambio di sguardi, ma nessuno sembra rispondere.
-Tutto questo non è reale- dice infine Julen guardandomi dritto negli occhi. La sua voce è così melodiosa. Mi fa venire la voglia di stendermi sul letto e addormentarmi -Hai solo sognato tutto. Ti sei addormentata in infermeria dopo aver avuto una storta alla caviglia. Ora stai bene. Niente sangue-
-Niente sangue, storta alla caviglia- ripeto quelle parole molto confusa. Le palpebre diventano pesanti man mano che Julen parla. Gli altri lo guardano parlare, senza muovere un muscolo. Non so se la sua voce ha gli stessi effetti anche sugli altri, fatto sta che mi addormento. Forse sono troppo stanca o forse Julen ha qualcosa di strano.
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Mi ritrovo nel mio letto. Sono di nuovo le sette del mattino e devo andare a scuola.
Mi cambio e mi vesto velocemente, preparandomi la colazione.
Probabilmente Victoria morirà di fame, ma abbiamo un patto. Almeno spero che se lo ricordi.
Mi dirigo alla fermata dell'autobus. Una volta salita, mi metto le cuffie e mi siedo nel primo posto libero.
Davanti a me, ironia della sorte, c'è di nuovo Julen.-Ciao- lo saluto, tanto per non sembrare maleducata. Lui accenna un movimento col capo.
Mi guarda attentamente, poi dice: -Non ti sei presentata ai provini di calcio-Sbarro gli occhi, non mi ricordo.
-Ma io sono venuta- ammetto.
-No, hai fatto il provino per la squadra di nuoto- mi informa -Leo Groodich, il capitano, me l'ha detto-
Confusa, annuisco. Deve essermi caduto di mente. Io e Leo, insieme ad altri studenti, scendiamo alla fermata della scuola. Vado subito al mio armadietto.
Sistemo i libri velocemente per dirigermi in aula. Appena mi volto vedo una folla che occupa tutto il corridoio.
Ma che sta succedendo?
Curiosa come sono, mi avvicino, consapevole che se fosse una rissa tornerei dritta in classe.
Stranamente la folla non è disposta a cerchio, quindi suppongo sia qualcos'altro.
La folla inizia a spostarsi sui lati nel corridoio. Li imito.
Mi ritrovo vicino a dei ragazzi, che presumo siano del primo anno, e a delle ragazze con delle trecce e occhiali rotondi.
Ad un tratto qualcuno applaudire, facendo partire gli applausi da parte di tutti. Ad essi si uniscono gridolini e fischi.
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Several Parallel: Difference
FantasySheryl e Victoria: gemelle diverse, due destini intrecciati. La loro routine sarà interrotta da strani eventi che le porteranno alla scoperta di una nuova dimensione. Nuove conoscenze, eventi inspiegabili, enigmi irrisolti, profezie misteriose procu...