Capitolo 22-L'ULTIMO DEI SUOI PENSIERI

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Si svegliò di soprassalto. La fronte era imperlata dalle gocce si sudore e buona parte dei capelli era stagliata sulla fronte in modo disordinato. Passò una mano lungo tutto il volto,assicurandosi di essere fuori dall'incubo. Si guardò attorno.
Alex dormiva poco distante da lei,con le braccia sul volto ed un'espressione malinconica.
Pressò i palmi della mani contro gli occhi,trattenendo a stento le lacrime ed i singhiozzi. Il suo respiro irregolare,fu l'unico suono ad interrompere il silenzio che era calato nella stanza poche ore prima.
Come diverse notti,i ricordi del suo difficile passato da adolescente,erano riemersi. Nicholas.
Rabbrividì immaginando la figura esile del ragazzo,parlarle con la solita schiettezza e non curanza. L'aveva ferita. Non fisicamente,come era capitato con Matty. Lui l'aveva toccata nell'anima,facendole vivere tre anni di sofferenze e pressioni.
Un singhiozzo troppo acuto fuoriuscí dalla sua bocca. Di colpo le braccia di Alex,si ritrassero mostrando uno sguardo assonnato.
-Tutto bene Bec?-chiese lui con la voce impastata.
Non ricevette alcuna risposta. Si tirò a sedere,appoggiando la schiena alla testiera del letto matrimoniale. Osservò gli occhi gonfi e lucidi della ragazza,assunse uno sguardo serio e domandò di nuovo -Tutto bene Bec ?-
Rebecca abbassò il capo,nascondendo gli occhi ed il volto umido,con i capelli arruffati.
Alexander,si avvicinò appena a lei,avvolgendola con il braccio sinistro. La tirò a sé con delicatezza.
-Avanti sputa il rospo-mormorò. La ragazza emise un sospiro,scostó i capelli e permise al ragazzo di asciugarle  le lacrime,con il pollice della mano destra.
Dopo aver preso un respiro profondo,si fece forza e rivelò ad Alex il suo più grande segreto.
-Avevo 14 anni quando per la prima volta,persi la testa per una ragazzo del mio liceo. Frequentava il quarto anno e per me era la persona più bella che avessi mai visto..aveva degli splendidi occhi vitrei,una pelle pallida e delicata. Una folta chioma di capelli biondi,tagliata ed acconciata in modo sublime.-si strinse ad Alexander,per poi riprendere-Era diventato la mia ossessione. Si chiama Nicholas ma per tutti i suoi amici era Nicky o Nick.
Ci conoscemmo fuori scuola,alla fermata del bus. Io e lui prendevamo la stessa linea per tornare a casa.
Ci fu subito intesa. Aveva un non so ché di folle,che mi piacque da subito.-considerò,lasciandosi cullare dalle carezze del ragazzo- Eravamo giunti ad un punto della nostra amicizia,che prevedeva un relazione. E così fu. Ci fidanzammo l'estate stessa. Io ero innamorata persa di lui. Era una sorta di relazione alla Harley e Joker. Lui era un folle. L'avrei dovuto capire. Per diverso tempo,mi trattò con riguardo. Forse lo fece per guadagnarsi la mia fiducia. Poi d'un tratto,prese a malmenarmi ad offendermi. I pestaggi furono  una cosa passeggera. Durarono pochi giorni.
Il peggio fu l'umiliazione che ricevetti da parte sua. Avevo gli occhi bendati e lasciavo che facesse qualsiasi cosa,pur di restare al suo fianco.
Tant'è che gli permisi di ridurmi ad un vegetale. Mi scherniva di continuo. Quando eravamo in giro con i suoi amici,mi umiliava dicendo che ero davvero grassa,che mi avrebbe piantato in asso se solo non fossi stata così maledettamente accondiscendente.
Quelle parole furono la mia condanna. Ogni sera rifiutavo il cibo e  a pranzo ingurgitavo qualcosa per poi riversarla in bagno. E assieme alla disgustosa poltiglia,scaricavo nel cesso anche i miei problemi. Le mie paure.
Nicholas continuava a definirmi grassa. Mi vietava di mangiare qualsiasi tipo di schifezza quando eravamo assieme. Voleva che fossi come le ragazze dei suoi amici e ripeteva 'Donald ha una tipa da urlo. Dovresti vederla:davanzale gonfio,sedere scolpito e un vitino delizioso..si chiama Rosa ed è una spagnola davvero niente male..' Ed io tenevo su un sorriso finto. Avevo 17 anni e stavo vivendo un periodo orrendo. Passavo ore ad ascoltare descrizioni di ragazze da copertina di Vogue ,mentre io ero solo una stupida che si distruggeva per essere amata da un folle egoista.
Ci credi? Riuscì persino a mandarmi in ospedale grazie alle suo parole dolci e rassicuranti. Ero sottopeso di almeno 7 chili e stavo male. Non solo fisicamente. Avevo il cuore frantumato. E sai quale fu il colmo? Venne a trovarmi in ospedale,spiegandomi che fra noi era finita. Che ero troppo magra ed una patologica come me poteva essere solo l'ultimo dei suoi pensieri.-

Spazio autrice
Oggi double aggiornamento. Uno anche notturno. Spero vi piaccia e tranquille se il capitolo è short. È solo di passaggio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2016 ⏰

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