POV Chloè
Dopo un sonno disturbato, mi sveglia nel cuore della notte guardandomi intorno desiderosa di vedere la figura di Marc rassicurarmi di aver fatto solo un brutto sogno: così non fu.
Presi il cellulare e andai su instagram, il mio vecchio profilo, per ragioni di sicurezza, era stato eliminato.
Digitai il suo nome e visitai l'account.
Era davvero bellissimo, i suoi lineamenti facevano risaltare i suoi occhi e il fisico lo rendeva perfetto.
Giorni prima ero venuta a conoscenza del fatto che avesse lasciato Melissa e il mio cuore aveva gioito per ciò fino a quella maledetta sera.
Mi sentii così sola che piansi liberando, attraverso le lacrime, tutta la mia frustrazione.
I miei genitori non erano venuti a cercarmi, probabilmente quella strega e sua figlia lo avevano convinto a non farlo. Quanto avrei voluto che mia madre fosse stata lì in quel momento. Fortunatamente, eccetto instagram e facebook che avevo eliminato e ricreato, le autorità non avrebbero mai avuto modo di capire dove fossi, ma tanto a mio padre non importava
Se solo la mia vita fosse andata in modo diverso, ora, io e lui saremmo potuti stare assieme, io sarei potuta essere felice.
Guardai arrivare l'alba con le sue sfumature rossastre, immaginai quanto sarebbe potuto essere bello guardarla con lui.
Il sole ogni giorno descrive un'orbita perfetta, una sorta di percorso vitale che termina con la sua morte al tramonto e rincominciava all'alba rinascendo; la mia vita era simile a quella del sole: l'infanzia era stata radiosa e un continuo crescendo di gioie e felicità, ma ora, troppo presto, mi stavo avviando al tramonto.
Mai come allora desiderai di morire, vidi la mia vita annientata, mi vergognai di me stessa e di quello che ero diventata.
Mi alzai presto e indossai un leggings da palestra.
In poco tempo uscii dall'appartamento e mi diressi verso la pista da corsa. Spinsi al massimo e corsi per circa 1 ora: ero sfinita, ma avevo scaricato tutte quelle cattive emozioni che si erano impadronite di me.
La sera, come ogni sabato, ero di turno quindi mi recai a lavorare.
Mi vestii come sempre con abiti succinti e uscii sul palco.
Il mio sorriso era spento, la mia mente era con lui, il mio cuore era suo.
Cercai di restare indifferente ai commenti di un gruppo di ragazzi e continuai a ballare cercando di concentrarmi su altro, ma tutto ciò che mi tornava alla mente era il suo sguardo deluso. Rischiai di inciampare sui miei stessi piedi per circa due volte, ma, fortunatamente, riuscii a fingere che fosse parte della coreografia.
Il ballo mi sembrò durare in eterno, più mi muovevo e più continuavo a sentirmi nuda agli occhi di tutte quelle persone. Non mi era mai successo prima di allora.
Quando la musica si fermò tornai all'interno e mi lasciai scivolare al muro, caddi seduta con la schiena adagiata alla parete e iniziai a piangere: era troppo per me.
Mi sentii fragile e persa in un mondo così duro e cattivo. Non avevo la possibilità di condividere, gioie, dolori, preoccupazioni, frustrazioni con nessuno eccetto me stessa.
Quando iniziai a lavorare in quel posto non pensai a ciò che mia madre, se fosse stata viva, avrebbe detto. Sicuramente, ora, ebbi la certezza di averla delusa esattamente come avevo fatto con Marc.
Le lacrime scorrevano imperterrite sulle mie guance tinte di nero a causa del mascara, i miei occhi erano rossi ma non smettevano di piangere. Tirai le ginocchia al petto e vi accovacciai la testa: vivevo un qualcosa di troppo grande per me.
-Ti prego,non voglio vederti in questo stato- Disse una voce a me familiare. Alzai lo sguardo e riconobbi quella mano che mi aveva fatta sentire bene fin dal primo incontro.
-Che ci fai qui?- Chiesi stordita a Marc ponendo nuovamente la testa fra le ginocchia per non mostrargli il viso.
-Ti prego alzati- Disse porgendomi la mano ma evitando i miei occhi.
-Non nasconderti da me-
Dopo qualche secondo di esitazione la strinsi e mi alzai. Mi sentii nuda davanti ai suoi occhi e finii con il vergognarmi di me stessa. Sentirsi inadatti fu la sensazione più brutta della mia vita, soprattutto rispetto a lui.
-Perché sei qui?- Chiesi nuovamente evitando di guardarlo.
-Dovrei farti la stessa domanda non credi?-Rispose con voce apatica.
A causa delle sue parole, nonostante innocue, altre lacrime incominciarono a solcare il mio viso. Cercai di svincolare la mia mano dalla sua e di andare via, ma mi afferrò il polso facendomi restare lì.
-Lasciami!-Gli ordinai.
-L'ultima volta che l'ho fatto sei finita qui, la prossima volta dove ti trovero? Sulla tangenziale?-
Non gli risposi, le sue parole, nonostante veritiere, mi ferirono.
Restai per alcuni secondi a testa bassa senza dir nulla. Desiderai scomparire da quel posto, ma mi resi conto dell'impossibilità di ciò.
-Scusami-Sussurrò.
Restai a testa bassa mentre nuove lacrime rigarono il mio viso.
Con la voce smorzata dal pianto riuscii a farfugliare:
-Mi abbracci?-
Lo vidi illuminarsi e avvicinarsi sempre di più a me con il suo imponente corpo. Quando il suo torace accolse il mio, fui percorsa da una sensazione bellissima che mai avrei immaginato di provare: mi sentii protetta, al posto giusto e soprattutto amata.
-Non andartene anche tu, non lasciarmi qui- Gli dissi stringendolo più forte a me.
-Sono qui e non andrò da nessuna parte, non senza te-Rispose.
Salve ragazzi
Anche oggi sono riuscita a mettere 2 capitoletti abbastanza lunghi.
Mi auguro che vi piacciano e che possiate lasciare qualche bella stellina.
Alla prossima!
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Le stesse molecole || #Wattys2016
FanfictionCosa succederebbe se una stella del calcio come Marc Bartra s'innamorasse di una ragazza rinchiusa in un manicomio? Una storia altamente anticonvenzionale, ma che vi terrà con il fiato sospeso.