Il peso della realtà

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POV Chloè

Se ricordavo bene, alle 16, la casa sarebbe dovuta essere completamente vuota: mio padre sarebbe stato in ufficio mentre la mia matrigna e sua figlia in palestra.

Avere casa libera mi avrebbe permesso di preparare tutte le mie cose per andare via.

Preferii non pranzare con " la mia famiglia" e, appena tornata a casa, corsi nella mia stanza dove mi distesi sul letto.

Prima di andare via avrei dovuto frugare per cercare il mio telefono e il mio computer.

Ero spaventata ma eccitata allo stesso tempo, fremevo dalla voglia di andare via ma ostentavo paura per l'ignoto che mi aspettava.

Non sapevo dove andare, ma dovevo assolutamente trovare un lavoro.

Essendo minore mi sarei dovuta nascondere bene per far in modo che le autorità, se mai le avessero chiamate, non mi trovassero.

Non potevo lavorare nelle ore diurne poiché sarebbe stato toppo facile farmi ritrovare, ma dovevo assolutamente inventarmi qualcosa.

Alle 16, come previsto, la casa si liberò.

Presi il mio zaino togliendovi i libri e lo riempii di vestiti.

Cercai alcune borse che ricordavo di avere e vi misi tutto ciò che avevo, oggetti appartenenti a mia madre compresi.

Mi recai nello studio di mio padre ove vi trovai il PC e nella camera di Johanna dove invece riebbi il mio cellulare.

Presi quei pochi risparmi che avevo nascosto prima di partire nella cornice di un porta fotografie e mi apprestai a partire.

Quando fui all'ingresso, però, nonostante sapessi di dover far presto, tornai in salotto e andai verso i cubi contenenti i vecchi dvd.

Afferrai avidamente il dvd che ritraeva me e mia madre in scene di vita quotidiane e tornai all'ingresso.

Afferrai le borse, aprii la porta e cominciai a correre.

Scelsi una strada secondaria non molto affollata per non dare all'occhio.

Quando giunsi alla metrò e vi riuscii a salire, tirai un sospiro di sollievo: era fatta!

In metrò riuscii a pensare bene al luogo nel quale andare, ma giunsi ad una sola conclusione: per non essere trovata avevo bisogno di un quartiere lontano dal mio, ma nel contempo nel quale le autorità preferissero non addentrarsi.

Il Raval, vecchio quartiere a luci rosse dalla pessima fama, era perfetto!

Scesi dalla Metrò nella fermata prossima al quartiere e mi incamminai.

Quanto avrei voluto che mia madre fosse stata con me, quanto avrei voluto che Marc fosse stato con me !

POV Marc

-La prego ne ho davvero bisogno Marlene!-

Ormai da circa 1 ora, io e Leo, cercavamo invano di convincere la direttrice a fornirci i dati di Chloè senza successo.

-Signori ancora una volta vi ripeto che se potessi, lo farei. Purtroppo non posso: sono cartelle personali che non posso assolutamente divulgare. Mi dispiace.- Sancì.

-Ma a cosa vi servono poi?- Chiese curiosa.

-Lei voleva fare una foto con Marc, me lo disse mentre facevo beneficenza qui- Rispose Leo salvandomi.

-Capisco, ma non posso esservi di aiuto-

-Potreste anche avere cattive intenzioni e purtroppo non posso fornire nessun tipo di dato sui pazienti eccetto che ai suoi familiari-

-Va bene- Risposi abbattuto alzandomi.

-La prego Mar...- Disse Leo.

-No vieni, non c'è nulla da fare- Lo interruppi.

Leo recependo il messaggio mi seguì fuori dall'istituto, ci rimettemmo in auto e, per tutto il tragitto, nessuno di noi due proferì parola.

Quando ci salutammo con la promessa di rivederci l'indomani per gli allenamenti, tornai in casa e, distrutto, mi distesi sul divano.

Istintivamente iniziai a piangere, mi sentivo così impotente dinnanzi alla grandezza del mondo stesso.

Piansi perché sarebbe stato così difficile dimenticarla, ma era inevitabile: di lei non conoscevo nulla eccetto il nome!

Chissà se senza di me avrebbe vissuto una vita felice, chissà se senza di lei avrei ma vissuto una vita felice.

I tentativi di cercarla sui social si rivelarono vani, disperati e assurdi tentativi a causa delle innumerevoli "Chloè" in tutto il mondo.

Mi addormentai ripensando al sapore delle sue labbra incerte sulle mie e al profumo che la sua innocenza lasciava sulla mia pelle.

Sognai di averla ritrovata, di averla lì con me, ma quando mi svegliai il peso della realtà schiacciò grevemente le mie speranze.

Le stesse molecole || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora