|hey, un doppio aggiornamento!
Qualche commento se lo merita, no?Ps. Leggete la nota in basso!|
"Quello che hai fatto è stato un grande errore."
"Dammi un altro drink."
"No. È abbastanza. Devi smetterla."
Erano passati 16 giorni.
16 giorni da quando Helen era andata via con Evan in Irlanda, molto molto lontano da lui.
Si stava già pentendo della sua decisione.
Gli mancava suo figlio. Aveva bisogni di riavere suo figlio.
Ma era troppo tardi adesso.Colin adesso stava avendo i postumi della sbornia a casa di Josh.
"Josh portami a casa." Iniziò a piangere. "Non posso guidare."
"Ti ci porterò io. E poi andrai a letto, dormirai e poi chiamerai Helen per aggiustare tutto."
"No! Mi ha lasciato." Singhiozzò.
"No. Tu l'hai fatta andare via. Qualunque cosa ti passasse per la testa quel giorno-"
"Io. Non. La. Amo. Io non la amo, dannazione! Ha fottutamente portato via mio figlio. Quella donna non ha sentimenti. Lui piangeva di fronte a me. Di. Fronte. A. Me. Lui voleva me. Voleva le mie braccia e quel- quel- mostro mi ha portato via tutto ciò che mi era rimasto!"
"Non permetterti a dire una cosa simile. Quella donna era la cosa migliore che ti fosse capitata nella tua vita e adesso tu l'hai rovinata. Ti sei rovinato. Guardati. Sei ubriaco da settimane! Jen ha continuato a chiamarmi, avresti dovuto filmare ma no. Ti stai lasciando tutto alle spalle. Cosa diavolo c'è che non va in te?!"
"Portami a casa e basta." Disse dopo un lungo silenzio, le lacrime scorrevano sul suo viso.
Josh sospirò e prese le chiavi dal tavolo, aprì la porta ed aspettò che Colin uscisse.
Il viaggio fu silenzioso. Colin si intrattenne osservando fuori dal finestrino.
Era instabile. Non poteva più sopportare tutto quello.Helen lo aveva chiamato dicendogli che si stava occupando delle carte.
All'inizio, Helen aveva deciso di condividere la custodia. Un mese per ogni genitore.
Ma quando aveva sentito ovunque nei social media che avevano trovato il marito ubriaco camminare per le strade gli aveva scritto che non gli avrebbe mai lasciato Evan vicino di nuovo.Ed aveva ragione in qualche modo. Un uomo così non sarebbe capace di prendersi cura di un bambino. Ma quello che lei non sapeva era che Evan era la soluzione al suo problema mentale.
L'immagine di suo figlio che piangeva urlando il suo nome, provando a raggiungerlo con le sue piccole braccia, con le lacrime sul viso e cerchi rossi attorno agli occhi, era l'immagine che lo aveva perseguitato nei quindici giorni precedenti.
Sapeva che non avrebbe visto presto suo figlio e questo lo divorava dentro.
Voleva stringerlo, giocarci, dirgli che il suo papà era dispiaciuto, che tutto sarebbe andato bene e voleva farlo sorridere.Arrivarono all'hotel ma Josh voleva comunque essere sicuro che Colin si mettesse a letto quindi entrò con lui.
Gli faceva male vedere il suo amico, il suo buffo compagno in quello stato, a pezzi.