Capitolo 1

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20 Settembre 1939 la guerra è già iniziata e per le strade e nelle scuole non si parla d'altro. I giornali non parlano d'altro della notizia che la Germania ha invaso la Polonia e che la Francia e la Gran Bretagna hanno dichiarato guerra alla Germania. Per le strade ci sono bandiere naziste appese ai balconi, nei negozi tutti con la foto di Hitler, tutti che fanno quel solito saluto, tutti felici ,anzi mi correggo, tutti i tedeschi sono felici mentre c'è un popolo che sta per essere quasi sterminato. Mi sto avviando a scuola nella mia solita divisa della Gioventù Hitleriana, una cosa ridicola secondo me ma non ci posso fare niente siamo sotto dittatura nessuno può contraddire il Führer, sopra alla divisa ho un cappotto imbottito, stiamo per entrare nelle stagioni invernali e tra pochi giorni dovrebbe iniziare a nevicare. Il vento inizia a soffiare in modo graduato spostando i miei boccoli castani da una parte all'altra. Cammino per le strade della mia città che porta il nome di Berlino se mi guardo intorno ,con i miei occhi azzurri cielo, posso intravedere cartelli contro gli ebrei oppure negozi con sopra scritto 'sporco ebreo' soltanto per far notare a tutti che quel negozio è ebraico e non ci devi entrare. Le SS che con i loro carri portano via gli ebrei dalle loro case, bambini che piangono e madri che cercano di calmarli per dirgli che andrà tutto bene. Ma invece non è così. Nessuno sa che fine fanno una volta che sono stati strappati dalla loro vita quotidiana. Dicono che andranno in un posto migliore, fatto appositamente per loro.
Arrivo sotto al cancello della mia scuola privata sempre con quelle bandiere bianche rosse e nere che sventolano al vento della Germania. Un palazzo grigio e deprimente con la scritta in grande di metallo Sacred Heart, l'unica cosa buona di questo posto è la mia amica Rose almeno con lei le giornate sono meno sconfortanti. La campanella suona tutti entrano nel edificio con le loro divise, io mi avvio alla mia classe, nel tragitto incontro Rose , lei è una ragazza molto bella ha i capelli castani e occhi del medesimo colore forme al punto giusto e un tantino vanitosa però alla fine è l'unica vera amica che ho, almeno credo. È super tedesca e i suoi genitori sono quasi peggio dei miei non sono molto contenti che lei ha un istruzione, per loro dovrebbe solo stare in casa a imparare come si diventa una buona
moglie anche perché tra pochi mesi si deve sposare e lei né è super entusiasta non gli interessa tanto il nostro diploma, se fossi in lei sarei già scappata di casa, ma ogni genitore controlla la vita della propria figlia almeno per noi aristocratici tedeschi.

-Ciao carissima!- mi saluta ondeggiando i suoi bei capelli.

Sorrido -Ciao Rose, com'è andata la scelta dell'abito ieri?-

-Meravigliosamente!- esclama entusiasta -Ho trovato un vestito da favola in pizzo bianco, devi vedere com'è mi sta addosso, sono divina- e come ho detto è un tantino vanitosa.

-Ottimo sono contenta per te- faccio un piccolo sorriso.

-Oh tesoro, ieri ho fatto tardi e quindi non ho studiato nulla- dice guardandosi le unghie piene di smalto. Spalanco gli occhi incredula.

-Fa niente tanto tra pochi mesi mi sposerò-

Questa, voglio dire la mia amica, non sa che c'è una guerra in corso? O che lo studio, almeno il poco che facciamo, è una cosa seria? Lascio stare se no potrei iniziare una discussione con lei e non voglio.

-Che dici se andiamo in classe?- lei annuisce.

La nostra aula è abbastanza spaziosa la porta in legno, banchi in legno, lavagna e la foto di Hitler appesa al muro, io la brucerei. Tutti entrano in classe e mi accorgo che mancano altri due ragazzi, ogni settimana ogni classe si dimezza di numero, i ragazzi scompaiono e nessuno sa dove vanno o che fine fanno. La professoressa entra e comincia la lezione , non perdo una parola di quello che dice come il resto della classe, se ti becca distratto ti prendi la bacchettata sulle mani.
Mentre continua a spiegare e a scrivere alla lavagna io mi soffermo a guardare la foto del dittatore appesa alla parete. Sembra che ti uccida anche da una piccola immagine, sembra che è pronto a sparare tutti in questa stanza anche se non lo farebbe visto che noi siamo di razza "ariana", per me non esiste nessuna razza per me esiste l'uomo con varie caratteristiche. Mi ricordo ancora quando a Berlino nel 1936 ci furono le Olimpiadi e il fantastico Jess Owens , un nero americano, vinse quattro medaglie d'oro nella corsa, sbalordì tutti soprattutto quell'uomo che si trova in foto. Se fosse stato per lui lo avrebbe ucciso senza problemi ma si limitò soltanto a non stringergli la mano o almeno così si dice.

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