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Adesso Sara si trovava in un angolo della sua cella. Con le ginocchia al petto e la schiena ricurva. Sola. Sola come non si era mai sentita. Aveva perso tutto e non poteva tornare indietro, non poteva rimediare. Ormai la certezza che la sua amica fosse morta era sempre piú forte. Paolo era stato trasformato in un mostro. E Saphira era ferita. Propio in quel momento sentí una voce.
Sara... La sentí di nuovo, non era accanto a se. Era nella sua mente.
<< Saphira... Sei tu? >> sussurró

Sara solo tu sei padrona di questo mondo. Perché questo é il tuo mondo...

Sentiva la sua voce flebile, sentiva il battito della dragonessa che rallentava.
<< No... Per favore. Non tu, ho già perso Elena non perderó anche te >> le lacrime caddero a fiumi nel frattempo sentiva che la dragonessa stava per cedere.

Sei molto più forte di quello che credi. Vinci la paura e salva il tuo mondo...

<< Saphira... >> non la sentiva piú
Cacció un urlo pieno di dolore e rabbia e cadde in ginocchio. Non riusciva a sopportare tutto questo.
<< No! >> urló
<< No. Non posso sopportarlo! >> urló di nuovo Si fece coraggio e inizió a cercare una soluzione per uscire dalla cella. Per caso trovó nella tasca dei pantaloni una forcina e la usó per scassinare la serratura. Quando fu libera decise di andare dalla dragonessa, ma prima di ció nascose Elena in un angolo dietro a dei massi. Seguendo il suo istinto e il legame che ancora era vivo trovó la dragonessa. Aveva gli occhi chiusi e il colore delle squame spento, il collo era ben cinto da un collare di ferro attaccato al muro. Si accivinó
<< Per favore... Torna da me >>
Sara sapeva che non poteva fare nulla ma questo non aveva alcuna imporatanza. Si appoggió sulla spalla e pianse. Un pianto silenzioso senza singhiozzi o affanni. Pensó al suo mondo e i primi sogni che aveva fatto assieme a lei. Pensó alla sensazione di volare sul suo dorso. Pensó a tutti i momenti belli che aveva vissuto insieme a lei. Poi improvvisamente sentí un calore strano avvolgerla, alzó la testa. L'ala era sulla sua schiena << Saphira >>
Lei aprí gli occhi e sbuffó come segno di affetto Ciao
<< Saphira >> la abbracció
La dragonessa si riprese piano piano
<< Come hai fatto... Pensavo di averti perso per sempre >>

Sei stata tu, il tuo amore per me mi ha riportato indietro

<< Saphira guarda... Le tue ferite >>
Le ferite si richiusero e la pelle tornó come prima. << Andiamo! Bisogna ancora salvare Paolo >>

Insieme ripresero il corpo di Elena e cercarono un'uscita. La dragonessa faceva fatica a passare, ogni volta chiudeva le ali e portava la coda sotto le zampe, dopo alcuni giri imboccarono una galleria lunga e si ritrovarono nella stesso salone di prima. Il silenzio era l'unica cosa che regnava. Sara, non puoi scappare.
<< Fatti vedere! >>
L'Incubo si riveló a lei. << Riporta i miei amici indietro o te la vedrai con me >>
Combattiamo allora.
<< Sono molto più forte di quanto credi >>
L'incubo creó dei globi neri e li fece volare, Sara li scansó di poco e attacó alle spalle ma si rese conto che non poteva sfiorarlo. Non è leale attaccare alle spalle. La prese dalla vita e gli mise una mano sopra al cuore. Dal suo palmo uscí una nebbia nera, Sara urló dal dolore. Saphira sputó fuoco in direzione dell'Incubo ma non serví a nulla. Gli andó incontro ma subito cadde in terra e ruggí. << Noo!! >>
Il nemico arrestó qualsiasi movimento e lei corse dalla dragonessa << Saphira... >> si voltó. Guardó l'Incubo come se lo volesse uccidere, lui si dimenó e contercersi su se stesso come se qualcosa lo avesse posseduto. Sara si immaginó di farlo soffrire e cosí accadde, il suo nemico le puntó il dito contro ma subito il braccio scese lungo il fianco poi la testa giró su se stessa e legambe si spezzarono. Come...
Dagli occhi e la bocca uscí tutta l'oscurità che aveva in corpo, una nube nera sopra la sua testa. Opo poco la nube sparì insieme all'Incubo.
Ce l'ho fatta. L'ho sconfitto. Si disse
Cadde. Svenuta.




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