POV Marc
Presi le chiavi della mia auto dalla tasca e misi in moto, schiacciai l'acceleratore e mi diressi verso la superstrada.
Non sapevo cosa fare, sembrava quasi che la rabbia, l'odio, la tristezza, ma soprattutto la delusione si fossero impossessati del mio corpo.
Ero davvero stato così stupido da innamorarmi di lei? Avevo davvero creduto che tutto potesse andare bene?
Schiaccia l'acceleratore ancora una volta raggiungendo i 190 km/h .
Non riuscivo a calmarmi, ero davvero sul punto di collassare.
Vidi una prostituta al lato della superstrada e mi fermai.
Aspettando che si avvicinasse non riuscivo a capire cosa stessi facendo, volevo solamente ferirla come lei aveva ferito me.
Il mio cuore era ridotto a brandelli e questo era solo per causa sua.
-Hei, come posso esserti utile?- Chiese la ragazza con voce provocatoria
-Sali-
-Non vuoi sapere le tariffe?-
-No, andiamo a casa mia. Sali-
Lei, titubante salì e ripresi la strada per tornare nella mia casa.
Non le proferii parola, mi ricordava molto Chloè: l'innocenza rubata in quel trucco pesante, le occhiaie causate dalle nottate di baldoria anziché dalla preoccupazione per una verifica, l'insicurezza mascherata dalla volgarità.
Cosa era successo alla mia piccola?
Che fine aveva fatto la ragazza della quale mi ero innamorato?
-Abiti davvero qui?- Chiese stupita la ragazza quando arrivammo a casa mia.
-Già- le risposi guardandola e aprendo la porta.
-Aspetta ma tu sei ...-
-Si, Marc Bartra. Già!- Le risposi secco invitandola ad entrare.
Lei entrò e io, senza neanche chiudere la porta, incominciai a baciarla.
Il tocco con le sue labbra mi era del tutto indifferente, non sentivo nulla.
Immaginai che al suo posto ci fosse Chloè ed iniziai a passarle le mani sul corpo.
La vidi apprestarsi a lasciar cadere il reggiseno, ma la bloccai: Chloè non lo avrebbe mai fatto di sua volontà.
La attirai più vicina a me facendola aderire al mio petto, il petto che avrebbe dovuto accogliere l'esile corpo di Chloè ora oggetto dei guardoni.
Le baciai il collo immaginando che ci fosse quello di Chloè, candido, puro, morbido ...
Le toccai i capelli cercando di riprovare le emozioni che quelli di Chloè mi avevano trasmesso, ma non vi riuscii.
Lei non era Chloè!
-CHE CAZZO SUCCEDE?- Una voce familiare mi fece staccare da lei.
-MA DICO SEI IMPAZZITO?- Urlò Leo.
-VA VIA TU- Disse rivolgendosi alla donna.
Non trattenni più le lacrime ed iniziai a piangere cadendo sul pavimento bianco.
Leo accompagnò la donna fuori porgendole dei soldi e tornò da me.
Per alcuni minuti restammo in silenzio: io piangevo riverso sul pavimento e lui accanto a me mi guardava tristemente.
-Era la mia bambina cazzo- Dissi piangendo.
-Marc mi dispiace-
-Cazzo!- Esclamai mentre continuavo a piangere ininterrottamente.
-Io non so che dire ... - Ammise Leo.
-Nulla, non dire nulla, abbracciami- Dissi.
Leo mi guardò e mi abbracciò.
-Volevo ferirla- Dissi staccandomi dal suo abbraccio.
-Lo so, ma non sarebbe valso a nulla-
-Lo so- Ammisi.
-Grazie- Aggiunsi.
-Non devi ringraziarmi, tra amici ci si aiuta-
-Scusami ma ora ho bisogno di dormire- Dissi dopo alcuni secondi di silenzio.
-Certo, domattina passo a prenderti per gli allenamenti ok?- Chiese.
-Si- Risposi.
Dopo averlo accompagnato alla porta rimasi solo: solo con me stesso, solo con il mio dolore, solo con la mia delusione, solo con il mio odio, solo!
Accarezzai il mio cucciolo nella propria cuccia e mi diressi verso la camera da letto.
Non potevo spiegare quanto dolore avevo provato nel vederla in quelle condizioni.
Mi aveva deluso profondamente: era solamente mia e invece ora era oggetto del piacere altrui.
Non conoscevo il perché fosse finita in quello stato, ma non volevo neanche saperlo.
Da piccolo sognavo di diventare un calciatore professionista, guardavo i grandi giocare alla tv e i miei occhi si illuminavano. Mia madre mi aveva sempre detto che lei sarebbe voluta diventare una scrittrice, ma che per la famiglia vi aveva rinunciato. Io, essendo piccolo, mi sentivo in parte responsabile della sua rinuncia e così, spesso, piangevo pensando a ciò. Crescendo capii che non era stata colpa mia e che mia madre fosse felice nonostante avesse rinunciato ad esso.Con Chloè mi sentii come allora:responsabile di non averla salvata da quella situazione.
Era la mia Chloè ed io l'avevo lasciata nelle mani del proprio destino: ormai era troppo tardi.
STAI LEGGENDO
Le stesse molecole || #Wattys2016
FanfictionCosa succederebbe se una stella del calcio come Marc Bartra s'innamorasse di una ragazza rinchiusa in un manicomio? Una storia altamente anticonvenzionale, ma che vi terrà con il fiato sospeso.