Un posto tutto mio

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POV Chloè

L'indomani mi svegliai con un grandissimo sorriso stampato sul viso. Ero davvero felice, non solo perché lui era venuto, ma poiché si era interessato a me.

Mi sentivo speciale, avevo dimenticato cosa si provasse ad essere importante per qualcuno. Ma io ero importante per lui o gli facevo solamente pena?

Qualsiasi fosse stata la risposta gli sarei stata per sempre grata, poiché mi aveva restituito due giorni di "normalità".

Quella mattina, stranamente, avevo intenzione di dedicarmi alla cura del corpo. In genere, da quando ero entrata a Peaceville, non lo avevo fatto molto spesso.

Lavai i capelli e li spazzolai con cura. Ricordavo ancora quando mia madre, da piccola, mi lascava sedere sulle sue gambe e mi spazzolava i capelli rendendoli setosi: aveva le mani di una Dea.

Lavai delicatamente il viso e, in mancanza di creme, lo tamponai con la tovaglia. Presi i cosmetici che riuscivo a procurarmi grazie ad un'infermiera e misi un filo di gloss. Avrei voluto indossare gli abiti comuni, ma non volevo correre il rischio di rovinarli:sicuramente non potevo comprarne di nuovi e nonostante ne avessi parecchi, li usavo il minimo indispensabile.

Misi la tunica grigia dopo aver fatto la doccia e mi preparai ad affrontare una nuova giornata.

La vecchia infermiera Maria, inserviente di questa struttura da 20 anni, notò questi piccoli cambiamenti, ma non disse nulla:ne fui sollevata.

Arrivai nel refettorio e trovai Renata intenta a giocare con un biscotto rotondo

- Renata che fai?- le chiesi dolcemente

-Lei mi guardo, guardò il biscotto, riguardò me e rise- Era la prima volta che la sentivo ridere e , conoscendo la sua malattia, sapevo fosse un evento raro. L'abbracciai e mi sedetti.

-Buon giorno ragazzi- Disse la direttrice Marlene.

-Allora come vi sentite?- chiese ponendosi al capo della tavola

Naturalmente tutti risposero parlando assieme e la risposta si tramutò in un suono praticamente incomprensibile.

Dopo aver fatto colazione, ci recammo in giardino. Passeggiai nello spazio verde cullata dal soffio del vento leggero, colsi un fiore e lo sistemai fra i capelli. Camminai per diversi minuti e poi, stanca, mi adagiai sul prato antestante l'ingresso secondario.

-Oggi è un giorno speciale?- Disse una voce alle mie spalle

Mi girai e vidi Maria dietro di me accomodarsi.

-No, nulla di particolare.- Le risposi guardandola.

-Ho notato che ti sei particolarmente curata stamane- disse sorridendomi.

Per alcuni secondi pensai a cosa risponderle, ma lei mi interruppe:

-Non serve che trovi una scusa, ieri ho visto ciò che è successo. Non temere non dirò nulla.-

-Ma come?- dissi stordita-io ... -

- Tesoro in questo posto non si è mai soli, non credere di poter nascondere qualcosa alla luce del sole-

-Io non nascondo nulla-

-Per ora no, ma magari avrai bisogno di farlo-

-Anche avendo il bisogno di farlo, non potrei-

-Ascoltami bene, io so che non sei pazza e so che sei qui a causa della tua famigli ... -

-Di mio padre- la interruppi

- ... di tuo padre- si corresse – comunque sia, purtroppo non posso aiutarti, la mia testimonianza non vale molto essendo una povera inserviente vecchia, ma quel ragazzo potrebbe aiutarti davvero. Ecco perché ti consegno queste chiavi, sono le chiavi della vecchia sala di pittura che si trovava accanto alla dispensa : nascondile nella federa del cuscino e sta attenta a non farti vedere da nessuno. Usa quel posto per parlare con quel ragazzo, lì almeno avrete un pochino di privacy-disse porgendomi le chiavi.

-Non so come ringraziarti- dissi a fil di voce.

-Non devi, voglio solo che tu viva la tua vita fuori da questo inferno- dichiarò alzandosi.

-Mi raccomando riguardati- concluse voltandosi e andando via.

Non sapevo davvero come ringraziarla!

Corsi a visitare la stanza e, prese le debite precauzioni, entrai al suo interno: avevo finalmente trovato un posto tutto mio.

POV Marc

La casa era stranamente tranquilla, Tobia era fuori, la governante anche e io decisi di dormire un pochino prima degli allenamenti.

Sognai un prato verde, una grande distesa di erba contornata da fiori. Mi svegliai e sorrisi al suo ricordo: domattina sarei andato a trovare Chloè, avevo bisogno di lei!

Uno squillo di cellulare interruppe i miei pensieri.

-Munir -dissi con tono gioioso rispondendo .

- Hei amico-disse in tono algido.

-Successo qualcosa?-

-Volevo solo chiederti come era andata- disse timidamente.

-Giusto! Ascoltami chiama Leo e Ney, ci vediamo tra una mezz'ora a casa mia così vi racconto tutto- Risposi con tono leggero.

-Perfetto, ci vediamo dopo allora-

-Si si, a dopo-

Chiusi la chiamata e mi recai verso il frigo per una birra fresca. Era una situazione che, poiché più grande di me, avevo bisogno di risolvere in compagnia: io, Ney, Munir, Leo e la mia buona birra fresca!


SALVE RAGAZZI

Eh nulla, buona lettura e lasciate qualche stellina!

Le stesse molecole || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora