È passata una settimana da quella cena, da quel litigio con mio padre ma sono anche passati sette giorni da quando ho dormito con Joseph in quella cantina, certo, il posto non era il massimo, però mi sono sentita bene sotto la coperta calda e le sue braccia, mi sono svegliata con un suo braccio che mi circondava la vita, sono rimasta immobile per qualche secondo poi, senza svegliarlo, lo tolto da sopra il mio bacino e mi sono messa seduta ad osservarlo dormire pacificamente, i raggi del sole gli illuminavano metà volto e un ciuffo di capelli cadeva sulla sua fronte, era un angelo. Però prima di ritornare sopra per prepararmi gli ho lasciato un piccolo bacio sulla guancia, un modo per ringraziarlo, e sono salita prima che i miei si accorgessero che sono mancata tutta la notte dalla mia stanza. Solo vorrei sapere che brutto sogno stava facendo la sera precedente, è così misterioso, parla poco con la bocca ma è come se dicesse tutto dagli occhi, infatti non riesco a togliermeli dalla mente hanno tante sfumature diverse; quando li ho visti la prima volta erano terrorizzati e impauriti poi diventano luccicanti e sereni quando passiamo quel poco di tempo insieme, e infine sono tormentati chissà da cosa.
-Angela mi stai ascoltando?- mi richiama la mia migliore amica Rose.
In questo momento ci troviamo in un parco sedute su una panchina, siamo andate a fare compere per le botteghe più costose della città, veramente solo lei ha comprato vestiti e accessori, io sono rimasta a pensare tutto il tempo. Siamo circondate da tante buste e il sole sta calando all'orizzonte, tra poco devo tornare a casa anche perché alle otto c'è il crepuscolo e mio padre non vuole che i suoi soldati mi trovino per la strada.
-Ehm... no scusami, dicevi?-
-Hai sempre la testa fra le nuvole tu!? Ma a cosa pensi? Al tuo bel Mark?- ridacchia
-Ma ti pare!- esclamo arrossita, posso pensare a tutti tranne a lui, poco ma sicuro.
-Va bene comunque, parlavo del nuovo vestito rosso che ho comprato, non mi fa troppo grassa vero?- chiede in tono preoccupato.
Spero sia un frottola, ha un fisico perfetto perfino mia madre la invidia, infatti non mi stupisce che molti ragazzi le vanno dietro, anche se lei è intoccabile perché dovrà sposare con un ragazzo bellissimo e ricco almeno Rose dice così e non si lamenta lo accetta senza storie, io invece Mark non lo voglio.
-No ti sta benissimo- rispondo sincera.
-Bene- esclama felice - Ma dimmi... quando ci sarà il tuo fidanzamento con Mark?- domanda.
-Il 20 Gennaio i miei hanno fissato la data- sbuffo sconsolata. Mancano soltanto quattro mesi.
-Non essere triste dopotutto Mark è un bel ragazzo, ricco e scommetto anche molto dotato- sorride con un ghigno.
Può anche essere ma a me non interessa, voglio innamorarmi di qualcuno da sola e fare le mie esperienze non possono dettare anche i miei sentimenti, già stiamo in una società in cui il giudizio non conta, non farò reprimere anche le mie emozioni. Ma questo Rose non lo capirà mai.
-Lascia stare Rose- mi alzo dalla panchina sospirando e aggiustandomi la gonna blu a tubino che arriva fino al ginocchio -Ora vado, ci vediamo domani a scuola-
-Certo, ciao cara-
Esco fuori dal parco, la luce del sole pian piano sta scomparendo all'orizzonte e le persone si stanno ritirando nelle loro case, ci sono poche macchine per la strada. Passo davanti ai negozi che stanno per chiudere, alcune saracinesche sono già abbassate, arrivo davanti a un negozio di caramelle, c'è un signore che sta pulendo l'entrata della sua bottega, è abbastanza magro indossa una camicia bianca un po sbiadita e dei pantaloni grigi consumati. Mi viene in mente un'idea.
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Il profumo della libertà
Ficción históricaNella Germania nazista un ragazzo ebreo di nome Joseph, anni diciotto, cerca di soppravivere alla terribile vita che i tedeschi hanno imposto nel loro paese alla gente diversa dalla razza ariana e soprattutto agli ebrei. Una notte mentre scappa dall...