5.

702 46 6
                                    

Dopo aver parlato tanto con Dylan sono tornata in camera.

Mi sono addormentata quasi subito.
E avrei anche continuato a dormire se quei tre scemi non mi avessero svegliato.

Eh si, erano le 10:40 e alle 11 noi abbiamo il gruppo.
Quindi mi hanno portato loro la ciambella che prendo ogni mattina solo che non c'era anche il cappuccino,  che peccato.

Ora invece siamo qui seduti tutti vicini, in quel cerchio dove nessuno è completamente felice.
Io un pò lo sto diventando,grazie a Dylan.
Gli altri ovvio mi stanno aiutando, ma credo che Dylan sia il più importante.
Tocca me parlare.
Mi alzo ma la mano di Dylan non lascia la mia.

《Allora federica, ci avevi detto del tuo amico Matteo, ne vuoi parlare?》chiede la psicologa

Annuisco

《Lui era il mio migliore amico da quando avevo sei anni, ero la sua principessa. Abbiamo passato tantissimi bei momenti insieme. Ogni anno data la distanza, ci incontravamo solo d'estate. Nei suoi ultimi mesi di vita ci siamo fidanzati. Io lo amavo con tutto il cuore,era come un fratello solo con un amore ancora più profondo. Finché veniva a scuola con me mi ha difeso da tutto e da tutti. Io sono stata fuori dalla sala operatoria, a farli compagnia con le chemio, sono sempre stata con lui. Un giorno sono arrivata in ospedale e sua madre mi diede la notizia, non ci potevo credere. Quel fottuto tumore me l'ha portato via. Io da quel giorno continuavo ad andare nella sua stanza, rivedere le nostre foto, i nostri video. Non ho mai tolto il braccialetto che mi ha regalato quando eravamo più piccoli. Adesso ho paura ad essere felice. Ho paura che sia sbagliato anche nei suoi confronti. Quando lo sogno lui mi dice che io devo essere felice, ma comunque ho paura.》dico con una lacrima che mi riga il viso e Dylan mi stringe la mano.

È il suo modo per farmi capire che c'è senza parlare.

Poi si alza in piedi e mi abbraccia.
Non me lo aspettavo.

Usciamo dalla stanza senza neanche aspettare che finisca l'ora.

Ci sediamo per terra in corridoio.

Le lacrime scendono copiose sul mio viso, mentre Dylan mi stringe in un abbraccio.

Odio piangere.
Mi ero ripromessa di smettere di piangere, soprattutto davanti agli altri.

Non riesco a smettere di piangere, vorrei abbracciare Matteo, lui era l'unico a saper farmi smettere di piangere.

Ora come ora mi manca la mia lametta, voglio tornare a casa, subito. Voglio tornare da Matteo.

《Io torno in camera》dico tra un singhiozzo e l'altro

《Vengo con te》dice Dylan

《No, voglio stare sola》dico riuscendo a smettere di piangere

《Ma sei sicura?》chiede fermandomi dal polso

《Sì,  sono sicura. Grazie per il pensiero》dico fingendo un sorriso.

Mi piace che vuole venire con me, ma preferisco stare sola.

Appena arrivata in stanza mi sdraio sul letto.
Indovinate chi bussa? Il solito rompi palle di Carlo.
Perché dovrebbe essere qui? 
Perché non se ne fa a farsi fottere?

《Ciao piccola》dice entrando

Mi ha davvero chiamata piccola? Dopo tutto quello che è successo lui torna credendo di cavarsela con un "ciao piccola" ?

《Che ci fai qui Carlo? 》Chiedo fredda.
Mi da fastidio la sua presenza.
《Sono venuto a trovarti. Ora che stai meglio.. sarei venuto anche prima ma non volevo vederti ridotta in quel modo. E comunque ti saluta anche Rebecca. 》dice sedendosi sulla sedia

《Bene perché non vai a salutarmela e magari digli anche che si può fottere. Tu e lei. Tornate adesso? Non quando io avevo bisogno di voi? Siete venuti qui a rovinarmi la vita. Fatemi un favore: evitate di parlarmi. Ignoratemi. Grazie. Ora puoi anche andare.》dico alzandomi e andando ad aprire la porta.

Lui si alza e viene vicino a me

《Comunque ti dovevo dire una cosa riguardante quel tuo amico.. Matteo credo si chiami》a quel nome mi blocco.

《Che vuoi? 》rispondo cercando di non balbettare

《Volevo dirti che neanche lui ti sopportava. Volevo dirti anche riguardo quelli che un tempo consideravi tuoi migliori amici come Irene e Michele, ti odiano. Dovresti vederli a scuola, non fanno altro che prenderti in giro. Hanno anche deciso di aspettare il tuo ritorno per farti passare per una povera ingenua. Comunque io stavo andando quindi... ciao 》dice ed esce dalla porta

Rimango sola,lì in piedi, ad aspettare che qualcuno mi salvasse.

Entro in bagno e comincio a piangere, perché se la devono prendere con me? Cosa gli ho fatto a loro?

Tutte queste parole risuonano nella mia mente, non se ne vogliono andare.

Prendo la lametta che avevo nascosto sotto il contenitore di shampoo e comincio a sfregare.

Un taglietto, non tanto profondo.

Comincio a pensare a Matteo, il che non aiuta molto come sto.

Un altro taglietto, un pó più profondo.

Arriviamo a quattro taglietti, un pó profondi.
Poi comincio a pensare a quello che mi aveva detto Matteo,lui diceva che dovevo vivere la mia vita, in modo che sul punto di morte non avrei avuto rimpianti.
Cerco di alzarmi,è un pò difficile.
Appena in piedi nascondo la lametta e comincio a medicarmi.
Dopo aver pulito le macchie di sangue ed essermi asciugata le lacrime, esco dal bagno e trovo Dylan.

Subito capisce tutto e mi viene in contro.
La felpa larga che ho addosso non mostra i segni.
Le felpe larghe sono molto comode,non sfregano contro i tagli quindi non fanno male, ma nascondo anche i tagli.
Quindi sì sono molto comode.

Mi abbraccia forte,forte forte.
Lui ha capito tutto senza bisogno di parole.

Restiamo lì, abbracciati, non parliamo con le parole, ma con il cuore.

Comincio anche a piangere, i tagli fanno male.. tanto anche.

Lui mi prende a mo di sposa e mi appoggia delicatamente sul letto,poi si sdraia di fianco a me.

Io mi addormento piangendo, appoggiata al suo petto.








Quel Fottuto Segreto 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora