Capitolo 18: Dolore

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Jesus point of view

Piangere, era quello che facevo da giorni.

Dopo che ebbe chiuso gli occhi era arrivato un elicottero bianco con una croce rossa sopra e aveva scortato me, Veronica, Francisco e Beatrice all'ospedale.

Francisco aveva avuto bisogno solo di una trasfusione, del resto stava più che bene; ma Veronica...

Veronica no. Non ce l'aveva fatta.

A detta del dottore, il proiettile era veramente arrivato al cuore, come Taylor aveva detto, e non aveva superato l'intervento.

Il funerale si terrà domani.

Ha fatto male vederla morire tra le mie braccia.

Ha fatto male vederla spegnersi e non poter fare nulla.

Ha fatto male vedere i suoi magnifici occhi verdi farsi vitrei.

Ha fatto male veder morire l'amore della propria vita e non poter fare nulla per impedirlo.

"Non ha nulla da temere chi la morte la sa immaginare" aveva detto, e lei non aveva paura infatti. È morta sorridendo, dicendomi che mi amava.

Continuo a piangere, sono uno straccio e ho una pessima cera, ma non me ne importa.

Daniel, Beatrice, Dylan, Scott, Tyler e Francisco mi sono stati molto vicino e hanno cercato di consolarmi nonostante anche loro soffrissero tantissimo.

Anche Jake e Taylor ci hanno provato, ma la cosa che mi ha dato più fastidio è stato il comportamento di Stacy.

Una volta che Veronica aveva esalato il suo ultimo respiro, lei si è subito imputata per diventare il nuovo capo. Per avere un posto che non gli spetta e oltretutto in un momento del genere.

Ci ha anche provato con me, dicendomi che era arrivato ora di dimenticarla e di spassarsela.

Come ho reagito?

L'ho spintonata facendola cader per terra e l'ho mandata al diavolo.

Bussano alla porta.

"Chi è?" sussurro, con voce roca.

Mia madre entra, anche lei ha pianto tantissimo alla notizia della sua morte.

"Come stai?" mi chiede.

"Male, mi sento male"

"Vuoi parlarne?" vuole solo farmi sentir meglio, capisco che vedere il proprio figlio consumato dal dolore che non mangia e non esce dalla camera per giorni, è preoccupante.

Sono dimagrito molto, ho il viso un po' scavato e delle occhiaie violacee sotto gli occhi dovute ai continui incubi e alle giornate passate a piangere.

"Parlare di cosa? Di che persona fantastica era? Allora va bene, parlerò" inizio, sto per dire quel che avrei voluto dire a  lei.

"Jesus, lo sai che non ti fa bene parlare di lei. Per favore cerca di risollevarti, fa male vederti stare così" mi carezza una guancia proprio come faceva lei.

"Mamma, se papà morisse tu come reagiresti?" le si blocca e mi guarda.

"Te lo dico io: verresti consumata pian piano dal dolore, sapresti che, se prima avevi la possibilità di svegliarti affianco alla persona a te amata, ora non puoi più. Non vorresti più vedere nessuno, non mangeresti più perché non ne sentiresti il bisogno. Piangeresti, piangeresti giorno e notte anche sapendo che le tue lacrime non potranno riportartelo in vita. Invece di vedere un mondo a colori lo vedresti in bianco e nero, non vorresti più andare avanti. Non ne avresti la forza. Vorresti morire. Arriveresti a voler morire per raggiungerlo perché lo ami. Lo ami e sai che non riuscirai a stare un'altro secondo senza di lui. Ecco cosa ti accadrebbe se papà morisse, ed è quello che sta accadendo a me perché Veronica è morta. È morta davanti a me, tra le mie braccia, e non ho potuto fare nulla per salvarla. È morta per salvarmi. Si è presa una pallottola indirizzata a me solo perché mi amava e non avrebbe sopportato l'idea di vedermi morto" mi blocco, mentre continuo a guardare un punto indefinito sul muro.

"Sai, non appena sono entrato in azione per aiutarla l'ho trovata piegata in due con le mani sullo stomaco, perché uno dei nemici gli aveva tirato un pugno nello stomaco. L'ho ucciso e no, non mi sento in colpa. Non mi sento in colpa ora e non mi ci sentirò mai ad aver ucciso tutti quegli uomini perché loro mi hanno tolto lei, la mia ragione di vita. Comunque, quando ho ucciso quel tizio e l'ho aiutata lei mi ha chiesto perché fossi lì, e io le ho risposto:«Non ti avrei mai permesso di morire, dovresti saperlo no? Muori tu, muoio io. Senza te non vivo.» ed io infatti non vivo. Non vivo più." i suoi occhi si fanno lucidi, si vede che è colpita dalle mie parole.

"Oh tesoro" mi abbraccia, ma io non ricambio. L'ultimo abbraccio che ho dato era per lei, e voglio che così rimanga.

"Vuoi che faccia qualcosa per te?" scuoto la testa.

Si alza e se ne va.

Sento un'altra fitta al cuore, l'ennesima. Pian piano il mio cuore inizia a cedere, pieno di graffi e cicatrici. Un cuore sfinito e bisognoso di amore, di un amore che non può più ricevere.

Beatrice point of view

"Dani io ho bisogno di prendere una boccata d'aria, esco un pochino" lo avverto.

"Vuoi che venga con te?"

"No, no ho bisogno di riflettere. Grazie comunque" gli lascio un bacio a stampo ed esco.

Mi dirigo a passo svelto verso un parco che si trova qui nelle vicinanze. Non è molto conosciuto, perciò non ci sarà nessuno.

Arrivo e mi siedo ad una delle innumerevoli panchine e attendo il suo arrivo.

Dopo poco noto una figura venire verso di me, indossa una giacca nera e lunga che le copre anche le gambe. Porta un paio di Rey-ban (?) e un cappello che copre interamente la sua testa, non permettendo alle persone di capire chi sia.

"È andato tutto secondo i piani" afferma l'essere davanti a me.

"Quali sono le tue intenzioni?" domando.

"Portare a termine il mio compito, ovvero ucciderla" mi risponde.

"E poi?"

"E poi si vedrà" alza le spalle "Come sta?" mi chiede.

"Come vuoi che stia? Sta male, soffre, piange tutto il giorno. Non esce mai e ha smesso di mangiare. Ti basta?" rispondo cattiva.

"Lo sai che non volevo tutto questo, ma è accaduto. Tengo a lui e non permetterò che continui ad andare avanti così" poi si gira e se ne va.

No hay nadie cómo tú. |Gemeliers| #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora