Capitolo 18-MI CONCEDI UN BALLO?

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Fu difficile per Becca passare le restanti settimane antecedenti al periodo natalizio,senza evitare di versare lacrime per Matthew. Lo percepiva distante e diverso.

Era quasi sempre in compagnia del suo amico,George. Si faceva accompagnare a scuola,lo aspettava all'uscita e passava con lui,forse,l'intera giornata.
Becca sapeva che quell'amicizia non era salutare per Matthew,soprattutto per ciò che aveva passato poco prima del loro litigio.

Ma infondo lei cosa poteva saperne? Aveva una famiglia decisamente comprensiva,generosa e accondiscendente,in alcuni casi.
Poteva impedire a quell'anima così fragile di essere felice a modo suo? Comprese a pieno la situazione,rimurginando a lungo. Anche lei lo aveva fatto in passato.

Era stata male ed aveva trovato il modo per alleggerire la croce che "portava" sulle spalle.
Matt aveva bisogno d'aiuto. Di questo era sicura. E lei era l'unica di cui il ragazzo si fidasse. L'unica che forse,avrebbe potuto renderlo felice senza ricorrere a mezzi estremi.
Decise che l'avrebbe assecondato ,senza criticarlo,tentando però di indirizzarlo sulla giusta strada.

Doveva solo riavvicinarsi,con la dovuta cautela. Sapeva che ci sarebbe riuscita. Non provava pena per lui. Sapeva che Matt era una persona che meritava rispetto. E di meglio di una vita così complessa ed ardua. E lei sarebbe stata quel "meglio".
Ogni cosa a suo tempo. Pensò.

Durante il viaggio in auto,verso il ranch,non distolse lo sguardo dal paesaggio che scorreva veloce,come nelle riprese di una film,sotto i suoi occhi. Dietro un sottile vetro ricoperto da gocce d'acqua piovana.
Chiuse gli occhi concentrandosi solo sul rumore della acqua che cadeva sulla vettura. Di tutto il resto,della musica e delle voci,riusciva a percepire solo un sottile suono ovattato.
Respirava lentamente,godendo il momento di tranquillità ricercato da tempo. Lo aspettava. Voleva, anzi aveva bisogno,di lasciar arenare i malinconici ed angoscianti pensieri cercando di trattenere i ricordi. I bei ricordi. Ad esempio...

Matt. Era un piacevole ricordo. Il Matt che aveva conosciuto a scuola,nel cortile. Il loro posto segreto e quel pomeriggio di pioggia. I momenti nostalgici. Il bacio. Il loro primo bacio. Fu un ricordo che scaldò il cuore della ragazza,facendola rilassare ulteriormente.
Poi s'interruppe. Sapeva che andando avanti avrebbe ripreso la riflessione conclusa pochi secondi prima.

Oppure...

Alexander. Alex. Al. Turner. Il musicista. Lo sfigato. Quello che s'era preso diversi pugni in faccia pur di difenderla.
Rivedeva la sua espressione strafottente che incitava lo sconosciuto a farsi sotto. L'occhio contornato da un livido evidente e il resto del volto segnato da rossori. E la bocca. Erano così vicine quella sera.

Poi le tornarono in mente le prove degli Arctic. La sua voce così profonda e sensuale. Il suo sguardo concentrato sulle corde della chitarra. I muscoli che si tendevano ad ogni assolo. La mascella serrata. Il sudore che imperlava la fronte.

E ancora prima. Il pomeriggio che aveva litigato con Kate. Le sua mani le avevano delicatamente sfiorato la pelle. Rabbrividì,immaginandole ancora sul suo volto.

I suoi occhi. Un colore così banale il marrone. Ma i suoi brillavano di una luce particolare.

Il sorriso.
Si sentí mancare l'aria.

Si riprese da quello stato di apnea e tirò verso il basso il finestrino,facendo penetrare l'aria fresca.
-Tutto bene Becca?-

La voce. Profonda. Quasi rassicurante. Prese nei suoi polmoni più aria possibile.

-Sì,avevo bisogno di un filo d'aria..-
Gli occhi di Alexander,si spostarono per pochi secondi sull'esile figura di Rebecca.
-Hai fame?-le chiese,osservandola attentamente.-Tua madre mi ha raccomandato di farti mangiare molto-le sorrise.
Le voci degli amici nel retro dell'auto continuavano ad arrivare alle orecchie della ragazza. E magari si sarebbe potuta distrarre ascoltando i discorsi sui buffi ricordi d'infanzia di Matt o i commenti inappropriati sulle divise delle cameriere di un pub,da parte di Jamie.

Ma in quel momento era troppo presa da Alex. In tutti i sensi. Non sapeva a cosa stesse andando in contro. Si sentiva persa. Era giunta alla fine della strada principale. Ed ora doveva decidere su quale via procedere. Quella di Matthew Healy o quella di Alexander Turner.
Ormai aveva capito di esserci dentro fino al collo. Ne aveva preso coscienza troppo tardi,evidentemente.

-Allora,buono questo panino?-le chiese il ragazzo,affiancandola sulla panchina dell'area di servizio.
-A parte il fatto che è leggermente congelato dentro?-chiese la ragazza,per poi riprendere-..sì per il resto può andare-
-Anche il mio in fin dei conti non è così male. Certo non è come uno di quelli che preparo io ma..-
-Vuoi dire quegli immangiabili ammassi di pane bianco ,maionese e insalata Al?-chiese la voce,che corrispondeva a Nick. Alexander si voltò verso l'amico,che era da poco uscito dal locale,cacciando la lingua.

-Sicura che cercassi solo un po'd'aria prima? Ti vedevo sovrappensiero.-domandò,mordendo il panino con voracità.
-Sì. I viaggi in auto mi distruggono più di una corsa di 100 chilometri. Ho bisogno di camminare o fermarmi un po'-
Le rivolse un'occhiata incerta. Non era molto convinto.

-E perché non mi hai chiesto di fermarci? Potevamo tranquillamente farlo prima.-
-Non mi pareva il caso..insomma altrimenti quando arriviamo, no?-
-Non farti problemi del genere con me. Okay?-
-Okay Alex-

-A proposito..sai che un produttore ci ha invitati nel suo studio di registrazione? -disse entusiasta.
-Davvero?!-
-Sì! Dopo le vacanze natalizie andremo lì per presentargli i nostri pezzi.-
-Ma è magnifico ! Perché non me lo hai detto prima?-
-Non abbiamo avuto molto tempo per vederci e poi volevo aspettare questo momento per dirtelo. Sei l'unica,al di fuori del gruppo che è a conoscenza della notizia.-
-Oh-esclamò Becca,sorpresa-Non hai idea di quanto sia felice ora. Non ci credo. Sono davvero...davvero..non lo so ma..-si alzò in piedi,in procinto di cominciare a saltare ed esultare. Agitò le braccia in tutte le direzioni-Al! Ti rendi conto?-chiese sorridendo.
Il ragazzo si alzò in piedi.
-Dovremmo festeggiare,come minimo-propose lei.
-Allora...Mi concedi un ballo?-scherzó Alexander,porgendole la mano
-Qui?-rise la ragazza.
-Sì Becca-annuì lui,sorridendole.

Il sottofondo musicale ricordava molto un waltzer. Era trasmesso da due altoparlanti posti nel parcheggio.

E presero a ballare. Le mani di Alex scesero sul fianco della ragazza e sulla schiena. Si spostarono lentamente. Il sorriso che emanava candore,non abbandonò il volto del ragazzo neanche un'istante.
Becca rideva. Lo faceva per smorzare la tensione che provava. La sua bocca era nuovamente a pochi centimetri dal quella di Alexander. Dentro di sé ,le famose farfalle ,cominciarono a volteggiare nello stomaco anch'esse a ritmo di musica.
Si lasciò trasportare ancora una volta. Il tocco delle sue mani sul corpo. Il cielo che cominciava ad imbrunire. Le stelle disegnavano figure astratte su uno sfondo che riprendeva tutte le sfumature dell'azzurro. La musica.
Lei. Alex.
Sarebbe davvero riuscita a gestire quell'intreccio di emozioni?
Lo sguardo triste di Matt balenò nella sua testa e subito si tirò indietro,staccandosi da Alexander.
Si girò verso l'auto e lentamente vi si diresse,facendo finta che ciò che le era appena capitato,fosse solo una specie di allucinazione.
Non poteva permettersi altra confusione.
Era già un bel casino così.

Spazio autrice.
Per la serie "a volte tornano"...rieccomi! Ho deciso di proseguire con i capitoli e mentre scrivo questi che,perdonatemi,sono un po' scadenti, mi concentro anche sulla prossima fanfiction che a quanto sembra potrebbe avere un risvolto migliore di questa.
Adoro decisamente TROPPO il look di Alex che aveva intorno al 2013.. era davvero un figo assurdo..basta con gli scleri ahah
Dunque..vi saluto
😻🙈

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