IX

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Dei forti rumori offuscano i miei sogni. Non che mi ricordi cosa stessi sognando, ma, fino a qualche secondo fa, ero riuscita a trovare una pace provvisoria.

-Sheryl! Alzati!- sento parlare qualcuno di sottofondo. Non mi interessa particolarmente. Il letto azzurro è più invitante della voce che mi incita ad alzarmi. Mi giro e rigiro più volte. Non c'è bisogno che qualcuno mi svegli: ho impostato la sveglia dieci minuti prima dell'inizio del mio programma. E, secondo il mio udito particolarmente fine, non è ancora il momento di scomodarsi.

Qualcuno borbotta parole a me incomprensibili. Abbraccio il cuscino, portandomi sotto le lenzuola.

Un brivido si propaga sulla schiena. Freddo. Urlo leggermente. Le lenzuola si sono attaccate al mio pigiama a motivi floreale. I capelli sono bagnati. Esco dal mio nascondiglio. Stella è già in piedi e mi guarda di traverso.

-Perché mi hai buttato un secchio d'acqua addosso?- sbraito. Di prima mattina non sono molto brava a fare una normale conversazione o risultare più pacata, soprattutto se vengo svegliata con una secchiata d'acqua gelida.

-Non ho usato secchi- puntualizza la ragazza già pronta. Essere Woda comporta che puoi svegliare i tuoi compagni con l'acqua. Come ha fatto a sfuggirmi un dettaglio così importante quando ho deciso di venire al Quartiere? Ah giusto, io non ho deciso.

-Julen è fuori che ti aspetta- prosegue Stella mentre infila nelle tasche un coltellino ed un sacchetto blu.

-Ma nel mio programma non c'è scritto che devo alzarmi così presto!- mi lamento tamponandomi i capelli con un asciugamano trovato nel bagno.

-Cambio di programma- esce dopo essersi legata i capelli in uno chignon improvvisato.
Apro l'armadio per prendere la tuta blu notte per le lezioni teoriche, come mi aveva detto ieri Stella.

-Tuta azzurra- mi suggerisce una voce dall'altra parte della porta. A quanto pare, Julen adesso ha la capacità di vedere attraverso gli oggetti. Cambio tuta e vado in bagno. La tuta è attillata, ma morbida. Strano a dirsi, ma è comoda. Lego i capelli in una coda di cavallo e raggiungo Julen.

-Devi essere più veloce- mi ammonisce per la mia lentezza.

-Non dovevi cambiare programma da un momento all'altro- gli passo davanti dirigendomi all'ascensore.

-Non sono io a decidere- si discolpa. Preme il pulsante per andare alla hall.

-Non hai tempo per fare colazione- spiega. Usciamo e prendiamo una navetta veloce che ci porta nella zona comune.

-Ma non avevi detto che per una settimana non posso stare negli spazi comuni?- domando incuriosita da questi cambi di programma improvvisi.

-Non ci sono lezioni teoriche e settimana di accoglienza. Solo allenamenti. Ieri hanno deciso così- risponde Julen guardando il panorama sfrecciare sotto i nostri occhi.
Voglio sapere chi è a capo di queste decisioni, ma evito di fare altre domande. Dal tono di voce mi è sembrato che Julen non vuole toccare questo argomento.
Scendiamo dalla navetta a forma di conchiglia.

Julen mi porta nella palestra comune. Dalle dimensioni assomiglia più ad uno stadio per ospitare le Olimpiadi.

-Ti dovrai allenare con i Miles ed i Beda nuovi. Non che ce ne siano molti di Beda nuovi. Nell'ultimo mese ne sono arrivati circa una quindicina, nonostante le spedizioni- Julen mi fa vedere lo spogliatoio e la palestra per noi reclute. All'interno ci possono essere una cinquantina di persone.

-Entro tre minuti devi essere fra loro. Ti consiglio di correre, altrimenti ti possono punire- mi guarda cercando di capire le mie intenzioni.
Annuisco, per fargli capire che non ho nessuna intenzione di farmi punire.

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