HARRY
Mi svegliai di colpo dopo che la porta della mia camera fu sbattuta bruscamente contro il muro.
"Cos-succed?" domandai mettendomi seduto così velocemente da non riuscire a focalizzare per bene la figura che stava camminando verso di me. Insomma, non che senza occhiali vedessi benissimo, ma almeno riuscivo a distingure le persone.
"Harriccio!" esclamò l'inconfondibile voce di Niall, il mio migliore amico, abbracciandomi con tanta forza da farmi ricadere con la testa sul cuscino.
Guardai l'ora dalla sveglia sul mio comodino: le 6.06. Che cavolo ci faceva quello squilibrato nella mia camera così presto?
"Ni, posso chiederti cosa diavolo ci fai nel mio letto?" domandai stretto ancora nella sua morsa d'acciaio.
"Mio padre è passato a prendere tua madre un paio di minuti fa, sai oggi sono loro di pattuglia, così mi sono fatto dare uno strappo per farti una sorpresa! Perciò..." si alzò da me mettendosi seduto sulle mie gambe e aprendo le braccia "SORPRESAAA!" gridò scoppiando in una delle sue fragorose risate tranquillamente udibili ad un chilometro di distanza.
"Mpf, non gridare" mormorai io ancora mezzo addormentato.
Lui mi sorrise sdraiandosi accanto a me e così mi spostai facendogli un po' di spazio.
"Vedo che come al solito ti ci vogliono anni per risvegliarti dal tutto eh, Har?"
"Shh, zitto e fammi dormire ancora mezz'ora" lo rimproverai sistemandomi meglio tra le sue braccia, nascondendo la faccia nell'incavo del suo collo e riaddormentandomi quasi subito, non prima di aver sentito un bacio umidiccio tra i miei ricci e di mormorargli un "Mi sei mancato, Ni". Erano due settimane che non ci vedevamo per via di un suo ingaggio a Londra, e nonostante ci sentissimo al telefono tutte le sere non era la stessa cosa di averlo con me fisicamete.
Più che per il suono della mia sveglia, mi svegliai per la voce del mio amico che accompagnava la "Sonata al chiaro di luna" di Beethoven cantando -urlando- le note. Solo lui poteva essere così iperattivo di primo mattino.
" DO RE MI DO RE MI DO RE MI"
"NIALL!" sbottai io stropicciandomi gli occhi e causandogli un'altra risata, mentre il suono della mia sveglia, che io adoravo, continuava imperterrito come ogni mattina. Ero solito a far finire tutta la sonata senza spegnerla, mi rilassava ed ero fermamente convinto che mi aiutasse ad iniziare bene la giornata.
"Vestiti Harriccio, io vado a prepararti una buona colazione" mi disse passandomi gli occhiali e, quando li inforcai, vidi finalmente per bene il suo viso sorridente: gli occhi azzurri con quella loro solita aria divertita, il ciuffo biondo alzato col gel, il mento leggermente a culetto. Come al solito era vestito in maniera impeccabile con i vestiti che sicuramente gli avevano regalato durante l'ultimo servizio fotografico. Sì perché Niall, oltre ad essere il figlio del collega -e fidanzato- di mia madre, il mio compagno di giochi nell'infanzia e amico fidato durante l'adolescenza, da ormai un paio d'anni era anche diventato uno dei modelli preferiti dalle agenzie londinesi e questo lo costringeva a passare parecchio tempo a Londra.
Uscì dalla stanza con un balzo felino e io mi misi addosso i soliti vestiti che mi facevano sentire tranquillo e al sicuro: pantaloni a vita alta, la camicia ordinatamente infilata in essi, la cravatta ben annodata e sopra un caldo golfino. Per finire domai i miei ricci castani, tirandoli indietro con il gel per evitare quell'aria disordinata che mi avrebbero conferito se li avessi lasciati al naturale.
Erano già passati tre giorni da quando ci era stata assegnata la ricerca e noi avevamo ancora da iniziare... tre giorni! Settantadue ore! Un' eternità di tempo sprecato e quel dannatissimo Tomlinson non si degnava neppure di ascoltarmi per più di due minuti. Ma la cosa che mi infastidiva di più era l'espressione annoiata che assumeva ogni volta che tentavo di convincerlo a iniziare: alzava gli occhi al cielo, mi sbuffava apertamente in faccia e poi, con aria svogliata, muoveva il polso nella mia direzione intimandomi ad allontanarmi da lui e dai suoi due compari.
Chi si credeva di essere? Chi si credevano di essere? Di certo finiti gli anni del liceo loro si sarebbero trovati con in mano un pugno di mosche, senza nessun progetto a lungo termine, senza una qualche ambizione. Io invece sarei diventato un buon avvocato pronto a difendere i bisognosi, pronto a mettere anima e corpo nella difesa di innocenti o di persone che venivano colpite dalla crudeltà di questo mondo. Io nel mio piccolo avrei combinato qualcosa, avrei dato un senso alla mia vita. Loro al massimo sarebbero finiti a lavorare dal benzinaio locale, giocando a calcio la domenica mattina in partite per gente fallita di mezz'eta e con problemi di peso.
Scesi in cucina dove trovai il biondo intento a versare le uova e pancetta in due piatti.
Quando mi vide sospirò rassegnato e sapevo benissimo il motivo: più e più volte aveva tentato di farmi da personal stylist ma io lo avevo sempre ignorato. Mi ero già fatto abbindolare ad allenare i muscoli con lui quando aveva iniziato a lavorare come modello e, per quanto mi facesse sentire bene liberarmi dallo stress della scuola e dalle tossine in eccesso, o guardarmi allo specchio e vedere gli addominali a tartaruga, molte volte mi svegliavo con i crampi e dolori ovunque. Se ogni cambiamento comportava tutta quella fatica e quei dolori preferivo decisamente starmene tranquillo e beato nei miei comodi vestiti.
"No Niall, non mi sono convertito alla moda in tua assenza" gli dissi con un sorrisino beffardo afferrando il mio piatto.
"Ormai sto cominciando a perdere la speranza, Harriccio. Ma raccontami bene di questo famigerato compito sul piacere di cui mi accennavi al telefono."
"Terribile. Non ho idee originali, il massimo che Internet è riuscito a suggerirmi è stato un poeta italiano chiamato Gabriele D'Annunzio, ma rimaniamo sempre sulla banalità della poesia. E di certo non posso fare affidamento sul mio compagno visto che sono in coppia con Louis Tomlinson!" esclamai infilzando con rabbia le uova.
Non mi sfuggì la smorfia divertita che comparve sul suo volto "Perchè mai lavorare con Tomlinson dovrebbe essere un problema?"
E io mi lanciai con vigore in un sermone di invettive contro quel caprone ignorante e arrogante.
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A change would do you good || Larry Stylinson AU
FanficUn Harry concentrato solo sul dovere. Un Louis che vive una vita incentrata sull'apparire. Una ricerca scolastica sul piacere che porterà questi due ragazzi a relazionarsi con mondi a loro sconosciuti. --- DAL TESTO: "Perché mi hai baciato, Louis?"...