Capitolo 41

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ZOE
Vix e Cora erano state "rapite" da Levi ed Ascanio. Irina ed Oceano parlavano a bassa voce sull'uscio della porta. Io mi sentivo sola. Entrai così nel mio mondo completamente ovattato in cui nessuno era mai riuscito ad entrare.
Era un bel posto quello: le persone si volevano bene e non c'erano tradimenti. Io ero felice e sorridevo di continuo. Facevo la botanica, ciò che sognavo di fare da sempre e i miei genitori mi sostenevano. Mentre mi trovavo nella mia serra personale, qualcuno mi chiamò con insistenza. Era una voce calda e profonda. Si avvicinava ma non potevo toccarla. Sembrava lontanissima, eppure potevo sentire il suo calore che mi accarezzava i capelli. Il calore divenne sempre più forte, piacevole e travolgente. Poi sentii una pressione sul mio viso. Una sensazione fisica, reale. Ero nel mio mondo, non potevo sentire nulla di fisico, nessuno poteva entrare.
-Zoe... sono qui. Mi dispiace per prima... perdonami.-
Aprii gli occhi, vidi il soffitto della mia camera, e percepii un peso opprimente sul mio corpo. Ripresi lentamente le mie facoltà tattili e sensoriali. Ci misi un po', poi mi resi conto che quel peso opprimente era un corpo.
Thomas mi abbracciava così stretto che quasi soffocavo. Al contrario la sua guancia era delicatamente poggiata sulla mia, come a dirmi che andava tutto bene e che mi avrebbe salvato lui.
-Zoe mi dispiace.- continuava a dire.
-È tutto ok. Mi capita sempre, scusa se ti ho spaventato.- era normale. Chiunque si spaventava vedendo una ragazza con gli occhi spalancati, o chiusi come un morto, completamente persa.
-Zoe ma di che parli? Io volevo scusarmi per come mi sono comportato prima... sai, noi ragazzi ci siamo rimasti male.-
-Aspetta, tu non avevi paura, o ribrezzo quando mi hai vista? Come hai fatto ad entrare nel mio mondo?-
-Perché mai dovevo avere paura? Sei sempre tu. E poi mi sono avvicinato con cautela, ti ho preso la mano e l'ho baciata. Mi sono sdraiato accanto a te e ti ho raccontato di Vix ed Ascanio che sono finiti a pomiciare in biblioteca. Poi ti ho detto che Irina ed Oceano si erano chiusi in un'altra camera e che possiamo aspettarci di tutto da quei due. E poi mi sono scusato con te e quando ti ho abbracciato, ho capito che mi avevi dato il permesso di entrare.-
Ero commossa ma ancora non mi spiegavo perché Thom ci tenesse così tanto.
-Perché sei voluto entrare a tutti i costi?-
-Perché eri sola. Non volevo lasciarti li, in quel posto solitario a sognare per cavoli tuoi. Se proprio dovevo lasciarti li, allora sarei venuto anche io.-
-Puoi farci un salto se vuoi...-
-Zoe... io però sono qui. E sono reale. Non un sogno in cui le parole e le azioni sono scontate. Non pensi sia molto più eccitante la realtà?-
"No Thom" volevo dirgli "le tue dannatissime labbra sono eccitanti."
-Hai ragione.- Invece risposi.
Sorrise tirando verso l'alto quelle labbra irresistibili, ed io non potei fare a meno di baciarle.

Stavo ancora saggiando il sapore dolce di Thom quando un rumore assordante ci costrinse ad alzarci dal letto. Immediatamente anche le altre coppie ci raggiunsero e la porta, come ormai eravamo abituati a vedere, si serrò sotto i nostri occhi.
-Mi sono seriamente rotta le palle di questa situazione! Luigia deve smetterla!- Disse Irina completamente fuori di se.
-Shh! Se ti sente poi se la prende con te, piccola rossa!- Disse Oceano. I loro battibecchi ci strapparono un sorriso anche in quella situazione. Ero in ansia per Barbara. Le ero molto affezionata ormai e speravo davvero che non le capitasse nulla. Le altre ragazze stavano pensando la stessa cosa.
-Ora che ci penso...Barbara non ha nessuna patologia... perciò dovrebbe essere fuori pericolo vero?- Disse Cora speranzosa.
-Non è esatto: Luigia fa leva sui nostri desideri più oscuri, sui sentimenti repressi e soprattutto sulle paure più grandi. Non credo sia possibile che Barbara non abbia nessuna di queste cose. Però penso che sia abbastanza forte da superare le prove.- Rispose Levi accarezzandole i lunghi capelli.
"Ok," pensai "questa sera c'è stato il grande passo per tutti, a quanto pare."
Un urlo indefinito, rumore di cocci e vetri, serrature che scattano. Eravamo liberi.
Ci precipitammo nella camera delle morti e trovammo due corpi: Diego e Lorenzo. Di Barbara nemmeno l'ombra.
Mentre i ragazzi analizzavano i cadaveri, le ragazze ed io cercammo e chiamammo Barbara incessantemente.
In casa non c'era.
Ci apprestammo ad uscire quando Levi ci bloccò.
-Thomas ed io veniamo con voi, è troppo pericoloso addentrarsi nel bosco.-
Thomas mi prese per mano e mi sussurrò un "andrà tutto bene" mentre ci dirigemmo verso la selva.
Di notte era tutto più lugubre e spaventoso, ma noi avevamo i ragazzi che ci infondevano coraggio. In testa al gruppo c'era una meravigliosa Vix, che avanzava come un soldato in prima linea, pronto a morire. Il suo passo era spedito, senza esitazioni, e i capelli bianchi si muovevano con lei come a voler cadenzare quel ritmo che aveva preso camminando.
Poi si arrestò di colpo. Non potevo vedere dalla mia posizione ma ero certa che avesse notato qualcosa o qualcuno.
-BARBARA!!!- urlò Vix.
Immediatamente ci precipitammo nel luogo indicato e la visione che si aprì ai nostri occhi mi lasciò senza parole per cinque minuti buoni.
Nel luogo in cui avevamo sepolto tutti i cadaveri, c'era Barbara, sporca di terra da capo a piedi, inginocchiata tra due corpi.
Uno era Riccardo e l'altra Daniela. Non erano ancora entrati in putrefazione, ma i vermi e gli insetti del sottosuolo stavano già facendo il loro lavoro. Lei era lì, che aveva dissotterrato quei due con le sue sole mani, ormai grondanti di sangue, e teneva un coltello nella mano destra ed uno scrigno nella mano sinistra.
Riconobbi quello scrigno, perché Cora e Levi per poco non lo aprirono.
Barbara aveva chiesto qualcosa a Luigia, e lei l'aveva accontentata.

I ragazzi di Villa Luigia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora