Capitolo 5

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IRINA
Superata la crisi di Vix ci riunimmo tutti al pianterreno dove incontrammo anche gli altri ragazzi che stavano sul pullman. C'era un grand baccano perché nessuno capiva cosa stesse succedendo; ci avevano confiscato cellulari e altri oggetti elettronici, non ci avevano lasciato messaggi o spiegazioni, ci eravamo ritrovati in stanze miste. Non mi dispiaceva stare lontana dalla tecnologia per un po' ma... Per quanto? Non sapevamo nulla e questo ci inquietava. Per non parlare poi del fatto che ognuno di noi avesse un disturbo o una fobia e che quindi ci saremo dovuti adattare alle esigenze degli altri. Per fortuna io ero capitata in camera con tre persone meravigliose, belle dentro e fuori, tolleranti e accomodanti. L'unico forse un po' strano era Thom: con il suo disturbo spesso e volentieri sospettava di noi, pensava male di ogni cosa e per questo non si sentiva accettato. Grazie a Dio c'era Levi che a quanto pareva aveva il potere di calmarlo. Lui era veramente bravo con noi. Cora stava sempre sulle sue ma era una brava ragazza; "cerco di non legare troppo con nessuno, in nessun contesto... Il mio disturbo è insopportabile per gli altri. Non voglio essere un peso per nessuno; perciò se vedrai che spesso mi isolo non te la prendere ti prego, lo faccio per il vostro bene."
Così mi disse appena arrivati in camera: i ragazzi erano andati ad esplorare il bagno e lei in un momento di sicurezza me lo aveva detto. Il suo disturbo era quello dipendente: ovvero una forma di affetto che porta ad attaccarsi ad una o più persone. Spesso questo disturbo arrecava dolore alla persona affetta perché le persone non sono sempre disposte a condividere, dare affetto o riceverne. Perciò Cora, che aveva sofferto molto in passato, evitava di affezionarsi troppo.
Questo mi fece intristire perché lei era veramente carina con me, nonostante la sua freddezza. Inoltre si vedeva da lontano un miglio che aveva un debole per Levi. Anche lui era attratto da lei ma non si avvicinava; la studiava e la guardava come ipnotizzato. Era davvero bello guardarli mentre si osservavano. Nella mia mente erano due anime rare che si attraevano e si allontanavano, insieme però potevano essere perfetti.
Parlando di me invece (d'altronde il mio disturbo è proprio incentrato sul mio ego enorme) dovevo ammettere che la persona in assoluto più bella e particolare del nostro gruppo di malati mentali era il ragazzo dagli occhi azzurri tempestosi. Non a caso il suo nome era perfetto: Oceano. Mi dava sollievo solo pensare quel nome, figurarsi pronunciarlo. Non resistetti alla tentazione e lo chiamai per sentire come la mia lingua si muovesse nel pronunciarlo.
-Oceano!-
Lui si voltò immediatamente. Mi prese alla sprovvista perché non volevo dirgli nulla: volevo solo pronunciare il suo nome.
-Irina.- Disse solo lui.
Entrambi ci guardammo per un tempo infinito e poi ci voltammo.
Cora mi si avvicinò seguita dalle altre ragazze. I ragazzi invece discutevano con gli altri.
-Amica sei strana... Anzi siete strani! Cos'era quel numero?- Disse Cora.
-Oceanoooo! Oceanooooo caro! Fammi vedere quanti colori hai negli occhi!- Mi prese in giro Vix. Zoe rideva talmente forte che non riusciva a dire nulla.
-Ragazze, non so cosa mi sia preso...-
-Si lo abbiamo visto!-
Cavolo, le adoravo già.
Improvvisamente Ascanio si avvicinò al nostro gruppo.
-Mentre voi sghignazzavate noi abbiamo fatto delle indagini...- Disse con aria quasi scocciata.
-Oh Sherlock ci dica cosa ha scoperto!- Disse Vix arrivando a un centimetro di distanza dal mento di Ascanio. Tra quei due... C'era elettricità. Quella che mancava in casa. Davvero: non c'era energia elettrica. Questo era un problema e speravo vivamente che "Sherlock" avesse trovato una soluzione.
-Dimmi tutto...- Disse Vix sottovoce. Sensuale.
-Attenta ragazzina.... In ogni caso, gli altri hanno tutti delle fobie. Tutti eccetto Barbara, quella ragazza castana con la pelle scura. Lei è normale. È venuta qui per stare con il fidanzato. Dobbiamo trovare il modo di attaccare l'energia elettrica. L'acqua c'è per fortuna! Qualcuno ha gli accendini perciò potremo usare il gas per cucinare. Il punto è: cosa cucinare? Mentre noi indaghiamo sulla corrente potreste vedere se qui intorno c'è qualcosa di commestibile? Magari anche con le altre ragazze.- Tutto il discorso, anche se era rivolto a tutte, lo disse guardando negli occhi Vix. Lei non abbassò mai lo sguardo nonostante gli occhi neri di Ascanio fossero davvero penetranti. Ok... La corrente elettrica c'era solo tra quei due e ora dovevano metterla anche in casa.
-Ok Sherlock, uniremo le forze e troveremo qualcosa.-
-Bene..-
Ad un tratto si udì un grido di donna. Poi un rumore di cocci rotti. Rumore di serrature che scattavano. Eravamo prigionieri in salone.

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