Fra le braccia dell'inferno

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⁠⁠⁠POV Marc 

-A cosa pensi?- La voce di Munir mi riscosse dal dormiveglia post partita. 

-A nulla a dire il vero-

 -Ottimo lavoro comunque, se non fosse stato per te oggi avremmo perso- Si complimentò Leo. 

-Grazie- Gli sorrisi. 

-Ti manca?- Chiese Munir. 

-Si- Risposi.

 -Stasera andiamo a festeggiare la vittoria?- Chiese Ney cercando di distrarmi. 

-Ok- mi limitai a rispondere. 

-Animo dai, sembra ti sia morto il gatto- Mi incitò a sua volta. 

-Secondo me ha bisogno di scopare- Disse munir.

 Lo guardai e gli lanciai una scarpa, tutti risero eccetto me.

 -Sapete che ho lasciato Melissa?-

 -SI- Risposero assieme.

 -Ecco perché hai bisogno di scopare- Sancì Ney.

 -Ok andiamo a festeggiare, ho voglia di divertirmi!-

 -QUESTO È IL NOSTRO MARC- Urlò Ney. 

Risi assieme ai miei compagni e la sera uscii senza riuscire a guardare nessuna ragazza: nella mia testa c'era solo lei. Domani sarei andato a trovarla e questo fu l'unico pensiero che animò la mia serata. POV Chloè 

-Bentornata a casa scricciolo!-La mia matrigna, con cotali parole, mi accolse nella mia vecchia casa.

 -Tuo padre ti aspetta nel salotto- 

Senza risponderle mi avviai nel corridoio che ricordai appena, ma una mano mi strinse il polso provocandomi un dolore lancinante. 

-Senti bene Chloè: io non voglio averti qui e neanche Johanna, ma purtroppo tuo padre ultimamente era depresso per la tua assenza e non sganciava soldi. Se avessi potuto fare a meno tu saresti ancora rinchiusa in quella struttura per dementi, quindi vedi bene di non farmi arrabbiare, capito?- sussurrò al mio orecchio.

 Mi trattenni dal piangere, non per il dolore fisico che mi aveva provocato, ma per il fatto che mi aveva strappata l'unica possibilità di essere felice: Marc.

 Mi svincolai dalla sua presa e proseguii per il corridoio fino al salotto, trovai mio padre seduto sulla poltrona barocca. Il suo sguardo si illuminò quando mi vide, il mio cuore si fermò per alcuni istanti bloccato dalla mia mente: volevo abbracciarlo, ma provavo così tanto rancore nei suoi confronti.

 -Chloè!- Disse. 

-Papà!- Risposi cercando di trattenere le lacrime. -

Allora marito, come vedi Chloè è guarita. Vero Chloè?- Si intromise la strega nonché compagna di mio padre. 

-Abbiamo nuovamente la famiglia al completo.- Continuò con un falso sorriso abbracciandomi. Mi svincolai dal suo abbraccio e dissi: -Non credere per un solo istante che dimentichi quello che è successo, quello che mi avete fatto. Sappiate che vivrò sotto questo tetto ancora per poco, appena avrò 18 anni, andrò via. Papà io ti stimavo tanto ma ora non riesco neanche a guardarti in faccia.-

 Mi girai e mi diressi nella mia vecchia stanza al piano superiore. Lungo le scale mossi gli occhi in tutte le direzioni cercando qualcosa che mi dicesse: "sei a casa ora", e invece trovavo cianfrusaglie inutili appartenenti a Johanna e sua madre. Avevo bisogno di piangere per sfogarmi. Non avevo potuto salutare nessuno, neanche Renata, non avevo potuto recarmi nella vecchia sala di pittura consegnatami da Maria prima di morire, non avrei mai più rivisto Marc. Che senso aveva la mia vita? Ero tornata a "casa mia" per riprendere il quotidiano inferno: mi sarei alzata la mattina cercando di essere invisibile, sarei andata a scuola per essere beffata da Johanna e la sua compagnia, sarei tornata a casa cercando inutilmente di sentire ancora l'affetto dei miei genitori e di non provocare l'ira della mia matrigna, avrei cenato e poi sarei andata a letto. Ogni giorno la routine si sarebbe rimpossessata di me facendomi perdere ancora una volta la ragione. Chiusi la porta a chiave, mi sdraiai sul letto e guardandomi intorno pensai: Bentornata Chloè, l'inferno ti riaccoglie fra le sue braccia! 

Pov Marc

 Bisognoso di vederla , salii le scale dell'istituto che portavano alle camere mentre Ney faceva la sua ora di beneficenza. Recatomi nella sua, però, non la trovai. Cercai di trovarla negli altri luoghi dell'istituto senza successo, provai a spiare se fosse nella stanza della direttrice, ma non era neanche lì. 

-Già, si si questa mattina. Perfetto! Si si, si chiamava Chloè, ragazza molto carina ed educata. È stata portata a casa alle 10, domani può passare a ritirare la pratica per archiviarla.- 

Sentii la direttrice parlare al telefono probabilmente con l'avvocato dell'istituto, ma la cosa che più mi fece paura era che lei fosse andata via. Come avrei fatto a ritrovarla? Il mondo mi crollò addosso, non potevo e volevo crederci. Sicuramente aveva bisogno di me, ma non sapevo proprio come fare per ritrovarla. Delle lacrime solcarono il mio viso: la sua presenza mi mancava già.

Le stesse molecole || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora