Capitolo 12: Tutti i nodi vengono al pettine

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Veronica point of view

"Mhh" mugolo, quando sento il cellulare vibrare sul comodino.

Non ho voglia di rispondere, perciò mi giro dall'altra parte e metto la testa sotto il cuscino.

Aspetto un po' ma il cellulare continua a vibrare incessantemente.

"Che palle ma chi è alle..." controllo l'orario "dieci e mezza del mattino?"

Rispondo senza notare il mittente.

"Pronto? Con chi parlo?" domando bruscamente, ancora mezza addormentata.

"Calma tigre, piuttosto come stai?" Jesus... se mai dovessi tornare a lavorare arriverà la volta buona in cui lo picchio.

"Che diamine vuoi, eh? Ti sei stancato dell'oca quindi ora torni da me?" non sono arrabbiata, no.

"Ehi aspetta posso spiegare non è come sem-"

"Sì certo tanto 'non è come sembra', con te non lo è mai! Cosa vuoi spiegare ora, eh? Il fatto che tu sia un'idiota patentato? Spiegamelo il perché!" giuro che non sono alterata, no no.

"Ronny penso tu abbia fraint-"

"Non chiamarmi 'Ronny' dannazione!" sbotto.

"Scusa... Se prendessi il primo volo per Barcellona e venissi a stare un po' con te per spiegarti e starti accanto, a te andrebbe bene?"

"Perché conta davvero qualcosa la mia opinione?" ribatto acida, okay forse sto un pochino esagerando.

"Dai per favore, ci tengo a risolvere con te. Sei la mia migliore amica" e sussurrò "forse anche qualcosa di più" poi continuò, e sembrava sicuro che non l'avessi sentito "e ti voglio troppo bene per star litigato con te... Ti prego"

Sospiro esausta, anche se mi sono svegliata da qualche minuto "Va bene, a che ora ti vengo a prendere in aeroporto?"

"Alle 13.30, è l'orario in cui l'aereo dovrebbe atterrare."

"Capito, a dopo"

"Ti voglio bene" ma io non riesco a rispondergli e allora lui attacca.

Non credo che se la sia presa, sa che se sono arrabbiata non riesco a dire 'ti voglio bene' o altro nemmeno a lui.

Mi passo una mano sui capelli ritirandoli indietro, e mi alzo.

Scendo correndo non appena sento il rumore di una padella cadere.

Non appena arrivo al piano terra e mi precipito in cucina, rischiando di cadere più volte.

"Ma che diavolo...? Mamma!" esclamo.

"Buongiorno tesoro!" esclama lei sorridente. Sembra davvero felice del mio ritorno.

Sospiro di sollievo e vado da lei.

"Come stai?" le chiedo.

"Bene, tutto sommato bene" ma lei non sembra capire il vero senso della domanda.

"Io mi riferivo alla questione 'papà'"

"Sto bene, sento che si risveglierà. Ne sono più che sicura" afferma sicura di se e con un sorriso smagliante sul volto.

"Ne sono contenta" sorrido anch'io "solo c'è una piccola cosa che dovresti sapere..." mi torturo le mani.

Come faccio a dirgli che dovremo ospitare un ragazzo che non ha mai visto prima e che, sicuramente, dovrà dormire con me perché non abbiamo stanze per gli ospiti?

No hay nadie cómo tú. |Gemeliers| #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora