La barchetta di carta

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Anche questa sera ho finito piuttosto presto di lavorare, è mezzanotte passata da pochi minuti e sto aspettando di andare a casa.

In realtà, a casa non ci vorrei tornare. 

Almeno non in quella casa!

Lavoro in un ristorante vicino casa e il proprietario è il mio compagno e questo mi permette di passare gran parte della giornata, e della sera, qui al locale con lui.

Il primo periodo di convivenza passavo molte ore da a casa da sola ed era un incubo.

Ma non è ancora il momento di arrivare ad oggi...

Vi ho raccontato di come tutto ebbe inizio (o meglio, quello è il primo ricordo lucido che ho di fenomeni paranormali che mi riguardarono), di come la mia bisnonna mi venne a salutare in sogno.

Fin qui tutto bene, direte voi, e lo direi anche io: una nonna che vuole salutare la nipote prima di andarsene per sempre, cosa c'è di più dolce?

Un altro ricordo, invece, è legato a mio nonno paterno, che morì poco prima che io venissi alla luce.

So poche cose di lui, oltre al nome e al fatto che fosse un marinaio, non so nulla.

Nonostante questo, fin da piccola, sono sempre stata convinta che lui fosse lì con me, in ogni momento.

Era come se fosse una presenza costante.

Una sera come tante ero nella mia cameretta con le pareti rosa, e i Teletubbies pitturati su tutto il muro.

Di fronte a me gli scaffali (otto per la precisione, quattro sul lato sinistro e quattro sul lato destro) ricolmi di pupazzi.

Chiamai mia mamma, lo feci automaticamente, come se qualcun altro mi stesse manovrando senza che io me ne rendessi conto.

Ero ancora troppo piccola per arrivare agli scaffali più alti, eppure dovevo arrivarci.

Non sapevo esattamente il motivo, ma era giusto così.

Mia madre arrivò quasi subito e io le spiegai che dovevo prendere una cosa che era dietro i pupazzi riposti sullo scaffale più in alto, quello posto al lato destro della stanza.

Ricordo ancora lo sguardo titubante di mia madre.

Si allungò verso lo scaffale e tolse alcuni pupazzi per vedere dietro di essi.

Sono piuttosto sicura di aver notato lo sconcerto nei suoi occhi quando si rese conto che, dietro i pupazzi, c'era una barchetta di carta.

La prese e me la porse.

"L'hai fatta tu?" mi chiese.

"No, l'ha fatta il nonno".

Non ricordo cosa avesse risposto mia madre, ricordo solo che lasciò la mia camera, lasciandomi da sola con la mia nuova barchetta.

Non ho mai saputo fare le barchette di carta e neppure mia madre.

Mio padre non viveva a casa con noi, c'eravamo solo io e lei.

Inoltre, riflettei solo molti anni più tardi, non potevo essere arrivata da sola così in alto.

Al momento non ci badai, per me quello era solo un regalo che mi aveva fatto mio nonno.

Un bellissimo regalo.

La situazione era così normale per me, all'epoca, che neanche mi preoccupai di conservarla in un posto sicuro: non ho idea di che fine abbia fatto.


I primi segni di paranormale nella mia vita, sono ricordi molto belli legati alla mia famiglia, a persone che nonostante non ci fossero più, tenevano ugualmente a me.

Erano persone di cui potevo fidarmi.

Ma ho imparato a mie spese che, aver a che fare con il paranormale, ti porta incontro anche a situazioni spiacevoli.

La mia, purtroppo, storia veraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora