Vorrei strutturare questa storia come una sorta di diario dove, giorno per giorno (o quasi), vi aggiornerò su ciò che accade.
Prima, però, vorrei fare un tuffo nel passato, fino a molti anni fa, quando ero ancora una bambina, quando tutto ebbe inizio...
Passavo da mia nonna gran parte delle mie giornate, fin da quando ero in culla, si può dire, in un certo senso, che mi abbia cresciuta lei.
Avevo la mia cameretta allestita tutta per me a casa sua e l'adoravo: c'era un enorme letto matrimoniale e addirittura la TV in camera!
Mia madre non mi faceva quasi mai guardare la TV, mia nonna, invece, l'accendeva quando volevo.
In quella casa, però, adoravo in particolar modo la camera di mia nonna: era accogliente, con una grossa cassettiera lungo il muro e un enorme letto matrimoniale, affiancato da due comodini antichi di legno scuro.
Quel pomeriggio, come la maggior parte dei giorni, ero sul letto di mia nonna a giocare con le Barbie: la stavo aspettando, la sentivo smanettare con le pentole in cucina, mentre mi preparava un panino, il mio preferito, prosciutto cotto e formaggio.
Quel giorno me lo ricordo fin troppo bene, nonostante siano passati tantissimi anni: smisi di giocare e mi avvicinai al comodino del lato destro del letto (si, è pazzesco come ci si riesca a ricordare anche i dettagli più insignificanti, quando un evento ci tormenta).
Lo aprii con attenzione, era molto vecchio e avevo sempre paura che il cassetto potesse rimanermi in mano.
Dentro, una cornice rivolta a faccia in giù, che mai avevo notato prima, attirò la mia attenzione: la presi in mano e la voltai.
La foto era in bianco e nero e raffigurava una bellissima donna, con un'antica acconciatura: capelli corti, con una piega perfetta, pieni di boccoli precisissimi.
La donna, dalla foto, sorrideva.
Sorrisi di rimando sapendo perfettamente che conoscevo già quella persona: molte notti prima era venuta a salutarmi.
Nel mio sogno c'erano un sacco di persone, in mezzo alla folla, una grande bara di legno con dei fiori era tenuta sospesa in alto da alcuni uomini che non conoscevo.
Tenevo gli occhi fissi sulla bara finché una figura sinuosa e incorporea, non uscì da essa.
Quel sogno è vivido nella mia mente come se l'avessi fatto solo il giorno prima.
La donna, semi trasparente, mi sorrise e sembrò salutarmi con un cenno del capo.
Non ero spaventata, per niente. Nonostante non la conoscessi sapevo che era una persona buona.
E ora era lì, con lo stesso sorriso, nella foto che stringevo fra le mani.
Corsi da mia nonna e scoprii la verità che, al momento, non mi sconvolse minimamente: quella donna, che io mai avevo conosciuto e di cui mai avevo sentito parlare, era la madre di mia nonna, che se n'era andata quando io ero ancora in fasce.
Mi raccontò che io non fui portata al funerale, in quanto ancora troppo piccola.
Finito il racconto risposi, con tutta l'ingenuità che può avere una bambina, che non era vero che non la conoscevo: lei mi aveva salutata durante il suo funerale.
Credo che la mia risposta sconvolse più mia nonna, e di conseguenza mia madre quando lo venne a sapere, che me.
L'avevo vissuta come una cosa assolutamente normale e priva di pericoli.
Era semplicemente la mia bisnonna che era venuta a trovarmi per salutarmi.
Più ripenso a quel giorno, più vorrei riuscire ad affrontare tutte le giornate con la spensieratezza di allora...
Ma le cose, crescendo, cambiarono notevolmente...
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La mia, purtroppo, storia vera
ParanormalQuesto racconto è una specie di diario, utile per poter raccontare agli altri quello che accade intorno a noi. Perché lo scrivo? Perché è più facile parlarne dietro una tastiera, senza essere giudicati. Ho provato a parlarne con le persone che mi ci...