Capitolo 12

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-Scacco matto- esulta Joseph facendo la mossa vincente.

Stiamo giocando a scacchi da almeno un ora e lui ha vinto quattro partite su cinque, solo una ne ho vinta soltanto perché lui mi ha aiutato se no stavo ancora a zero. Ma io non so giocare bene a questi tipi di passatempi nessuno mi ha mai insegnato, man mano che gioco capisco però è molto difficile. Joseph sta seduto di fronte e a me con la schiena appoggiata al muro e in mezzo a noi c'è il tavolo di scacchi.

Incrocio le braccia al petto fingendomi offesa -Non è giusto! Sei bravissimo- piagnucolo come una bambina.

Mi sorride guardandomi, posso sembrare ridicola, però sta vincendo da più di un'ora, anche se lo ammetto mi sto divertendo molto e secondo me lui si diverte a vedermi così.

-Dai un'altra rivincita- dice ridendo e rimettendo ai loro posti le pedine.

Non c'è nessuno in casa. I miei genitori non ci sono, mio padre ha vari impegni di lavoro da fare e mia madre è uscita con delle sue amiche per un thè e fare i soliti pettegolezzi, Maria è andata al mercato a fare varie compere e io ho finito il mio studio da un po di tempo e sono venuta a fare compagnia a Joseph, non riuscivo a vederlo da tre giorni e per fortuna oggi ho tantissimo tempo libero e nessuno tra i piedi.

-No non voglio più giocare- dico veramente stufa di questo gioco.

-Sembri una bambina di cinque anni- continua a sorridere mentre mi guarda con i suoi occhi che luccicano.

Metto il broncio e mi giro dandogli le spalle, lo faccio apposta, non sono veramente offesa però voglio vedere la sua reazione.

-No, dai Angela, stavo scherzando scusami- dice implorando credo che adesso abbia lo sguardo preoccupato.
Giro solo la testa per vedere la sua espressione è veramente preoccupato mi guarda aspettando una mia risposta, ma non resisto, incomincio a ridere e lui mi guarda interdetto.

-Devi vedere la tua faccia- continuo a ridere mettendomi le mani sul volto, lui mi guarda e non dice una parola ma poi sorride anche lui divertito.

-Non metterti le mani sulla faccia quando ridi... sei bella- dice guardandomi e arrossendo sulle gote.
Al suo complimento divento tutta rossa, non me lo aspettavo. Mi metto una mano sul viso per coprire il mio rossore.

-Lo sei ancora di più quando arrossisci- penso che in questo momento sono incandescente, ho il cuore che batte forte e inizio a guardarmi intorno per la cantina.

-Grazie- sussurro intimidita.

Joseph abbassa la testa e si gratta la nuca anche lui è in imbarazzo. Rimaniamo in silenzio per un po scambiandoci ogni tanto degli sguardi, aspetto che il rossore sulle guance passi e cerco di spezzare questo momento di silenzio.

-Che dici di farmi vedere altri tuoi disegni?- faccio un piccolo sorriso per incoraggiarlo.

-Si ehmm... buona idea- si alza e prende la sua borsa di cuoio poggiata di fianco al suo letto di fortuna.
Tira fuori il suo blocco dei disegni ma scivola un foglio per terra vicino ai suoi piedi, ripiegato su se stesso. Mi alzo anche io e le prendo dal pavimento e lo apro, davanti agli occhi mi appaiono quattro persone tutte sorridenti: un uomo vestito molto elegante in giacca e cravatta, è abbastanza alto ma un po grosso dal punto di vista fisico, poggia la mano sinistra sulla spalla di una donna molto magra ha un vestito che gli arriva alle ginocchia i capelli legati ed è seduta su una sedia il suo sorriso è uguale a quello di Joseph, sulle sue gambe è seduto un bambino sorridente indossa dei pantaloncini e una maglietta consumata e sulla destra dell'uomo c'è una ragazza in posa anche lei con lo stesso sorriso di Joseph, ha i capelli lisci e sciolti sulle spalle ha un vestito che gli arriva a metta polpaccio a maniche lunghe, deve essere qualche anno più piccola di me. Sembrano così felici e spensierati.
Alzo gli occhi dal foglio e incontro lo sguardo di Joseph, è diventato serio mi guarda ansioso come se avesse paura di quel che dirò.

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