21

24 0 0
                                    

Sara se ne stava dietro un masso, dette una occhiata. Maledizione! Troppe guardie al portone. Saphira era accanto a lei con la schiena bassa e la testa che sporgeva da dietro la roccia.
<< Saphira, non farti vedere >> disse piano. La dragonessa non la stava ascoltando, con i suoi occhi cercava un entrata libera da dove potesse passare facilmente. Sara la richiamó e la convinse ad abbassare la testa. << Perché non mi ascolti mai ti ho detto di stare bassa >>
Saphira sbuffó Salta su. << Cosa, perché? >>
Fidati di me. << Saphira so cosa vuoi fare, è una pessima idea >>
Ti chiedo solo di fidarti di me. Sara la guardó negli occhi, quel colore zaffiro la paralizzavano ogni volta, annuí. La dragonessa salí in cielo senza alzare troppo il vento, salí fino a sfiorare le nuvole dove il cielo era completamente buio. Poi, improvvisamente una freccia la colpí sull'ala emise un ruggito acuto e voló il più velocemente possibile verso il castello. Altre frecce volarono verso il cielo mettendola in difficoltá. Quando furuno vicine Saphira si piegó di lato reggiti! Sara abbassó la schiena tenendosi stretta alla sella. All'impatto sentí i vetri rompersi e tagliargli il viso e il corpo voló dalla sella e rotoló fino al muro. Quando riaprí gli occhi dovette sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco Saphira. Una figura si avvicinó alla dragonessa, Sara provó a urlare ma il dolore glielo impediva. La figura posó le mani sulla sua pelle, Spahira ruggí di dolore. Un ruggitto così forte che fece tremare il terreno. Sara sentiva il suo dolore dentro come un pugnale << Smettila... >> sussuró
<< Per favore... >> il suo corpo non si muoveva e piano piano sentiva le forze lasciarla. Chiuse gli occhi e sprofondó nel vuoto.

Quando si sveglió la prima cosa che vide fu il corpo della sua amica. Si avvicinó a lei e la scosse << Elena... >>
Nessuna risposta
<< Elena... Svegliati >>
Qualcosa non andava. Il colore della pelle era completamente pallido, le labbra viola, gli occhi chiusi e i capelli più chiari. Le venne in mente che fosse morta, ma non ci credeva.
<< Elena... Ti prego... >>
<< Non puoi fare nulla... É morta >> disse una voce. Sembrava quella di Paolo. Da dietro una colanna apparve il suo amico. Sara lo guardó da testa a piedi, quello che vedeva non era Paolo. Si alzó rivolgendosi all'Incubo << Non sei Paolo, rivelati Incubo >>
La figura del suo amico si sgretoló e al suo posto comparve l'Incubo.
<< Cosa hai fatto alla mia amica... >> La domanda coretta é cosa ho fatto a tutte e tre. La tua amica, il tuo amico e il drago.
Sara sentí la rabbia salirgli, fece un passo avanti.
Non vuoi vederli?
A quella domanda si bloccó subito. Il terreno si aprí e da quel buio apparve un banco di pietra con sopra Paolo. Sara corse dal suo amico, gli prese il viso tra le mani << Paolo... >>
Aveva gli occhi semichiusi e un po di bava che usciva dalla bocca
Non puoi salvarlo, ormai é iniziata
Il corpo del suo amico cominció ad avere delle convulsioni. Il miascuglio tra bava e saliva scendeva a fiumi dalla bocca. La pelle inizió a diventare liscia e pallida, le mani e i piedi si ingrandirono e le unghie si allungarono. Gli occhi si colmarono di nero e i denti divennero zanne da lupo. Dei segni che sembravano marchiati comparvero sul torace e sulle gambe. Quello che sembrava il suo amico si alzó e si fermó accanto all'incubo. Sara sentí di essere caduta nel buio. Non sapeva più cosa fare.
Moriró...

Sogni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora