Capitolo 42

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VIX
Era fuori di se dalla rabbia; i suoi occhi erano coperti da una patina oscura, le sua labbra tirate un un ghigno inquietante, quelle mani, distrutte, le unghie saltate e i tagli profondi dovevamo farle davvero male.
Ma lei pensava ad altro. Lo scrigno nella sua mano era aperto ed il suo interno era vuoto. Doveva riempirlo.
-Barbara.- non appena pronunciai il suo nome, si voltò di scatto, con la schiuma alla bocca, come una bestia feroce pronta a scannare la preda.
-Barbara dimmi, che cosa vuoi fare?- Usai il tono più gentile del mio repertorio.
-I loro cuori, i loro cuori!!! Lei mi ha detto di metterli qui.- Disse indicando lo scrigno.
-Perché?-
-Perché loro volevano farmi quello che è stato fatto a lei.-
-Barbara, non credo che Riccardo volesse ucciderti...- non finii la frase che lei ficcò con decisione il coltello nel petto del suo ex fidanzato.
-SI TI DICO! LORO VOLEVANO UCCIDERMI E SCAPPARE INSIEME! L'HA SCRITTO QUELLA PUTTANA SUL SUO TELEFONO.-
Urlò a squarciagola. Le sue tonsille non erano in grado di sopportare quello sforzo, infatti cadde vittima di un attacco di tosse fortissimo.
Noi tutti eravamo immobilizzati.
Poi lei si riprese.
-Barbara. Sono sicura che tu stia provando dei sentimenti terribili. Mi dispiace. Lui non ti meritava ma ormai è morto. Non c'è bisogno di altra vendetta, altro sangue, altra paura. Sei spaventata anche tu, lo so. Luigia ti avrà sicuramente chiesto qualcosa in cambio. Ti prego Barb: non farlo. Noi ti vogliamo bene, non vogliamo perderti!-
Sulle ultime parole mi venne da piangere. Non potevo trattenermi: non riuscivo a crederci che si trovasse in quello stato. Luigia le aveva sicuramene chiesto qualcosa, qualcosa di prezioso. Non sapevo come salvarla e mi sentivo impotente.
-Vix! Ragazzi!- Sentii la voce di Ascanio, e poi le sue braccia avvolgermi. Singhiozzai ancora perché non riuscivo a salvare Barbara. Poi avvertii un altro abbraccio.
Era lei, Barbara, che piangeva e mi stringeva insieme ad Ascanio.
-Scusa Vix, ti ho fatta preoccupare. Sono davvero pessima. Scusate ragazzi.-
A lei si aggiunsero anche gli altri. Ci ritrovammo perciò in un abbraccio unico, in cui i nostri respiri ed i nostri singhiozzi si confondevano. Nella tragedia c'era un lato positivo, che Luigia forse, non aveva mai compreso: l'amore vince sempre.
Dopo qualche minuto buono, Oceano si staccò per primo.
-Io penso sia tutto bellissimo: l'amicizia, gli abbracci, le lacrime... ma propongo di fuggire di qui, perché non so voi, ma io ho una fottuta paura di quella contessa pazza!-
Inutile dire che scoppiammo tutti a ridere.

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