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<< Saphira! Ti chiami Saphira! >>
Si, sono io. È da tanto tempo che non ci vedevamo, ultimamente non mi sogni più. Anzi hai iniziato a smettere a 12 anni. Quando ti ho vista per la prima volta non riuscivo a ricordare, è stato quando ho sentito la tua mano toccare le mie squame che ho iniziato a ricordare. È come se mi avessi passato tutti i ricordi dei sogni che facevi con me, un impatto molto forte. Sono contenta che tu sia qui.
Sara sentì fluire tutto il discorso nella mente come quando guardi l'acqua scorrere nel torrente.
<< Anche io sono contenta >> rispose con un sorriso amaro
Qualcosa non va?
<< No, è solo che non so dove mi trovo, in un certo senso mi sento persa. Tu mi sai dire dove siamo? >>
Non l'hai ancora capito. Questo è il mondo dei tuoi sogni, è un mondo magico abitato da tutte le creature che tu stessa hai creato con la tua fantasia, e che almeno una volta hai sognato. Ogni volta che attraverserai lo specchio entrerai qui.
<< Il mondo dei miei sogni... >> sussurrò
Esatto
<< Ma come è possibile, tutto questo non è reale, anzi niente è più reale da quando faccio questi sogni strani. A volte mi sembra di impazzire, per colpa vostra non riesco a dormire la notte e la mattina non riesco a concentrarmi, litigo con i miei quasi ogni sera e i miei amici... >>
Sara non aveva più fiato, aveva detto tutto in un colpo solo. Si distese sull'erba e cercò di tranquillizarsi.
Sara non è colpa tua, quelli sono i tuoi incubi. Noi "creature dei sogni belli intendo" non possiamo farci nulla e non possiamo competere con i tuoi incubi. Siamo divisi da quella catena di montagne, al di là c'è una valle con un castello circondato da tutti esseri mostruosi e terrificanti. Tutti quegli esseri stanno al cospetto del tuo "incubo" attuale quello che ti fa più paura che in queste notti ti tormenta senza alcuna pietà.
Sara guardò Saphira e rimase scioccata dal racconto.
<< Tu conosci il mio incubo attuale? Ma tu non puoi fare nulla contro di lui? >>
Sara lo già detto, noi non possiamo competere con gli incubi. Siamo separati. Sulle catene si eregge una barriera che ci separa, ci divide e non possiamo oltrepassarla.
Sara guardò l'orologio.
<< Oh mie Dei! È mattina, da me è mattina. Devo andare a scuola, come faccio a tornare indietro >>
Oltrepassa il bosco con gli occhi chiusi e pensa a casa tua, quando li riaprirai sarai tornata.
Sara si mise in marcia e fece come le aveva detto Saphira. Sentì un leggero vento sfiorargi la pelle e quando aprì gli occhi era in camera sua. Erano le 7:00 alle 7:15 sarebbe suonata la sveglia, doveva sbrigarsi. Preparò lo zaino e si infilò a letto con i vestiti addosso. Ripensó a quello che era successo poche ore fa. Saphira, le montagne, il bosco. Ora ne era sicura. Era tutto vero!

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