NEVER AGAIN

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*Le parti in corsivo da qui in avanti saranno dei flashback*

HARRY

"Per l'ennesima volta, Niall: non ho fatto nessun movimento brusco, non ho nessun tendine strappato, nè ossa rotte e perciò per mercoledì tornerò a camminare normalmente! Alla sfilata non avrò nessun problema."
Non a livello fisico, almeno. Ma tanto del livello emotivo, ora come ora, a Niall non interessava nulla, era troppo occupato a preoccuparsi della mia salute: da quando era entrato in casa qualche ora prima, una volta tornato da Londra, non aveva fatto altro che lanciarmi osservazioni sul modo rigido, che avevo, di camminare.
"Hai provato un nuovo esercizio?" chiese, guardandomi fisso negli occhi "Magari hai fatto lavorare qualche muscolo che non eri abituato ad usare e... Perchè stai arrossendo? Arrossisci troppo spesso oggi! Magari hai la febbre, il male ai muscoli è molto frequente con la febbre e..."
"ORA BASTA! NON HO LA FEBBRE, NON HO ASSOLUTAMENTE NULLA! LASCIAMI IN PACE!" gridai con le guance in fiamme, non curandomi di mia madre e Bobby, molto probabilmente già nel mondo dei sogni, e marciai più velocemente possibile verso la mia stanza, chiudendomici dentro.
Mi appoggiai con la schiena sulla porta, scivolando fino a sedermi a terra.
"Un nuovo esercizio che mi permette di usare muscoli che di solito non faccio lavorare", Niall aveva decisamente fatto centro, lo si poteva benissimo definire così. Certo io non potevo rispondergli: "Oh sì, ho fatto un esercizio chiamato sesso, e ho utilizzato l'ano, cosa alla quale, come hai precisato, non sono affatto abituato."
Gli sarebbe venuto un attacco cardiaco o, cosa più probabile, sarebbe corso a casa Tomlinson per prendere Louis a pugni in faccia. Intutile dire che ero pronto ad evitare entrambe le opzioni.
Posai lo sguardo sul letto, ancora disfatto, esattamente come lo avevamo lasciato quel pomeriggio, muto testimone di ciò che era successo.

Non sapevo perchè stessi parlando. Un attimo prima era tutto esattamente come la notte precedente, un silenzio interrotto da qualche gemito, da qualche sospiro.
Ma, di punto in bianco, sentendo la sua bocca baciarmi l'interno coscia, ero partito per la tangente blaterando di cose stupide, inutili. Dapprima mi aveva, giustamente, lanciato uno sguardo confuso: insomma, quale persona sana di mente si metterebbe a parlare di Debussy mentre ha tra le gambe un bellissimo ragazzo nudo? Così, dopo aver scoperto la lunghezza media delle coposizioni musicali di Debussy, aveva deciso di ignorarmi, andando avanti ad esplorare le mie cosce con le labbra.
"Sai che era sposato? Si chiamava Emma, un bel nome importante secondo me. Mi piace il nome Emma."
La mia voce era più acuta del solito, mentre mi sollevava una gamba e con la bocca si faceva strada sempre più in basso, più in basso del solito, decisamente troppo in basso.
"Claire de la Lune è stupenda, sono capace di suonarla!" buttai fuori velocemente, il tono talmene stridulo che solo i pipistrelli mi avrebbero capito "Se vuoi posso fartela senti..."
Mi fermai di botto trattenendo rumorosamente il fiato, la sua lingua a tracciare il perimetro della mia apertura, non riuscendo a capire come fosse arrivato fino a lì, come una sola leccata avesse potuto travolgermi di piacere.
La mano che non mi teneva sollevata una gamba scese, in un'intensa e lunga carezza, ad aprirmi meglio le natiche, in modo da concedersi più spazio per baciare, succhiare. Aveva appena iniziato eppure stavo già impazzendo, le orecchie avevano già iniziato a ronzare, la testa a girare.
Non ero pronto a tutte quelle sensazioni, la volta prima era stato graduale, un crescendo di emozioni che mi avevano portato all'apice. E così era stato anche quella volta a casa Payne. Ma questa volta era tutto diverso, mi sentivo già troppo vicino al limite, gli addominali avevano già iniziato a stringersi a scatti, le gambe a tremare.
Nell'attimo in cui la sua lingua entrò in me fui costretto ad afferrare il cuscino, che giaceva vicino a me, e premermelo forte sulla faccia per tentare, invano, di soffocare un gemito impossibile da trattenere.
In quel momento non capii più nulla, il mio cervello era in grado di concentrarsi solo sulla lingua di Louis, captare ogni movimento, seguire la sua andatura circolare nel mio interno.
Il mio corpo autonomamente sceglieva cosa fare, come spingersi verso le sue labbra, per chiedere di più, sempre di più. E nemmeno la mia bocca era più sotto il mio controllo quando mi sentii lamentare nel cuscino:
"Dio, non ti fermare, ti prego... non ti fermare!"
Impiantai unghie e denti in quell'ammasso di piume mentre tutto il mio corpo si tendeva sotto le sue leccate profonde, insaziabili, ardenti, fino a scoppiare, in un ultimo ringhio grottesco.
Quando, ansante, tornai ad aver la vista sul mondo reale, mi ritrovai privato del mio cuscino, occhi negli occhi con un Louis dallo sguardo canzonatorio, diverito, soddisfatto.
"Hazza, se avessi saputo che il rimming ti piaceva così tanto avrei provveduto prima" mi schernì "Quanto sei durato? Due minuti? Tre?"
E io lo avrei volentieri preso a botte se non mi avesse tenuto le braccia bloccate e se non si fosse fiondato, ridendo come un pazzo, sulla mia bocca, per coinvolgermi in un bacio diverito, continuamente interrotto dalla sua risatina.

A change would do you good || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora