Trionfo

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Il carro che portava il colosso al palazzo dei Pallante si faceva strada a fatica nel mezzo della folla che già si accalcava per assistere al tratto finale del palio. Antonino fu costretto a scendere dal carro e, agitando il fazzolettone azzurro, iniziare a fendere la calca e a invitare a gran voce il buon popolo di Amor:

"Largo, signori! Largo all'Imperatore!" gridava festoso, godendosi la confusione sul volto della gente mentre gli uomini di fatica che Oreste aveva ingaggiato per loro aiutavano i muli spingendo il carro su per la salita.

Lavinia contemplava la città e la sua popolazione con un sorriso sulle labbra: seduta accanto al colosso, la mano stesa su di esso come l'abbraccio di una madre, tutti gli occhi erano puntati su di lei, la figlia del Fabiani che aveva trovato la statua dell'Imperatore dell'antica Amor. Il popolino la salutava mentre passava e dalle finestre uomini, donne e bambini osservavano curiosi quell'insolito carico. Dalla terrazza dei Pallante si affacciò anche Cesare, e Lavinia, riconoscendolo, sollevò la mano destra in saluto, ricevendo in cambio una sua festosa risata soddisfatta. Ma la vera soddisfazione fu quando il carro si fermò di fronte alle porte del palazzo, e prendendo il la da Antonino, tutti iniziarono ad applaudire. Fabrizio, che li aveva preceduti al palazzo per concordare con Cesare il punto in cui la statua avrebbe dovuto essere posizionata, si affacciò oltre il portone con gli occhi sbarrati per l'incredulità, e battendo anch'egli le mani le rivolse un'occhiata orgogliosa, mentre Antonino si profondeva in inchini e ringraziamenti degni di un istrione.

"Sempre il solito, lui" commentò Lavinia con indulgenza, una volta che ebbe raggiunto il fratello maggiore. Fabrizio annuì, le strinse appena la spalla in un abbraccio e la lasciò sulla soglia per seguire più da vicino i lavori: gli uomini avevano già iniziato a scaricare il prezioso e pesante carico, ormai il più era fatto. Lavinia si godette per gli ultimi secondi lo spettacolo di Antonino che si profondeva in inchini sempre più profondi, come se fosse stato lui da solo a fare tutto il lavoro. Ma con la coda dell'occhio non le sfuggì come, nella folla, non vi fossero solo sguardi benevoli e allegri. Una volta scorto il primo, ne colse due, poi tre, quattro e cinque. Stava per incamminarsi verso il fratello minore per intimargli di smetterla, ma in quel momento Cesare Pallante le fu accanto e calamitò la sua attenzione, insistendo per condurla all'interno del palazzo, su fino al terrazzo: ci pensassero i suoi fratelli alle ultime cose, il più era fatto e come sempre lei era riuscita a sorprenderlo. Seppur a malincuore, Lavinia volse le spalle alla meta, al colosso e ai suoi fratelli, incamminandosi accanto a Cesare su per l'ampia scalinata.

"Madre, padre, Lavinia vorrebbe porgervi i suoi saluti" annunciò Cesare ai genitori, che sedevano alla tavola di legno massiccio in attesa che tutti i loro illustri invitati giungessero. Nessuno dei due si alzò, ma furono ugualmente cordiali e le chiesero della sua salute e dei suoi fratelli.

"Fabrizio e Antonino stanno benone, spero che facciano cosa grata posizionando nella vostra corte la statua che abbiamo trovato. Sarà un ornamento perfetto per la chiara fama dei vostri figli" dichiarò Lavinia, con rispetto. Sentiva che i due non si fidavano di lei, probabilmente per via della famigliarità che sembrava avere con Cesare. Tuttavia non si lasciò mettere a disagio: sapeva che suo padre era stato amico di Vittore Pallante in gioventù, e che a differenza del figlio non si curava affatto di storia e di arte. Quanto alla madre, probabilmente la sua diffidenza arrivava dal fatto che era una donna, perciò non avrebbe potuto comunque farci nulla.

"Grazie per il vostro invito e per l'ospitalità, per me è un onore poter assistere al palio in vostra compagnia. Vostro figlio Marco è pronto alla grande corsa?" si informò con naturalezza.

"Marco è nato in sella al cavallo" dichiarò con orgoglio Vittore "Sono certo che ci darà grande soddisfazione anche quest'anno!"

"Tutti lo speriamo" concordò Lavinia, con un sorriso.

"Spero che tu e i tuoi fratelli non decidiate di provocare altro scompiglio... non vorrei che gli rubaste la scena" soggiunse la madre, guardandola con un certo sospetto. Lavinia si sforzò di avere un portamento modesto: "Anche volendo, sarebbe impossibile." Dichiarò con umiltà. Cesare rise allegramente, rincarando la dose: "Ben detto, Lavinia, nemmeno le vostre prodezze potrebbero rubare la scena a Marco!" questa volta Lavinia lo trovò insultante, e dovette sforzarsi di trattenere la riprovazione.

"Signore, mi piacerebbe salutare vostra sorella" mentì "è già arrivata Candice?"

"Non l'ho ancora vista... madre?" In quel momento si udì la voce della giovane Pallante che saliva dall'androne: Lavinia l'avrebbe riconosciuta fra mille, non tanto per il timbro, ma per il perenne tono di riprovazione. "Inaudito" lamentava incredula "chi ha dato il permesso a quell'enorme carro di piazzarsi nel mezzo della strada, di fronte alla porta?" comparve nel salone che ancora parlava, e senza rallentare un momento puntò dritto verso Cesare, per colpirlo con i guantini di raso che si era appena sfilata. "Cesare! Per colpa dei tuoi amici tombaroli, ho dovuto farmi strada nella calca come una popolana! È stato orribile!" protestò, senza rendersi conto che Lavinia fosse lì. Per cui lei si limitò a tossicchiare: "Tombaroli... noi siamo rispettosi osservanti delle leggi... non profaniamo le tombe..." puntualizzò, anche se sapeva che nessuno la stava ascoltando. Candice le rivolse un'occhiata in tralice prima di rivolgerle un saluto un po' sdegnoso. Poi le sue cognate, che entravano in quel momento da un'altra porta, la chiamarono a sé e lei volò da loro con i suoi piccoli passetti veloci, che la facevano sembrare dotata di ali.

"Credo sia meglio che mi ritiri sulla terrazza, per ora" dichiarò Lavinia, rivolgendo una riverenza ai due padroni di casa prima di dirigersi, senza ulteriori cerimonie, alla vetrata opaca che dava sull'esterno.

Amor oblita - Di congiure e catacombeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora