Sogni

7

Il tempo passava velocemente, ormai Sara si era abituata a entrare nello specchio e organizzava la giornata in modo che avesse delle ore libere per entrare nell'altro mondo e salutare Saphira. Il drago l'aveva portata in nuove zone e gli aveva fatto incontrare tutte le altre creature dei sogni. L'INCUBO aveva smesso di perseguitarla, sia nei sogni che nella vita reale e questo la rendeva tranquilla. Sara si trovava nel terrazzo di camera sua e stava contemplando il tramonto.
<< Hey >> una mano toccò la sua spalla, Sara si girò subito e vide Paolo davanti con un espressione seria
<< Ciao, come mai sei qui? >>
<< Volevo farti una sorpresa e... ecco è da un po di tempo che non ti vedo e quindi eccomi qui >> rispose
<< Ma stiamo nella stessa scuola...>> subito fu interrotta
<< Si, lo so ma mi eviti >>
Sara aggrottó le sopracciglia << In che senso ti evito? >>
<< Nel senso che non mi consideri, quando ti saluto non ricambi poi ogni volta che ti parlo hai sempre lo sguardo perso e non mi ascolti, hai sempre la scusa pronta a tutto... Insomma cosa ti succede? Prima non eri così, sei ecco... cambiata? >>
Sara si morse il labbro, voleva dirgli tutta la verità ma aveva paura che la prendesse per pazza. Dopo un attimo di riflessione tiró fuori una bugia.
<< Lo so, mi dispiace molto. È che lo studio mi tiene impegnata e non ri... >> si bloccò subito, non riusciva a conrinuare.
Paolo la fissò negli occhi, Sara conosceva benissimo quello sguardo.
<< La verità? >> chiese
Lui annuì << La verità >>
Sara prese un grande respiro e gli raccontò tutto, dall'inizio alla fine senza un attimo di pausa. Gli raccontò del suo incubo, di come all'inizio si sentiva strana, dello specchio, di Saphira. Arrivata alla fine pregò Dio che Paolo capisse e che non la prendesse per pazza.
<< Wow! >> esclamò Paolo
Sara pregò << Ti prego non prendere per pazza, lo so che è difficile ma perfavore provaci >>
<< Ok Ok, ti credo >>
Eh? Cosa?! si disse fra se e se
<< Davvero? >>
<< Si >>
Sarà si buttò sulle sue spalle e lo strinse forte in un abbraccio.
<< Grazie, di avermi creduta >> disse con un filo di voce. Paolo la strinse a se << Prego >>
Qul "prego" la fece rilassare e l'ultimo raggio di sole li salutó ancora abbracciati.