Capitolo 9

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OCEANO
Erano tutti nel panico: Vix ed Ascanio erano spariti da un po'. Io ero troppo preso dalla rossa rompiscatole per accorgermi della loro assenza. La prima cosa che abbiamo fatto era stata controllare le camere da letto. Perché? Perché tra quei due c'era già qualcosa; un'inspiegabile attrazione palpabile anche dall'esterno. Spaventoso.
Però nelle camere non c'erano Vix e Ascanio. Tutti ovviamente iniziarono a pensare che io killer fosse già tornato.
Gli unici che ragionavano lucidamente erano: Levi, Cora e Zoe. Gli altri erano ansiosi e paranoici, primo tra tutti Thomas.
Sudava freddo e tremava. Stava impazzendo.
Tutti cercavano di calmarlo, lo accarezzavano e gli parlavano ma lui niente: era troppo nervoso.
Ad un tratto Zoe si avvicinò a lui nella confusione totale.
Gli asciugó il sudore dalla fronte, gli pose i palmi delle mani sulle guance e gli sorrise.
-Thomas... Va tutto bene. Ho visto Ascanio e Vix insieme poco fa, credo volessero appartarsi. Siamo tutti qui, non c'è nessun killer, e siamo stanchi. È normale avere paura.-
Thomas espirò visibilmente e si accasciò su Zoe accucciandosi nell'incavo del suo collo.
Rimasero così abbracciati finché decisero di andare a dormire.
-Direi di continuare le ricerche...- propose Levi.
Ci dividemmo e io capitai con Irina. Non sapevamo da che parte cominciare così uscimmo. Il cortile circolare che circondava l'ingresso della villa era fatto di sabbia fina bianca. Non c'erano impronte perciò Ascanio e  Vix non erano passati di lì.
-Fa fresco la sera... Rientriamo?- Disse Irina.
-Certo.-
La osservai meglio con la fioca luce lunare. La sua pelle era color latte e sembrava davvero vellutata. Le labbra piene e rosee avevano un non so che di interessante: quando non parlava restavano leggermente schiuse. I suoi occhi sembravano ancora più profondi. Ma ciò che veramente volevo fare era affondare le mie mani tra i suoi capelli rossi. Morbidi, profumati e ondulati... Sembravano fatti per far gola alle persone. Anche il suo abbigliamento un po osé seduceva il sesso maschile. Indossava un jeans strappato sulle ginocchia, attillatissimo, nero. Stivali con tacco, stringati, sempre neri. Top corto di velluto grigio scuro che lasciava la pancia scoperta.
Rientrammo e alla nostra destra scorgemmo un'apertura che non avevano notato in precedenza: le aste di legno del muro erano irregolari e una di queste presentava un'apertura.
-Vado io, tu resta qui!- Le dissi. Se fosse sbucato il killer all'improvviso almeno lei sarebbe stata in grado di scappare e chiamare gli altri.
-Non esiste che ti lasci da solo! Voglio venire anche io!- Detto ciò mi sorpassò con una spallata e tirò verso di se l'asta.
Come per magia si aprì una stanza illuminata da due lampade Tiffany poste su due scrivanie antiche. Le pareti erano completamente piene di libri dalle copertine pregiate: di cuoio, di seta, di pelle, con ghirigori dorati e incisioni antiche. Un tomo di quelli valeva milioni di soldi. E poi, guardando bene, c'erano due ombre proprio dietro una delle scrivanie. Ci avvicinammo e sorridemmo nello stesso momento: le ombre erano Vix e Ascanio.
Ascanio era seduto sulla poltrona, e Vix tra le sue gambe, poggiata con la schiena al suo petto, i capelli bianchi sparpagliati sulla maglietta nera di lui. I loro respiri quasi sintonizzati; dormivano placidamente, l'uno accanto all'altra, con un libro tra le mani a testa. Lui, vestito di nero dalla testa ai piedi, anfibi di pelle, tatuaggi che sbucavano prepotenti dalle maniche della t-shirt, capelli spettinati e il "Ritratto di Dorian Gray" tra le mani. Lei, con i suoi capelli candidi come la neve, l'abito rosa cipria svasato poco sopra il ginocchio, le Superga bianche immacolate, "Orgolio e pregiudizio" stretto tra le mani. Sembravano la principessa e il cacciatore cattivo. Diversi e perfetti insieme.
Irina era completante persa nel contemplarli perciò decisi di svegliare almeno Ascanio.
Gli strinsi leggermente una spalla e lui aprì gli occhi neri liquidi.
-Che succede?- Chiese allarmato.
-Niente gioia. Siete spariti all'improvviso senza dire nulla agli altri e si erano tutti preoccupati; per fortuna io e Oceano abbiamo intravisto quell'apertura.-
-Scusate... Non ci siamo resi conto dell'orario.-
Disse guardando Vix che dormiva placidamente.
La prese in braccio e lei si accoccolò sui suoi pettorali. Il contrasto adesso era anche più evidente. La braccia muscolose e tatuate circondavano le gambe snelle e bianchissime di Vix; i capelli albini di lei cadevano leggeri oltre il braccio sinistro di Ascanio.
Il cattivo della storia e la principessa si avviarono in silenzio in cucina con me ed Irina al seguito.
Nessuno dei ragazzi con disturbi della personalità come me chiese nulla quando li vide. I ragazzi e le ragazze con le fobie iniziarono a chiacchierare sottovoce. Barbara invece sorrise appena e disse che Zoe era riuscita a calmare Thom e a portarlo a dormire.
Salimmo perciò le scale e andammo in camera mia. In un angolo della stanza, sul divanetto consunto color caramello, c'erano Zoe e Thom che dormivano accoccolati.
"Ma che cavolo!"
-Ehy Irina! Manchiamo solo noi...-
-Non dire stronzate Oceano. Loro 4 hanno un feeling particolare.-
"E io che stavo scherzando.."
-Però penso che dormirò nella tua stanza Irina.- Le dissi col sorriso sulle labbra.
-E perché?-
-Perché il mio letto è occupato.-
-Fammi capire: il divano sarebbe il tuo letto?-
-Si, teoricamente diventa un letto... Ma praticamente quei due non l'hanno capito.-
-Ah... Perciò dormiresti al posto di Thom.-
-Già.- Le dissi allargando il mio sorriso.
-Se non la smetti di ridere domattina non vedrai la luce del giorno.- mi disse minacciosa puntandomi un dito contro il petto.
Agguantai l'indice sottile e lo strinsi.
-Irina... Allora sei tu la killer del rossetto!-
-Fottiti!-
Disse, e si avviò nel corridoio. Ma prima che si voltasse notai un sorriso accennato.

 Ma prima che si voltasse notai un sorriso accennato

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Thom e Zoe

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