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Il letto è bianco. Mi sento sommersa dal bianco. Probabilmente sono da qualche parte dispersa. Forse in una dimensione parallela. È molto più probabile che sia finita in infermeria e che mi abbiano curato. Il bianco è un colore da ospedale. Apro gli occhi, ma li chiudo subito dopo: devo abituarmi alla luce. Facendo qualche sforzo riesco a vedere nuovamente.
Come volevasi dimostrare sono stesa su un letto. Mi guardo intorno: bianco, dalle finestre alle lenzuola. Il mio sguardo si posa sul braccio: vi sono infilati alcuni aghi. Strillo. Non mi piacciono gli aghi. Cerco di cacciarli, ma quello che ottengo è un fastidioso bip che rappresenta i battiti del mio cuore che batte all'impazzata.

-Non li toglierai mai da sola- Julen si avvicina al mio capezzale e mi scruta.

-Stai decisamente meglio- mi porge alcune pillole, riconosco essere quelle che si sono presi lui e Cole dopo aver usato i poteri. Scuoto la testa.

-Non riesco ad ingoiare- confesso. So che è una cosa stupida, ma è uno dei miei tanti impedimenti. Julen sbarra gli occhi, ma il suo stupore dura poco. Prende un bicchiere e mette la pillola. Inizia a sciogliersi mentre me lo porge.
Bevo quell'intruglio giallo. Arriccio il naso: è disgustoso.

-Ti saresti risparmiata il sapore se l'avessi ingoiata- sorride Julen guardandomi. Si risiede sulla sedia davanti al letto. Poggia gli avambracci sulle ginocchia, unisce le mani sorreggendo il mento.

-Almeno le hai rotto il naso- nota le mie condizioni abbastanza critiche. Sbuffo.

-Sai, già gli Eldur hanno una brutta reputazione. Poi se si viene a sapere che un'Eldur picchia una Woda nonostante sia sua sorella, l'odio aumenta- mi fa l'occhiolino. Alzo di nuovo gli occhi al cielo. Non mi interessa tutto ciò.

-Posso cacciare questi aghi?- domando frettolosa di uscire da questa stanza bianca. Julen annuisce e mi aiuta a cacciarli evitando di farmi male.

-Perché sono guarita così in fretta?- chiedo sentendomi molto meglio.

-Le medicine ti rimettono in sesto in qualche ora- risponde sistemando i tubi sul comodino bianco -Sei in tempo per la cena-

Mi alzo dal letto e vado in bagno per cambiarmi. Ho ancora qualche dolore sparso, ma nulla di preoccupante. Mi cambio con semplici jeans e maglietta e ritorno da Julen.

Quando liberiamo la stanza troviamo Cole, Dylan e Sitt fuori ad aspettarci.
I tre ragazzi vengono ad abbracciarmi a turno. Gli sorrido. Parlano di come me la sia cavata egregiamente nonostante fosse stata la mia prima sfida.
Non oso immaginare come siano le future. Spero di non doverle affrontare.

-Vieni a cenare con noi?- mi chiede Dylan incerto. Declino l'offerta: sono stanca. Li ringrazio ed io e Julen ci allontaniamo per prendere una navetta all'interno dell'ospedale. Mentre aspettiamo una voce mi chiama: indossa la tuta grigia. È la ragazza che mi aveva aiutato.

-Grazie per avermi aiutata. Sono in debito- le dico. La navetta non arriva. Julen si è allontanato per lasciarmi spazio.

-Non c'è bisogno- mi sorride la ragazza -Sono Lydia Dont, ci rivedremo presto-

Il mio cellulare squilla brevemente.

"a che ora passo a prenderti stasera?"

Leggo e rileggo il messaggio. Mi rendo conto che è venerdì. Devo andare al Mystius con Leo Groodich. Mi sono completamente dimenticata! Ma come posso uscire da qui? Non posso dire a Julen di accompagnarmi. Rifiuterebbe, mettendo in dubbio la mia saluta mentale.

-Hey, Lydia!- la chiamo vedendola allontanarsi. Essendo una Miles forse usciva più spesso e saprebbe indicarmi la strada più sicura. La ragazza si volta e ritorna da me con sguardo interrogativo.

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